Confindustria: “Per l'economia nuovi rischi e tensioni. Incerte prospettive per l’export”
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Secondo l’analisi mensile del centro studi lo scenario è dovuto "alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez per gli attacchi degli Houthi. I prezzi di gas e petrolio non ne hanno risentito finora ma restano alti”. Le rotte marine son cruciali: per l'Italia il 54% degli scambi commerciali è via mare. Ecco tutti i dati e le stime, dall’inflazione ai tassi, dagli investimenti al mercato del lavoro
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- Il centro studi di Confindustria nella sua analisi mensile “congiuntura flash” avverte che l’inizio del 2024 si sta rivelando ricco di "nuove tensioni e nuovi rischi" per l’economia italiana. Lo scenario dei possibili rischi è dovuto "alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez per gli attacchi del gruppo yemenita degli Houthi. I prezzi di gas e petrolio non ne hanno risentito finora ma restano alti”
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- "A fine 2023 il Pil italiano potrebbe essere andato meglio dell'atteso", rivela Confindustria. Sono "ripartiti servizi e costruzioni" ma "l'industria resta debole". Inflazione” ai minimi" in Italia ma "non ancora in Europa. I tassi potrebbero rimanere alti ancora per alcuni mesi”. Gli economisti di via dell'Astronomia evidenziano che se "l'inflazione italiana è scesa ancora a dicembre (+0,6% annuo, da +0,7%)" è "balzata, invece, in Germania (+3,8% da +2,3%) e Francia (+4,1% da +3,9%), tanto che nella media Eurozona è risalita al +2,9% (da +2,4%)"
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- È l'effetto dei prezzi dell'energia che "ora calano molto di più in Italia" rispetto alla Germania che "li aveva frenati molto a dicembre 2022". I tassi sono "attesi in calo" ma il centro studi di Confindustria mette in evidenza che "il recente aumento dell'inflazione non ha intaccato l'ottimismo dei mercati ma può frenare le mosse Bce”
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- "I tassi sovrani non hanno risentito delle riforme riguardanti l'Europa (accordo sul Patto di Stabilità, mancata ratifica del Mes): il Btp italiano a gennaio è stabile a 3,63%, il Bund a 2,14%; lo spread si mantiene a 149 punti. Ciò riflette le attese al ribasso sui tassi delle banche centrali: i mercati si aspettano il tasso Fed ancora fermo a fine gennaio (5,50%) e il primo taglio a marzo; anche nell'Eurozona si attendono tassi Bce fermi questo mese (4,50%) e un taglio a marzo-aprile”
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- Pesa anche il "credito più caro" con "a novembre un ennesimo aumento del costo del credito per le imprese italiane (5,59% in media)", di contro "per il secondo mese si attenua la caduta dei prestiti (-4,8% annuo, da un minimo di -6,7% a settembre), sebbene il credito rimanga un fattore di freno per investimenti e consumi”
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- Sono "meno negativi" i dati sugli investimenti, con "una dinamica meno sfavorevole nel quarto trimestre, dopo il calo nel terzo: migliorano le condizioni per investire, che rimangono però negative, e la previsione sulla spesa in beni di capitale. La domanda gioca poco a favore", con la fiducia delle imprese in calo. Nello scenario anche "consumi incerti", pur con la fiducia delle famiglie che "è risalita”
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- "Cresce il lavoro" con +450mila occupati a novembre da fine 2022. La crescita a ottobre-novembre (+122mila) è interamente ascrivibile ai lavoratori a tempo indeterminato (+0,9%, +143mila), calano i lavoratori a tempo determinato (-0,3%) e indipendenti (-0,3%)". Il settore dei servizi è "in risalita" ma per l'industria si registra un "brusco calo"
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- A inizio 2024 pesa anche il blocco di Suez che "se prolungato può peggiorare lo scenario". Nello scenario internazionale, le economie europee si muovono con "ritmi divergenti": Italia e Germania soffrono, positiva la performance di Spagna e Francia. I dati Usa lasciano un punto interrogativo sul rischio che l'economia americana sia ora in frenata. Bene la Cina che accelera con un quarto trimestre sopra le attese ma comunque con attese "prudenti" sul 2024
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- Gli economisti segnalano "prospettive incerte per l'export italiano", con "segnali di miglioramento a fine 2023" ma "prospettive per il 2024 non rassicuranti". Saranno "cruciali" le rotte marine, fattore legato alla crisi di Suez. "L'export di prodotti italiani si è ridotto nel 2023, in un quadro di profonda debolezza della domanda mondiale di beni", ma con "segnali di miglioramento a fine anno. Nel quarto trimestre, l'export italiano è stimato in recupero (+1,5% in ottobre-novembre sul terzo), seppure con dinamica mensile altalenante”
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- "L'impatto economico del crollo del trasporto marittimo attraverso il Canale di Suez è fortemente condizionato alla persistenza: più è prolungato, maggiori saranno gli effetti negativi sul commercio estero italiano e globale", evidenzia il centro studi. "A metà gennaio, il traffico di navi nel mar Rosso si è più che dimezzato e il costo di trasporto dei container dall'Asia all'Europa è aumentato del 92%". Le rotte marine sono "cruciali": "Il 90% del volume degli scambi globali avviene via mare" e prima della crisi "il 12% transitava per Suez"
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- Per l'Italia "il 54% degli scambi è via nave, di cui il 40% tramite Suez. Via mare transita più del 90% dei flussi italiani con i principali Paesi a est del Mar Rosso (in Asia e parte del Medio Oriente). Potenzialmente esposti sono: scambi di petrolio e gas (da Kuwait, Qatar, EAU, Iraq; parte del petrolio dell'Arabia Saudita è invece imbarcato a nord dello Yemen), quelli di beni elettronici e apparecchi elettrici (oltre metà dell'import extra-UE viene dalla Cina), quelli di prodotti in pelle (un terzo viene dalla Cina) e di macchinari