Fisco, ipotesi bonus 100 euro in tredicesima (non per tutti): ma il decreto slitta in Cdm
Era previsto per oggi, ma l'esame preliminare sul decreto che interviene sul regime delle imposte passa alla prossima settimana. Dall'ultima bozza circolata era emersa l’idea di un'indennità fino a 100 euro nelle tredicesime dei lavoratori con reddito fino a 28mila euro con coniuge e almeno un figlio
- Slitta il decreto legislativo sulla revisione del regime delle imposte sui redditi Irpef e Ires, inizialmente atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi, 23 aprile. Il provvedimento - che darà il via una prima attuazione della delega fiscale per i redditi da lavoro autonomo, dipendente, redditi agrari e redditi diversi - non è infatti all'ordine del giorno della riunione. Il decreto, secondo quanto si apprende, andrà in Cdm per l'esame preliminare la prossima settimana
- "Stiamo lavorando per mettere a punto un decreto che sia compatibile con le esigenze dei contribuenti e al tempo stesso rispettoso degli equilibri di finanza pubblica", aveva detto ieri il viceministro all'Economia Maurizio Leo, precisando che la bozza di decreto circolata non è quella definitiva. Qualche norma potrebbe quindi ancora cambiare da qui alla prossima settimana
- Inizialmente si parlava per i lavoratori dipendenti con reddito non oltre i 15mila € di un incremento nella tredicesima fino a 80 €. La nuova ipotesi prevede un'indennità fino a 100 € per i lavoratori che hanno: reddito non superiore a 28mila €; un coniuge e almeno un figlio che si trovano nelle condizioni reddituali previste dall'articolo 12, comma 2, del Tuir (reddito non superiore a 2.840,51 €, al lordo degli oneri deducibili, elevato a 4mila € per i figli fino a 24 anni); capienza fiscale con riferimento ai redditi di lavoro dipendente percepiti
- L'articolo 4 del decreto prevede “disposizioni in materia di benefici corrisposti in occasione dell'erogazione della tredicesima”. Stabilisce che, “in attesa che sia introdotto un regime fiscale sostitutivo” per i redditi da lavoro dipendente, "per ragioni di semplificazione normativa" si mantiene "l'ordinario regime di tassazione” e si prevede “la restituzione, sotto forma di indennità, di un importo che non potrà essere superiore a 100 €, corrispondente al maggior prelievo tributario che si verifica rispetto all'applicazione di un'imposta sostitutiva"
- L'ammontare dell'indennità andrà definita con un decreto del ministero dell'Economia e delle finanze, che dovrà essere adottato entro il 15 novembre 2024, sulla base delle maggiori entrate erariali derivanti dall'attuazione del concordato preventivo biennale delle Partite Iva
- Un altro capitolo riguarda i premi di risultato. Dal 1° gennaio 2025 saranno tassati al 10%, entro il limite massimo di 3 mila euro lordi
- Quest'anno, in base a quanto stabilito dall'ultima Manovra, come già nel 2023, i premi di produttività sono tassati al 5%. Si va quindi verso un aumento della tassazione. Lo stesso regime si applicherà "alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell'impresa"
- Per i redditi da lavoro autonomo, l'intervento dovrebbe spaziare dalla determinazione del reddito alle plusvalenze, rimborsi, minusvalenze e spese, fino alla neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione degli studi professionali
- Tra le altre novità, sembra che le attività connesse al reddito agrario non verrebbero più considerate "nei limiti della potenzialità del terreno". L'inciso dovrebbe infatti essere soppresso dalla definizione del Testo unico delle imposte sui redditi
- Il governo interviene anche sulla RITA - rendita integrativa temporanea anticipata - che, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, dal prossimo anno verrà riconosciuta solamente "nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per cause diverse dal raggiungimento del requisito pensionistico di qualsiasi genere”
- Sui redditi diversi, la revisione dovrebbe interessare le plusvalenze delle aree edificabili ricevute in donazione. Sui redditi d'impresa, infine, dovrebbero arrivare anche modifiche sulle operazioni straordinarie e sulla disciplina della liquidazione
- Approvato invece in Cdm un ddl sull'IA, per declinare il regolamento europeo AI Act
- Tra le novità principali: si introduce un nuovo reato che punisce con la reclusione da 1 a 5 anni per chi crea danno con l'intelligenza artificiale e si estendono le agevolazioni fiscali per i rimpatriati anche a chi ha lavorato sull'IA all'estero