Mutui, quali sono le banche che hanno ridotto le erogazioni (e quali no)
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Nel 2023 i grandi istituti di credito hanno tagliato (e di molto) i finanziamenti, mentre quelli di medio-piccole dimensioni hanno concluso l'anno in controtendenza. Ma nei primi mesi del 2024 si registra un cambio di rotta grazie a nuove offerte a tasso fisso
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- C'è una spaccatura nel mondo bancario italiano sull’erogazione dei mutui, che nell’anno appena passato è calata del 25%. Molti istituti - soprattutto i più grandi - hanno ridotto (e di parecchio) i finanziamenti, mentre quelli di piccola-media dimensione hanno concluso il 2023 in controtendenza, con una crescita delle erogazioni
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- A fotografare la situazione è il Sole 24 Ore, sulla base dei calcoli effettuati da MutuiSupermarket.it, che ha unito i dati rilasciati dalle banche a interviste e analisi interne. E così si è scoperto che dietro al -25% ci sono scelte (molto) diverse da parte dei singoli istituti di credito
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- Come scrive il quotidiano economico, Intesa Sanpaolo è passata da 15,1 miliardi di erogazioni nel 2022 a 8,7 miliardi del 2023: si tratta di un calo corposo (-47%), che ha fatto scendere la sua quota di mercato dal 27% al 21% del totale. Anche UniCredit ha ridotto le erogazioni da 4 a 1,6 miliardi, segnando un calo del 60%
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- Stesse strategie per gruppo Bnl e gruppo Banco Bpm, che hanno tirato il freno a mano diminuendo le erogazioni dei mutui di circa un terzo rispetto al 2022 (rispettivamente -33% e -34%). Calo anche per Monte dei Paschi di Siena, che è passata da 3,1 a 2,7 miliardi, con una diminuzione dei finanziamenti del 12%
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- Le erogazioni di Bper sono passate da 4,3 a 4 miliardi, con un calo del 7% (ma sempre più contenuto rispetto alle altre banche). Infine, Mediobanca Premier (ex CheBanca!) e Banca Mediolanum hanno anche loro ridotto i finanziamenti, rispettivamente del 52% e del 34%
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- Ma quante e quali sono le banche in controtendenza? Partiamo da Crédit Agricole, il cui erogato è passato dai 3,6 miliardi del 2022 ai 4 miliardi del 2023 (+10%), seguita da Credem, che ha incrementato i finanziamenti da 1,5 a 1,8 miliardi (+20%). Da citare poi Ing, che segna un corposo balzo del 59% nelle erogazioni: da 1,4 miliardi nel 2022 a 2,2 miliardi nel 2023
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- Qual è la situazione nei primi mesi del 2024? Come scrive il Sole 24 Ore, citando MutuiSupermarket.it, qualcosa è cambiato. "Dopo un 2023 caratterizzato da un rapido e forte aumento dei tassi di e una conseguente contrazione delle erogazioni di mutui per privati e famiglie dell'ordine del 25%", quest’anno "è iniziato con una domanda che ha mostrato i primi segnali di ripresa"
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- Come spiega Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it, questo cambio di rotta è "frutto di nuove offerte di mutui a tasso fisso che hanno beneficiato di una sensibile contrazione degli indici Irs avvenuta nell’ultimo trimestre 2023. Gli indici Irs hanno quindi già incorporato ad inizio anno aspettative di diminuzione dei tassi di interesse sul lungo periodo, tanto che oggi si trovano 100-150 punti base più in basso rispetto al costo del denaro della Bce"
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- "Le nuove offerte di mutuo a tasso fisso, che ad oggi spiegano la quasi totalità delle preferenze di privati e famiglie, presentano al momento tassi fissi finiti compresi fra il 2% e il 3%, e stanno trainando la fase attuale di iniziale ripresa della domanda di mutui, sia con finalità acquisto che con finalità surroga", dice Rossini citato dal Sole 24 Ore
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- Non solo: la situazione potrebbe essere rosea anche per i mesi che verranno. "I potenziali tagli attesi al tasso Bce, previsti entro la prossima estate, dovrebbero progressivamente accelerare la ripresa della domanda nel corso dei prossimi trimestri, generando quindi volumi di erogazioni di mutui in crescita sull’intero anno 2024", conclude Rossini