
È trascorso un secolo dalla nascita di Madiba, il 18 luglio 1918. Icona della lotta al razzismo, ha passato circa un terzo della vita in prigione. Poi, da uomo libero, è diventato il primo presidente nero del Sudafrica, cambiandone la storia. (A cura di Federica Villa)

È stato il simbolo della lotta all’apartheid in Sudafrica e il primo presidente di colore del Paese. Ha trascorso quasi un terzo della sua vita in prigione ed è diventato un’icona celebrata in libri e film, anche dopo la sua morte (nel 2013). Nelson Mandela nasceva 100 anni fa e l’Onu, il 18 luglio di ogni anno, dal 2009, gli dedica una giornata: il Nelson Mandela day -
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Madiba - questo il soprannome di Mandela - è nato il 18 luglio 1918 a Mvezo, villaggio del Sud-Est del Sudafrica, da una famiglia di sangue reale. Proprio il termine ‘Madiba’ si riferisce a un titolo onorifico del suo clan. Dopo la scuola metodista, all'università sceglie Legge -
La pagina Onu dedicata al Nelson Mandela day
Negli anni degli studi si avvicina ai militanti e ai dirigenti dell’Anc (African national congress), il primo partito fondato dai neri in Sudafrica. Il Paese è attraversato dalle tensioni: il regime razzista dell’apartheid opprime le persone di colore. Vige la segregazione razziale che cadrà solo dopo il 1990, proprio grazie a Mandela -
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Alle elezioni del 1948 vince lo schieramento razzista del "Fronte nazionale". Madiba però lotta contro il governo e, nel 1952, insieme a Oliver Tambo (foto), è protagonista di un momento storico: fonda il primo studio legale del Sudafrica gestito da avvocati di colore -
Nelson Mandela, una vita in immagini. FOTO
Ma la battaglia contro l’apartheid non è finita. Nel 1961 Mandela fonda il braccio armato dell’Anc (l’Mk) che si dedica a piani di guerriglia e addestramenti paramilitari. Passa un anno, e viene arrestato: la condanna è a 5 anni di carcere per attività sovversive ed espatrio illegale al rientro da una missione in Africa ed Europa -
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Ma è il 1964 l’anno che segna l’inizio della lunga detenzione di Madiba. Viene condannato ai lavori forzati a vita nel processo di Rivonia, dal nome della località dove l’anno prima l’intero stato maggiore dell’Anc era stato catturato in una retata. Nella foto: Mandela in visita alla sua ex cella di Robben Island, nel 1998 -
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Dopo la condanna, Mandela viene trasferito nel carcere di massima sicurezza di Robben Island, al largo di Cape Town. Qui passerà 18 dei suoi 27 anni di prigionia. Nella foto, una replica della cella occupata dal leader sudafricano -
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È mentre si trova in prigione che Mandela diventa famoso in tutto il mondo. È il simbolo della lotta al razzismo e alle diseguaglianze tra bianchi e neri. Nel 1982 viene trasferito nella prigione di Pollsmoor e nel 1988 viene spostato in quella di Victor Verster, la "gabbia dorata", dove le condizioni di detenzione migliorano -
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Victor Verster è l’ultima tappa della sua prigionia: il 2 febbraio 1990, dopo anni di trattative, il presidente africano appena entrato in carica, Frederik W. De Klerk, annuncia la revoca dei principali pilastri dell’apartheid e la liberazione di Mandela (foto) -
Mandela, nel testamento lasciti a scuole, Anc e famiglia
Una volta in libertà, Mandela cambia strategia: è convinto che serva una cooperazione non-violenta. La svolta arriva nel 1994, quando il Sudafrica concede ai cittadini il suffragio universale: anche le persone di colore possono votare. E Nelson Mandela è candidato alla presidenza (nella foto, un momento della campagna elettorale) -
Nelson Mandela, una vita in immagini. FOTO
La vittoria è schiacciante. Madiba diventa così il primo presidente nero del Sudafrica. Nella foto, Nelson Mandela durante il giuramento -
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La presidenza di Mandela è all'insegna del cambiamento: viene disposta una redistribuzione dei beni e approvata anche una nuova costituzione (1996). Arrivato più che 80enne alla fine del mandato, nel 1999 non si candida per un secondo -
Nelson Mandela, una vita in immagini. FOTO
Durante il suo incarico, il leader sudafricano vince anche il premio Nobel per la Pace, nel 1993. Nella foto, la cerimonia di premiazione al fianco di Frederik de Klerk -
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Mandela negli anni ’90 è al centro del panorama internazionale. Incontra le più grandi figure del suo tempo, sia da capo di Stato che non. Nella foto, in alto da sinistra: con Yasser Arafat, Fidel Castro, Bill Clinton, Angela Merkel, Papa Giovanni Paolo II e la regina Elisabetta -
"Non c'è nessuna strada facile per la libertà", parola di Nelson Mandela
Al fianco di Mandela, nella sua vita, tre donne. La prima moglie è stata Evelyn Ntoko Mase (foto). “Non potevo rinunciare alle mie battaglie e lei non poteva vivere con qualcuno che fosse devoto ad una causa prima che alla sua famiglia”, ha scritto Madiba nella biografia Long walk to freedom -
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Poi è stata la volta di Winnie Madikizela (foto), icona al femminile della lotta alla segregazione. Il legame fra i due però viene logorato dalla lunga detenzione di Madiba. Mandela ha poi sposato - a 80 anni - Graça Machel, di 27 anni più giovane di lui -
I saluti dei grandi a Madiba. FOTO
Non solo politica e battaglie contro l’apartheid. Ma anche sport: “Ha il potere di cambiare il mondo”, ha detto nel 2000 a Montecarlo. In gioventù pugile dilettante, durante gli anni a Robben Island Mandela è stato dirigente della squadra di calcio della colonia penale -
A Qunu l'ultimo saluto a Nelson Mandela: FOTO
Da presidente, come racconta il film ‘Invictus’, si è trovato a gestire i mondiali di rugby in Sudafrica. Ed è riuscito a unire il Paese grazie alla palla ovale. Storiche le immagini (foto) che lo ritraggono al centro dello stadio di Ellis Park di Johannesburg, il 24 giugno 1995. Madiba è sceso in campo prima della finale tra Sudafrica (vincitrice) e Nuova Zelanda, acclamato da 60mila tifosi -
Madiba, l'uomo che unì il Sudafrica con una partita di rugby
Madiba si è spento all’età di 95 anni, dopo una lunga malattia, il 5 dicembre 2013. A ricordarlo, dopo la sua scomparsa, molti leader mondiali, fra cui Obama. L’allora presidente degli Usa lo salutò così: “Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità” -
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