Bonus tredicesime, perché la misura da 100 euro è slittata? I nodi tecnici e politici
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Il contributo per i lavoratori dipendenti con i redditi più bassi era prossimo all’esame del governo ma è stato rimandato. All’origine dello stop "concordato" tra Mef e Palazzo Chigi ci sarebbe l’esigenza di compiere "ulteriori approfondimenti" sulle coperture, anche per scongiurare il rischio di una Manovra correttiva
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- Resta ai box, per ora, il bonus tredicesime, il contributo allo studio del governo destinato ai lavoratori dipendenti con i redditi più bassi. L’esame del provvedimento, inserito decreto nel legislativo sulla revisione di Irpef e Ires, era atteso nel Consiglio dei ministri del 23 aprile ma è slittato di una settimana
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- Secondo l'ultima bozza circolata, il bonus equivale a un’indennità di 100 euro destinata a chi percepisce un reddito annuo fino a 28mila euro e ha un coniuge e almeno un figlio a carico, anche se nato fuori dal matrimonio, adottivo o affidato
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- La misura, parte della delega fiscale approvata la scorsa estate, avrebbe un orizzonte temporale di un anno, in attesa dell’introduzione di un regime fiscale strutturale sostitutivo sulle tredicesime. Al Mef spetterebbe poi il compito di definire l’ammontare del bonus entro il 15 novembre contando su dati certi per le coperture, in particolare dal concordato biennale per le partite Iva
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- In virtù del peso sul casse dello Stato, un’altra bozza prevedeva invece un incremento fino a 80 euro, da corrispondere nella tredicesima, del bonus già previsto per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 15mila euro, senza specifiche sul nucleo familiare
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- Secondo fonti del governo lo stop all’esame del bonus è stato "concordato" tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il suo vice Maurizio Leo, che ha la delega sul Fisco, e Palazzo Chigi. Al termine della riunione il titolare del Mef ha spiegato che "la bozza era ancora acerba" evocando approfondimenti sulle coperture. Sulla stessa linea il viceministro che ribadisce la necessità di "un decreto compatibile con le esigenze dei contribuenti e rispettoso degli equilibri di finanza pubblica"
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- Ad allertare i tecnici di via XX Settembre è il rischio di un incremento dei costi oltre i 100 milioni di euro ipotizzati inizialmente. Di conseguenza per riequilibrare i conti pubblici il governo sarebbe costretto a varare una Manovra correttiva, mettendo in allarme i mercati
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- Qualora venisse approvato, il bonus tredicesime - da 80 o 100 euro - arriverebbe nel pieno della campagna elettorale per le elezioni europee. A partire da quella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che domenica a Pescara dovrebbe annunciare la sua candidatura. Alla misura guardano anche gli alleati come la Lega di Salvini
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- La misura solleva critiche dalle opposizioni. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi evoca gli 80 euro del contributo introdotto dal suo governo nel 2014 e critica il governo per un "mini bonus dato una volta all'anno per pochi"
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- Il bonus tredicesime è parte di un pacchetto più ampio di interventi di attuazione della delega fiscale che punta a riformare le imposte su diversi redditi, dai terreni ai dipendenti, dagli autonomi ai redditi di impresa. Tra le novità allo studio, il ritorno nel 2025 della tassazione al 10% sui premi di risultato, quest’anno ferma al 5%. Un'aliquota simile verrebbe applicata alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa
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- Allo studio del governo spunta anche una stretta sull'applicazione della rendita integrativa temporanea anticipata (Rita). Dal 2025 l'anticipo si potrà avere solo se la cessazione del rapporto di lavoro dipende da cause diverse dal raggiungimento dei requisiti pensionistici