Agricoltori, perché protestano in tutta Europa? I motivi delle manifestazioni
In tutto il Continente europeo sono tantissime le manifestazioni contro i tagli nazionali e le politiche europee. Tra le motivazioni c’è anche il tema dell’Ucraina, il cui potenziale ingresso nell’Unione europea potrebbe squilibrare l’attuale ripartizione dei fondi PAC
- La protesta degli agricoltori è esplosa in Germania, ha contagiato Francia e Paesi Bassi e si è espansa in tutto il Vecchio Continente arrivando anche in Italia e Spagna. La rabbia della categoria contro un'Europa vista come lontana e poco amica, norme penalizzanti e una burocrazia asfissiante si stanno esprimendo in manifestazioni, blocchi stradali, cortei nelle piazze (in foto, proteste a Groningen, nei Paesi Bassi)
- Ma perché protestano gli agricoltori? Nel mirino c’è soprattutto la politica europea, in particolare "l'ecologia punitiva" del nuovo Green Deal, vista come eccessivamente severa nei confronti del mondo agricolo
- Inoltre, uno degli elementi che unisce gli agricoltori di varie nazioni è anche l’import di prodotti low cost, come ad esempio il pollo ucraino. E poi ci sono le misure ecologiste nazionali, come il piano per la riduzione dell'azoto prodotto dagli allevamenti in Olanda, con la protesta della categoria cavalcata dal leader di estrema destra Geert Wilders, o le tasse sui carburanti più inquinanti in Germania e Francia
- Gli agricoltori si lamentano per le politiche comunitarie, a partire dai fondi per rinnovare la Politica Agricola Comune (PAC). Le misure prevedono l’obbligo di destinare almeno il 4% dei terreni coltivabili a funzioni non produttive e l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture e di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%. Per gli agricoltori si tratta di decisioni che rendeanno il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto all'import
- Nella protesta ha un ruolo molto importante anche l’Ucraina: in particolare l’import di prodotti agricoli (soprattutto cereali) a prezzi più bassi da Kiev. Secondo gli agricoltori questo sta distruggendo il mercato interno. Gli agricoltori denunciano che produrre alcuni prodotti in Ucraina costa la metà che in alcuni Paesi europei. Una partita che si gioca sulla ripartizione dei sussidi comunitari. In vista di una futura adesione di Kiev all’Unione, si parla già di possibile riforma della PAC
- A iniziare tutto è stata la Germania. A dicembre 2023 il governo federale ha proposto una prima bozza di bilancio per il 2024, bocciata dalla Corte Suprema tedesca che ha evidenziato un buco di 60 miliardi nelle finanze della Germania. A rimetterci, con pesanti tagli, sono stati gli agricoltori: annunciati un aumento delle tasse e un taglio nei sussidi agricoli, con l’eliminazione dei principali privilegi fiscali, tra cui quello sul gasolio. Le proteste hanno portato a effettuare questa riforma in maniera graduale, in più anni
- Il 23 gennaio gli agricoltori hanno attuato blocchi stradali in tutto il Paese dopo che il giorno prima i loro rappresentanti avevano partecipato a un incontro infruttuoso con il governo. Tra le rivendicazioni ci sono la semplificazione delle procedure amministrative, la rinuncia a introdurre nuovi divieti per i pesticidi, il blocco degli aumenti di prezzo del gasolio per i trattori, la piena applicazione della legge che obbliga il settore industriale a pagare di più gli agricoltori e risarcimenti più rapidi in caso di disastri naturali
- Anche in Italia la tensione è salita e gli agricoltori da giorni scendono in piazza. Tutti insieme per contestare farine d'insetti e burocrazia, carne coltivata e caro-gasolio
- Nel nostro Paese gli agricoltori chiedono più tutela del Made in Italy e si oppongono all’aumento del prezzo del gasolio
- Manifestazioni di agricoltori stanno avvenendo ovunque: in Polonia gli agricoltori hanno protestato opponendosi sia all'afflusso incontrollato di merci dall'Ucraina sia all'introduzione del Green Deal europeo. In Romania i manifestanti dichiarano che le mosse del governo sono insufficienti. Lo stesso in Grecia, dove si aggiungono i disastri naturali. Anche in Ungheria gli agricoltori hanno dato il via a proteste, spaventati dalle importazioni a basso costo provenienti dall’Ucraina