Bonus fiscali, tagli in vista per aggiustare i conti

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Un taglio alle agevolazioni equivarrebbe a tutti gli effetti a un aumento delle tasse. Non ci sono ancora indicazioni precise del governo, che prevede interventi nel Documento di Economia e Finanza. In passato i tentativi sono risultati deludenti, con pochi soldi risparmiati 

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Stretta sugli sconti fiscali in arrivo? La risposta è sì, perché questo si legge nell’ultimo Documento economico del governo, che non indica però quali misure intende adottare per aggiustare i conti pubblici. Parliamo delle agevolazioni che permettono a famiglie e imprese di scaricare una parte delle spese quotidiane.

La giungla delle agevolazioni

Una montagna di bonus che contempla non solo il pesantissimo (per il bilancio statale) Superbonus giunto al capolinea, ma anche altri aiuti molto popolari: dalla detrazione per il mutuo a quelle per le medicine. Accanto a vaste platee di beneficiari, ci sono però anche tanti aiuti che vanno a poche decine di persone o aziende e di alcuni non si sa esattamente il costo.

In sei anni spesa per gli sconti raddoppiata

Non è noto cosa ci sia nel mirino, ma sulla concreta efficacia dell’operazione – che avrebbe l’effetto di aumentare le tasse - è lecito nutrire dubbi, perché molti governi in passato hanno promesso di fare ordine e i risultati finora sono stati deludenti. Dal 2018 a oggi questi sconti sono aumentati di un terzo, arrivando a quota 625 e facendo raddoppiare la perdita per le casse dell’Erario, prevista quest’anno a 105 miliardi.

Pochi risparmi dagli ultimi interventi

Nel fornire questi numeri, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio evidenzia, poi, come i recenti interventi abbiano inciso poco. Il riferimento è alla riduzione degli sconti per chi ha redditi più alti. Nel 2020 – spiega l’autorità indipendente di controllo - l’operazione che penalizzava chi aveva redditi sopra i 120mila euro l’anno ha fatto risparmiare appena 31 milioni. Meglio il taglio deciso nel 2023: 220 milioni ottenuti  colpendo chi guadagna più di 50mila euro, ma si tratta in ogni caso di pochissimi denari rispetto alla correzione di bilancio che l’Italia è chiamata fare per rispettare i nuovi vincoli europei e trovare le risorse per la nuova manovra. 

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