Terre rare, Von der Leyen: "Europa più indipendente". Cosa prevede il piano

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La presidente della Commissione Ue ha annunciato una regolamentazione unica per le imprese innovatrici, ma soprattutto ha lanciato un nuovo piano per salvare le imprese europee dalla possibile scarsezza delle terre rare cinesi. Si chiama RESourceEU, sulla falsariga dell'iniziativa REPowerEU, creata per rispondere allo stop del gas russo

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La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha annunciato a Berlino un nuovo piano RESourceEU, sulla falsariga dell'iniziativa REPowerEU, quello creato per rispondere allo stop del gas russo, in modo da risolvere stavolta il problema della scarsità delle terre rare di origini cinesi. In un mondo in cui gli altri attori globali si muovono velocemente, in cui la competitività è legata alla sicurezza, l'Europa deve tenere il passo. E riformare le proprie istituzioni per dare risposte adeguate agli shock della geoeconomia, essere indipendente, dalla difesa alle terre rare. Ma per farlo ha bisogno di una nuova mentalità, di sentire l'urgenza del momento, di aver coraggio e voglia di indipendenza. È il monito lanciato da Ursula Von der Leyen al Forum 2025 Berlin Global Dialogue. La presidente della Commissione non ha parlato della riforma delle riforme, quella del superamento dell'unanimità, rilanciata solo ieri da Mario Draghi con la formula del "federalismo pragmatico". Una materia che riguarda di più il Consiglio. Tuttavia ha avanzato alcune proposte concrete per evitare il rischio di essere irrilevante, messa all'angolo dalla competizione Usa- Cina. Ha annunciato una regolamentazione unica per le imprese innovatrici, ma soprattutto ha lanciato un nuovo piano per salvare le imprese europee dalla possibile scarsezza delle terre rare cinesi. Si chiama RESourceEU, sulla falsariga dell'iniziativa REPowerEU, creata per rispondere allo stop del gas russo.

"Rispondiamo a una sfida strutturale"

"Oltre il 90% del nostro consumo di magneti delle terre rare proviene dalle importazioni dalla Cina: un rischio - ha sottolineato - per l'Europa e i suoi settori industriali più strategici, dall'auto alla difesa all'aerospaziale, dai chip di intelligenza artificiale ai data center. Cercheremo soluzioni con Pechino, ma siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per rispondere, se necessario, a questa che è una sfida strutturale". Una frase che sembrerebbe non escludere il ricorso all'eventuale bazooka del sistema anti-coercizione. Ma per ora la presidente si è limitata a proporre nuove partnership con paesi come l'Ucraina e l'Australia, il Canada, il Kazakistan, l'Uzbekistan, il Cile e la Groenlandia. Il piano infatti, come ha riferito il commissario Stéphane Séjourné, prevede l'incremento della produzione in Ue, la diversificazione delle importazioni e la protezione delle catene del valore. Inoltre, un centro congiunto di acquisto e stoccaggio strategico ispirato al modello giapponese.

"La guerra ha prodotto una crisi dolorosa"

"Ciò che abbiamo fatto con il vaccino contro il Covid - è la sua sintesi - possiamo farlo per la nostra sicurezza economica, con le materie prime". Secondo von der Leyen, come ha dimostrato la guerra in Ucraina e la crisi energetica causata dallo stop al gas russo, ormai è impossibile distinguere il dossier sicurezza e difesa da quello della crescita economica, vale con Mosca come con Pechino: "Abbiamo visto le catene di approvvigionamento globali dispiegarsi come vettori di pressione. Ogni settore è preso di mira, dall'energia ai dati, dall'alimentazione alle tecnologie. La guerra ha prodotto una crisi dolorosa che ha messo a nudo la nostra eccessiva dipendenza dal petrolio e dal gas russi: una lezione - ha chiarito - che non possiamo mai permetterci di ignorare o dimenticare. Siamo ora in un'era di geoeconomia conflittuale". Per uscirne vivi ha citato anche i contatti con le Filippine, la Thailandia, la Malesia, gli Emirati Arabi Uniti e altri mercati emergenti per evitare strozzature nelle catene di approvvigionamento. Insomma, l'Ue deve usare il suo peso geoeconomico "in modo da trovare il suo posto nell'economia globale odierna". "L'Europa ha tutto ciò che serve per farlo. Ma - ha ammonito - servirà una nuova mentalità: avere il senso dell'urgenza, coraggio e voglia di indipendenza".

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