Conti pubblici, il governo punta ad aggiustamento in sette anni

Economia
Simone Spina

Simone Spina

E' quanto emerge dal Documento di Economia e Finanza trasmesso al Parlamento. L'obiettivo va concordato con l'Unione Europea, con la quale si dovrà trattare per avere margini di spesa per la prossima manovra se si vorranno confermare nel 2025 una serie di aiuti per i quali servono quasi 20 miliardi. La priorità per Palazzo Chigi è il rifinanziamento del taglio dei contributi: senza il rinnovo, per milioni di italiani gli stipendi scenderebbero

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Sette anni per aggiustare i conti pubblici. A questo punta il governo nella trattativa con l’Europa che s’intensificherà probabilmente in estate, quando a Bruxelles ci sarà un nuovo esecutivo (a giugno si vota) e dopo che le nuove regole di bilancio comunitario avranno assunto una forma definitiva. Sfruttando la flessibilità che queste norme prevedono, Roma – in pratica – chiederà che il piano di riduzione del debito sia il meno traumatico possibile. 

Il governo prende tempo

La strategia emerge dal Documento di Economia e Finanza (il Def), presentato in Parlamento, che – in attesa della traiettoria che l’Ue indicherà – scatta una fotografia della situazione esistente e non indica gli interventi che si vogliono mettere in campo. 

Priorità a sgravi contributi lavoratori

Un’indicazione chiara per la prossima manovra però già c’è: “Sarà data priorità – scrive nel Def il ministro del Tesoro  Giancarlo Giorgetti - al rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro”. Parliamo degli sgravi dei contributi ai dipendenti: 14 milioni di italiani che, senza proroga della misura approvata a dicembre, da gennaio prossimo si ritroverebbero una busta paga più leggera: anche 100 euro al mese in meno. 

Le misure a rischio

Per mantenere l’agevolazione servono più di 10 miliardi; oltre quattro, invece, per confermare il taglio dell’Irpef, l’imposta sui redditi. Se aggiungiamo gli altri aiuti voluti da Palazzo Chigi, in scadenza a fine anno, il conto lievita a quasi 20 miliardi. 

Lo spettro di tagli e nuove tasse

Si troveranno tutti questi denari? E come? Al momento non lo sappiamo. Sappiamo però che la crescita nel 2024 sarà meno robusta e che il debito è in salita con la zavorra dei bonus edilizi. Bisogna sperare che Bruxelles dia margini sufficienti, altrimenti al governo non resterà che rinunciare a qualche promessa o tagliare altre spese (con ricadute sui servizi ai cittadini) e mettere nuove tasse.

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