Pil, Cgia: dal 2019 Italia locomotiva d’Europa. Traino di turismo ed export
Secondo l’Ufficio studi dell’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre dall’anno prima del Covid il nostro Paese è cresciuto del 3%, più di Spagna, Francia e Germania. A spingere la ripresa anche investimenti, manifattura e consumi delle famiglie. Nonostante la congiuntura negativa con l’aumento dei prezzi energetici e dei tassi di interesse, le misure messe in campo dagli ultimi governi hanno evitato una crisi sociale
- Da 4 anni a questa parte l’Italia non è più l’ultima ruota del carro in Europa in termini di crescita del Pil. Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che certifica lo stato di salute dell’economia nazionale nonostante il rallentamento registrato negli ultimi 6 mesi. Ecco quali sono i settori maggiormente trainanti
- Secondo i dati Cgia dal 2019, l’anno prima della pandemia, ad oggi il Prodotto interno lordo italiano è cresciuto del 3% davanti al +2,3% della Spagna, al +1,8% della Francia e al +0,7% della Germania
- Tra i comparti che più hanno spinto il Pil nazionale spiccano il turismo, l'export e la manifattura. Positiva la tendenza di investimenti e consumi delle famiglie
- Secondo la Cgia il trend positivo ha avuto effetti anche sull’occupazione, che ha toccato il 61,8%. In Italia gli addetti ammontano a 23,7 milioni, record storico
- Il buon andamento dell’economia italiana non ha tuttavia cancellato fragilità decennali come povertà, disoccupazione femminile, tasse e lavoro nero
- A frenare la crescita da almeno 20 anni, evidenzia l'Ufficio studi, concorrono poi l’inefficienza della Pubblica amministrazione e il livello del debito pubblico tra i più elevati nel Vecchio Continente
- La Cgia evidenzia come gli ultimi esecutivi hanno evitato una crisi sociale grazie a misure che hanno mitigato la contrazione dei consumi nel biennio Covid, l’aumento dei costi delle bollette di luce e gas e l’impennata dei tassi di interesse decisa dalla Banca centrale europea per frenare l’inflazione
- Tra le regioni italiane che meglio hanno archiviato il periodo Covid prima la Lombardia con una crescita del 5,3%, oltre due punti sopra la media nazionale
- Sul podio anche Emilia-Romagna e la Puglia: nel quadriennio l’incremento del Pil regionale si è attestato rispettivamente al +4,9% e +3,9%. Positivo anche il trend del Friuli Venezia Giulia: +3,5%
- Secondo i dati della Cgia tra le 20 regioni italiane le uniche che ad oggi non hanno ancora superato la perdite causate dal Covid sono la Liguria e la Toscana: la prima deve recuperare lo 0,8% di Pil dal 2019, la seconda il 2%