Trump rimuove i dazi su centinaia di prodotti alimentari. Cosa cambia per l'Italia?
EconomiaIntroduzione
Il presidente americano Donald Trump ha deciso di eliminare i dazi su centinaia di prodotti alimentari. Una mossa che, al netto delle polemiche, si sperava potesse favorire anche il made in Italy. In realtà, denunciano Coldiretti e Filiera Italia, la lista delle esenzioni non vede "alcun prodotto italiano esportato in modo significativo negli Stati Uniti". Per questo, tornano a chiedere che ci siano interventi per ridurre le tariffe su vino, olio, pecorino, riso e pasta.
Quello che devi sapere
La svolta di Trump
Il presidente americano Donald Trump inverte la rotta e rimuove i dazi su centinaia di prodotti, nel tentativo di ridurre i prezzi degli alimentari e rispondere così alla frustrazione degli americani sul carovita. L'inquilino della Casa Bianca ha tolto le tariffe su cibi come carne bovina, banane, caffè e decine e decine di altri prodotti, dagli avocado ai pomodori, passando per le noci e i mango. L'ordine del tycoon è retroattivo al 13 novembre e prevede una serie di esenzioni su quegli alimenti che non possono essere prodotti negli Stati Uniti in quantità sufficienti per soddisfare la domanda interna.
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Le polemiche
La riduzione era stata preannunciata da vari funzionari americani e si era già attirata una serie di critiche, con molti utenti che sui social che sono tornati a parlare di "Taco Trump", ossia "Trump always chickens out", "Trump si tira sempre indietro". Il riferimento è alle ripetute retromarce presidenziali sul fronte delle tariffe dopo l'annuncio del 2 aprile scorso. Da allora l'amministrazione è stata costretta a rivedere più volte i suoi piani sui dazi, elemento centrale dell'agenda politica ed economica della Casa Bianca.
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La lotta al carovita
Come ha spiegato la Casa Bianca, i dazi su questi prodotti non servono più, considerati i progressi ottenuti nelle trattative commerciali e visto che gli Stati Uniti non sono in grado di produrli in quantità sufficienti a soddisfare la domanda interna. Le spiegazioni ufficiali però non convincono e mascherano, secondo gli esperti, le preoccupazioni dell'amministrazione sull'andamento dei prezzi di fronte a un carrello della spesa sempre più costoso e una frustrazione in aumento.
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Cosa cambia per i prodotti italiani?
Ma qual è l'impatto per i prodotti italiani? "Il nuovo ordine esecutivo del presidente Trump, che stabilisce la lista dei prodotti agroalimentari esclusi dal dazio del 15% già entrato in vigore, non prevede alcuno dei prodotti italiani esportati in modo significativo negli Stati Uniti", hanno spiegato Coldiretti e Filiera Italia, che ritengono necessario salvaguardare i prodotti agroalimentari made in Italy a partire da vino, olio, pecorino, riso e pasta.
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Una lista senza "made in Italy"
Le due associazioni sottolineano che il presidente americano Trump ha tagliato i dazi solo su beni come banane, pomodori, tè e caffè, succhi di frutta, cacao, arance, alcuni tagli di bovino (che l'Italia non è ancora autorizzata a esportare negli Usa), alcuni fertilizzanti, pinoli e frutta esotica. Sono prodotti che non possono essere coltivati negli Stati Uniti oppure realizzati in quantità largamente inferiori al fabbisogno interno, e i cui prezzi a causa dei dazi erano diventati proibitivi sul mercato americano.
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"Stop dazi su vino, olio e pecorino"
"L'Europa non può rinunciare a tutelare le proprie filiere, e la discussione va riaperta prima che l'impatto dei dazi comprometta in modo pesante e duraturo le nostre imprese in un mercato come quello americano che ci sono voluti anni per consolidarlo", afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. In questo quadro Coldiretti e Filiera Italiana ribadiscono l'urgenza di evitare l'introduzione del dazio del 107% sulla pasta e di ottenere la cancellazione dei dazi su vino, olio extravergine e pecorino, oggi tra i prodotti italiani più penalizzati e a rischio di perdere quote rilevanti di mercato. "Non possiamo continuare ad accettare decisioni unilaterali di questo tipo", aggiunge Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia.
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Preoccupazione anche per l'oro
"A queste considerazioni - commenta il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo - si aggiungono le forti preoccupazioni che si hanno relativamente all'oro depositato a Fort Knox dai Paesi europei tra cui l'Italia. Riteniamo sia necessario riportare l'oro nel nostro Paese".
Cosa deciderà la Corte Suprema?
Sulle tariffe aleggia ancora l'ombra della Corte Suprema, chiamata a esprimersi sulla loro legalità. I saggi sono apparsi scettici sulla tesi della Casa Bianca e sulla necessità di imporle perché gli Stati Uniti sono di fronte a un'emergenza. Se la Corte Suprema dovesse bocciare i dazi, per l'amministrazione Trump sarebbe un duro colpo politico perché ne minerebbe la credibilità all'estero, e anche economico vista la possibilità che la Casa Bianca debba restituire - secondo l'ultima stima di Trump - fino a "3.000 miliardi di dollari".
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