Dazi Trump, ecco le regioni italiane più colpite. I settori a rischio, dall’ottica al vino
EconomiaIntroduzione
Da Nord a Sud, le aziende più orientate all’export provano a calcolare i potenziali effetti negativi in arrivo a causa delle tariffe commerciali al 30% dal 1° agosto, così come annunciato dal presidente Usa nella lettera inviata, sabato scorso, al capo della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. Dall’agroalimentare a meccanica, farmaceutica, moda e occhialeria: molteplici settori che oltreoceano esportano miliardi di euro in prodotti made in Italy chiedono all'Ue di condurre “con autorevolezza” una trattativa risolutiva
Quello che devi sapere
Meccanica, allarme pmi
Nelle regioni settentrionali, il comparto della meccanica è trainato soprattutto dalla rete di piccole e medie imprese che tradizionalmente guardano all'estero, a partire dagli Stati Uniti. Per Dario Costantini, presidente della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna), “gli Usa rappresentano il secondo mercato di riferimento per il sistema delle imprese italiane, con una quota del 10,4% dell'export, alla pari con la Germania”.
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Il peso dell’export Usa in Piemonte
Secondo un’analisi di Cna, il Piemonte, per esempio, destina agli Stati Uniti una quota superiore al 14% dell’export totale. Materiali e macchinari che alimentano l’industria dell'automotive americana arrivano proprio dalle aziende attive nella principale regione del Nord-Ovest e che di riflesso potrebbero essere colpite più duramente dall’inasprimento dei dazi doganali. “Se si smonta una macchina tedesca, dentro c'è tanto Piemonte", afferma il presidente Cna.
Ottica, preoccupazione in Veneto
Per quanto riguarda il Nord-Est, a lanciare un grido di allarme in queste ore è soprattutto il settore dell’ottica in Veneto. "Il nostro territorio è fortemente esposto”, evidenzia Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno - Dolomiti e dell’associazione nazionale fabbricanti articoli ottici (Anfao). Per il sistema produttivo bellunese Anfao stima un duro colpo “non solo per l'occhialeria ma anche per l'intera filiera industriale che guarda con determinazione ai mercati esteri”. “Le imprese chiedono chiarezza, regole e fiducia: non possono operare in un clima di incertezza e instabilità”, afferma Berton.
Confartigianato: "Minacciati 17,9 miliardi di export delle Pmi"
Anche Confartigianato teme ripercussioni sulle piccole e medie imprese che, calcola, in un anno hanno esportato oltreoceano 17,87 miliardi di euro. Secondo l'organizzazione che riunisce artigiani e pmi, l'incremento dei dazi arriva in un contesto "fragile" segnato da un calo del manifatturiero e di comparti strategici come gioielleria, prodotti in metallo e mobili. Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna figurano tra le regioni potenzialmente più esposte, mentre a livello di province verrebbero particolarmente colpite Firenze, Vicenza, Belluno e Arezzo, ciascuna con i suoi settori di eccellenza.
Agroalimentare e non solo, timori al Sud
Mozzarella, pasta, olio, gastronomia locale: crescono i timori tra le aziende dell’agroalimentare del Sud che esportano prodotti tipici verso gli Usa. Le ultime mosse dell’amministrazione Trump impensieriscono tuttavia anche i siti di farmaceutica, elettronica e auto dove il tessuto industriale meno radicato rispetto al Nord rischierebbe di subire effetti negativi in misura maggiore
Prodotti Dop e Igp a rischio
Come sottolinea l’associazione Origin Italia, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-Ue per le produzioni Dop e Igp italiane dove “assorbono circa il 25% dell'export totale del comparto certificato". In valore assoluto, lo scorso anno la quota di prodotti "top" venduti oltreoceano ha sfiorato i 3 miliardi di euro sui 12 miliardi di esportazioni nel resto del mondo
Per Grana Padano, impatto di 10 dollari al chilo
Per Stefano Berni, direttore generale del consorzio tutela Grana Padano, la decisione di Trump equivale a una "dichiarazione di guerra economica" all'Europa, che "da competitor è considerata ora un nemico". Il dazio "ora salirebbe a circa 10 dollari al chilogrammo di Grana Padano, ma gli importatori e i distributori americani mettono in vendita al consumatore il Grana Padano moltiplicando per due il prezzo di partenza e tutti i costi logistici che hanno negli Usa. Ciò vuol dire che oggi lo pongono in vendita poco sotto i 40 dollari al chilo. Ma con un ulteriore dazio aggiuntivo del 30%, che quindi porterà quello totale al 45%, il prezzo al consumo supererà ampiamente i 50 dollari al chilo".
"Aumento dei listini oltre il 40%"
A soffirire potrebbe essere anche il pecorino romano prodotto in Sardegna. Secondo Coldiretti, l'impatto dei dazi al 30%, sommato al cambio attuale euro/dollaro, rischia di tradursi in un aumento dei listini che va anche oltre il 40%. "Questo meccanismo potrebbe indurre parte degli operatori, nella logica di non perdere spazi di mercato, a sacrificare il prezzo del prodotto, con conseguenze gravi per tutta la catena produttiva, a partire dai pastori", affermano Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore del distaccamento territoriale di Coldiretti.
Pericolo dazi sul vino
Come rileva l’analisi di Cna, nel settore vitivinicolo il pericolo di dazi al 30% investirebbe tutte le principali etichette da Nord a Sud: Chianti, Amarone, Barbera, Friulano, Ribolla, Prosecco rischiano aumenti di prezzo sul mercato americano
Confesercenti: “Effetto dazi sui consumi famiglie”
Secondo Confesercenti il possibile “terremoto” dazi potrebbe avere ripercussioni anche sul mercato interno con un rallentamento della crescita ed effetti negativi sull’occupazione. Sul fronte consumi, l’associazione di categoria calcola un calo della spesa delle famiglie che tocca quasi i 12 miliardi di euro in due anni
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