
Dantedì, 10 terzine della "Divina Commedia" rimaste nella nostra memoria
Il più grande poeta italiano di tutti i tempi scompariva in esilio a Ravenna tra 13 e il 14 settembre 1321. In occasione del “Dantedì”, la giornata a lui dedicata, abbiamo provato a selezionare alcuni dei frammenti del suo capolavoro, “La Divina Commedia”, ormai da tempo proverbiali

In occasione del “Dantedì”, la giornata dedicata a Dante Alighieri, abbiamo selezionato alcune delle terzine più famose del suo capolavoro: la Divina Commedia
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Una celebrazione che quest'anno ha un valore ancora più simbolico: nel 2021 cadono anche i 700 anni dalla sua morte in esilio a Ravenna tra 13 e il 14 settembre 1321. Ecco alcuni dei frammenti più celebri del suo capolavoro
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Inferno, Canto I, vv. 1-3 - "Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura,/ché la diritta via era smarrita"
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Inferno, Canto III, vv 1-3 - "Per me si va nella città dolente,/per me si va nell'etterno dolore,/per me si va tra la perduta gente"
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Inferno, Canto III, vv 7-9 - "Dinanzi a me non fuor cose create/se non etterne, e io etterno duro./Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate"
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Inferno, Canto III, vv 51-53 - "Fama di loro il mondo esser non lassa;/misericordia e giustizia li sdegna:/non ragioniam di lor, ma guarda e passa"

Inferno, Canto V, vv 103-105 - "Amor, ch’a nullo amato amar perdona,/mi prese del costui piacer sì forte,/che, come vedi, ancor non m’abbandona"

Inferno, Canto XXVI, vv 118-120 - "Considerate la vostra semenza:/fatti non foste a viver come bruti,/ma per seguir virtute e canoscenza"

Inferno, Canto XXXIII, vv 72-75 - "...ond'io mi diedi,/già cieco, a brancolar sovra ciascuno,/e due dì li chiamai, poi che fur morti./Poscia, più che 'l dolor poté 'l digiuno"

Purgatorio, Canto VI, vv 76-78 - "Ahi serva Italia, di dolore ostello,/nave sanza nocchiere in gran tempesta,/non donna di province, ma bordello!"

Paradiso, Canto I, vv 1-3 - "La gloria di colui che tutto move/per l’universo penetra e risplende/in una parte più e meno altrove"
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Paradiso, Canto XXXIII, vv 143-145 - "Ma già volgeva il mio disìo e il velle,/sì come rota ch'igualmente è mossa,/l'Amor che move il sole e l'altre stelle"
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