Krzysztof Jan Lewandowski, imputato di omicidio stradale aggravato dalla guida sotto l'effetto di cannabis, potrà lasciare il carcere di Opera, dove è attualmente detenuto dopo aver investito e ucciso Giorgia Cagliani e Milena Marangon a Brivio. Dopo il 7 gennaio il 34enne sarà accolto da una cooperativa sociale in provincia di Milano, appena sarà disponibile un braccialetto elettronico
Potrà usufruire degli arresti domiciliari l'autista di 34 anni che lo scorso 20 settembre investì e uccise le 21enne Giorgia Cagliani e Milena Marangon a Brivio, in provincia di Lecco. Krzysztof Jan Lewandowski, imputato di omicidio stradale aggravato dalla guida sotto l'effetto di cannabis, potrà lasciare il carcere di Opera, dove è attualmente detenuto, per essere accolto dopo il 7 gennaio da una cooperativa sociale in provincia di Milano, appena sarà disponibile un braccialetto elettronico. Le vittime furono travolte dal furgone guidato dal 34enne mentre andavano alla festa del paese. A decidere per la misura è stato il gip di Lecco Gianluca Piantadosi, che ha accolto l'istanza presentata dai legali di Lewandowski, gli avvocati Gianbattista Colombo e Agnieszka Janusz, che ora potrebbero chiedere il processo con il rito abbreviato per beneficiare del relativo sconto della pena.
L'incidente a Brivio
La Procura di Lecco aveva espresso parere negativo al cambio della misura cautelare, ritenendo “elevato il rischio di fuga”. Dalle indagini era emerso anche che il 34enne guidava dalle 8 del mattino, essendosi fermato solo per cena. L'incidente era avvenuto attorno alle 22, quindi aveva guidato quasi ininterrottamente per 14 ore. Dalle immagini recuperate dagli inquirenti è emerso che le ragazze camminavano in fila indiana, in una zona illuminata da un lampione. L'autista polacco ha ammesso poi di aver fatto uso di sostanze stupefacenti due giorni prima del tragico incidente. "Eravamo a piedi e in fila indiana, c'erano delle auto parcheggiate, stavamo tra i pochi centimetri che erano rimasti tra le auto e la striscia bianca che delimitava la carreggiata”, aveva raccontato l'amica che era con le due vittime, Chiara Consonni. “Io ero l'ultima, avevo il telefono in mano, leggevo alcuni messaggi. A un tratto ho sentito arrivare un veicolo alle mie spalle, non so a che velocità andasse. Di riflesso mi sono spostata di fianco, e il mezzo ha investito le due mie amiche", aveva aggiunto.