Terre rare, la Cina domina il mercato di estrazione e raffinazione. E l’Europa? I DATI
L’annuncio delle restrizioni cinesi alle esportazioni di terre rare continua a far discutere. "Stretta preoccupante", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Le terre rare sono state al centro della puntata del 27 ottobre di "Numeri", approfondimento di Sky TG24
L’ACCORDO USA-CINA E I TIMORI DELL’EUROPA
- La Cina domina il mercato delle terre rare. Dopo l'annuncio delle restrizioni alle esportazioni e l’accordo di qualche giorno fa con gli Stati Uniti, che porterà a un ritardo di un anno della stretta, ora anche l’Europa spera. "Stretta preoccupante, ho esortato il premier cinese a ripristinare catene di approvvigionamento stabili", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Le terre rare sono state al centro della puntata del 27 ottobre di Numeri, approfondimento di Sky TG24.
IL DOMINIO DELLA CINA
- La Cina domina il settore, in particolare dal punto di vista della raffinazione e della produzione (ad esempio di magneti) dove raggiunge percentuali anche oltre il 90% rispetto al resto del mondo.
A COSA SERVONO LE TERRE RARE?
- Le terre rare hanno usi diversissimi e sono utilizzate in molti elementi comuni: ad esempio si trovano 200 chili di terre rare in ogni turbina eolica, un chilogrammo in ogni pannello solare e 0,5 chili in ogni auto elettrica.
LE ARMI PRODOTTE CON LE TERRE RARE
- Grazie ale terre rare si fabbricano però anche le armi: come testimoniano i dati del ministero della Difesa Usa, il 78% delle armi prodotte negli States sono prodotte con le terre rare, mentre il 22% ne è privo.
I DATI
- Non mancano gli esempi: in un sottomarino ci sono 40 quintali di terre rare, in un aereo, invece, "appena" 400 chili.
EFFETTO DAZI
- I dazi americani verso Pechino hanno effetti anche in questo contesto: come testimoniano i dati delle Dogane cinesi, negli ultimi sei mesi la vendita di magneti agli Stati Uniti ha subìto un fortissimo rallentamento rispetto al periodo precedente.
TEMPI LUNGHI
- Se gli Stati Uniti decidessero di inseguire la Cina in questo settore, dovrebbero mettere in conto aspettative piuttosto lunghe: per aprire una nuova miniera ci vogliono 8 anni, un nuovo impianto di raffinazione richiede dai 5 ai 7 anni mentre un nuovo impianto per produrre magneti dai 3 ai 5 anni.
L'ANDAMENTO USA
- Nel 1992 gli Stati Uniti erano il primo produttore mondiale di terre rare, in volumi inferiori rispetto a quelli attuali. Nel 2002, però, si decise di chiudere tutte le miniere riaprendole soltanto nell'ultimo periodo: il risultato è che nel 2024 gli Usa hanno il 12,4% della produzione mondiale.
E L'EUROPA?
- Il Continente europeo è messo peggio degli Stati Uniti da questo punto di vista: la quasi totalità, il 98%, delle terre rare usate in Europa arriva dalla Cina, mentre appena il 2% dagli altri Paesi.
AUMENTARE LA FORNITURA IN EUROPA
- L'Ue ha previsto l'aumento delle percentuali di estrazione e lavorazione delle terre rare entro il 2030: tali valori, però, rimarranno inferiori rispetto a quelle degli altri grandi Paesi e, per arrivare a quei livelli, sarà necessario attendere diverso tempo.