Mar Rosso, l’impatto economico della crisi e l’importanza del canale di Suez
La guerra in Medio Oriente si allarga, con i raid di Usa e Uk sulle basi degli Houthi in Yemen, in risposta agli attacchi alle navi nel Mar Rosso. La rotta è una delle vie fondamentali per il commercio globale, ma nelle ultime settimane molte imbarcazioni stanno scegliendo di evitarla. Quali sono le conseguenze? Di questo si è parlato nella puntata del 12 gennaio di Numeri, l’approfondimento di Sky TG24
- Si allarga la guerra in Medio Oriente. Nelle scorse ore ci sono stati i raid di Usa e Regno Unito sulle basi e le postazioni degli Houthi in Yemen, in risposta agli attacchi alle navi nel Mar Rosso. L’allargamento del conflitto preoccupa anche gli analisti. Qual è l’impatto economico della crisi del Mar Rosso? E perché questa rotta che passa per il canale di Suez è così importante? Di questo si è parlato nella puntata del 12 gennaio di Numeri, l’approfondimento di Sky TG24
- Il canale di Suez, e il Mar Rosso in generale, è una delle vie fondamentali e vitali per il commercio globale: da qui, ad esempio, passa la componentistica delle nostre auto, il petrolio, molti dei prodotti che acquistiamo online. La cartina di quest’area mostra quante sono le imbarcazioni che attraversano la zona in queste ore: rispetto al solito, ce ne sono molte di meno perché la maggior parte stanno scegliendo una via alternativa
- Sempre più imbarcazioni, tra cui le navi container, scelgono di evitare il canale di Suez e dirigersi verso il capo di Buona Speranza: questa rotta che va da Singapore al Nord Europa, però, richiede 10 giorni in più di navigazione, 3.500 miglia nautiche in più e un milione di dollari in più di carburante
- Attraverso il canale di Suez vengono trasportati ogni giorno centinaia di migliaia di container: nelle ultime settimane si è registrato un calo repentino, pari al -66% rispetto alla media storica
- Attraverso il canale di Suez di solito passa circa il 12% del commercio globale e il 9% di prodotti legati al petrolio
- Ci sono già delle aziende che hanno lanciato l’allarme sulla mancanza di componenti. Tesla, ad esempio, ha fatto sapere di essere costretta “a sospendere la produzione di veicoli nella Gigafactory di Berlino-Brandeburgo tra il 29 gennaio e l'11 febbraio, ad eccezione di alcuni comparti”. Lo stesso hanno annunciato Volvo in Belgio e Ikea
- L’Italia è uno dei Paesi fortemente interessati alla piena operatività del canale di Suez. Soprattutto per due ragioni. La prima è che i nostri porti sono relativamente vicini. La seconda è perché siamo un grande Paese esportatore e importatore di materie prime
- I costi di trasporto dalla Cina sono già quattro o cinque volte più alti, in particolare per la rotta Shanghai-Genova. I rincari rischiano di risvegliare l'inflazione e causare, come già detto, alcuni ritardi di consegna
- Per quanto riguarda il peso delle merci che attraversano il canale di Suez, tra quelle che nel 2023 sono partite o arrivate in Italia il 40% è passato da qui
- Nel corso di un anno, tutto il commercio che passa per il canale di Suez vale per l’Italia 150 miliardi di euro