Crisi Mar Rosso, raid Usa-Gb su basi Houthi in Yemen. Ribelli: “Pagherete prezzo pesante”

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Gli Stati Uniti, con l’appoggio di alcuni alleati, hanno attaccato alcuni obiettivi strategici in risposta alle azioni del gruppo armato nel Mar Rosso. Gli Houthi: "Non c'è alcuna giustificazione per questa aggressione. Continueremo ad attacare le navi legate a Israele. Tutti gli interessi americani e britannici sono diventati obiettivi legittimi". L'Ue punta a inviare 3 navi nel Mar Rosso. Oggi riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu

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Con la situazione sul campo in costante evoluzione, abbiamo deciso di raccogliere qui alcune informazioni che permettano di farsi un'idea del contesto più ampio attraverso mappe, schede e approfondimenti.

 

"Le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d'acqua più vitali del mondo". Ad annunciarlo è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo che il gruppo armato a maggioranza sciita - da sempre sostenuto dall’Iran - ha ignorato l’avvertimento a non ostacolare il commercio internazionale sul Mar Rosso con azioni in supporto alla causa palestinese (GLI AGGIORNAMENTI LIVE). Secondo media ufficiali Houthi, il raid colpito una base aerea vicino a Sana'a, gli aeroporti di Taez, Hodeida e Abs e un campo militare vicino a Saada. Gli attacchi, ha riferito un dirigente Usa alla Cnn, sono stati condotti in particolare con aerei da combattimento e missili Tomahawk. "Il nostro Paese è stato sottoposto ad una massiccia aggressione da parte di navi, sottomarini e aerei da guerra", ha commentato il viceministro degli Esteri dei ribelli, Hussein Al-Ezzi: "L'America e la Gran Bretagna devono prepararsi a pagare un prezzo pesante e a sopportare tutte le terribili conseguenze di questa palese aggressione". Un portavoce Houthi ha fatto sapere che il raid ha causato "la morte di cinque combattenti Ansar Allah e il ferimento di altri sei". La Russia ha richiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Questi attacchi erano difensivi e progettati per preservare la libertà di navigazione in una delle vie d'acqua più vitali del mondo. Gli attacchi degli Houthi devono finire", ha dichiarato il portavoce della Nato Dylan White. Intanto oggi il comandante di una nave in navigazione nel Mar Rosso, a 90 miglia a Sud Est di Aden, "ha riferito di un missile caduto in acqua a 400-500 metri di distanza e seguito da tre piccole imbarcazioni". Non ci sono vittime o danni.

Palazzo Chigi: Italia sostiene operazioni Paesi alleati

In serata, con una nota, Palazzo Chigi fa sapere che “l’Italia condanna con fermezza i ripetuti attacchi degli Houthi a danno di navi mercantili nel Mar Rosso e conferma il proprio deciso sostegno al diritto di libera e sicura navigazione, in linea con le norme Internazionali. A fronte del comportamento inaccettabile degli Houthi, l'Italia sostiene le operazioni dei Paesi alleati, che hanno il diritto di difendere le proprie imbarcazioni, nell'interesse dei flussi commerciali globali e dell'assistenza umanitaria".

"Attacchi in Yemen per allentare tensioni nel Mar Rosso"

"Il nostro obiettivo resta quello di allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso", hanno affermato in una dichiarazione congiunta i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Corea del Sud. "Ma il nostro messaggio sia chiaro: non esiteremo a difendere vite umane e a garantire il libero flusso del commercio in una delle vie navigabili più critiche del mondo, di fronte alle continue minacce", prosegue la nota. Nella dichiarazione i 10 Paesi affermano inoltre che "gli attacchi di precisione avevano lo scopo di interrompere e degradare le capacità che gli Houthi utilizzano per minacciare il commercio globale e la vita dei marinai internazionali". Il comunicato prosegue sottolineando che gli attacchi degli Houthi contro navi mercantili iniziati a metà novembre "costituiscono una sfida internazionale" e "l'azione di oggi dimostra un impegno condiviso per la libertà di navigazione, il commercio internazionale e la difesa della vita dei marinai da attacchi illegali e ingiustificabili". L'Italia è stata invitata a sottoscrivere la dichiarazione congiunta (che il governo di Roma non ha firmato) ma al nostro Paese non è mai stato chiesto di partecipare ai bombardamenti in Yemen. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi. "Lavoriamo - spiegano le stesse fonti - per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso e siamo impegnati nella coalizione europea per garantire libera circolazione delle navi nell'area".

Biden: "Houthi hanno preso di mira le navi americane"

"Questi attacchi - ha detto Biden - sono la risposta diretta agli attacchi Houthi senza precedenti contro navi internazionali nel Mar Rosso, compreso l'uso di missili balistici antinave per la prima volta nella storia. Questi attacchi hanno messo in pericolo il personale statunitense, i marinai civili e i nostri partner, il commercio e minacciato la libertà di navigazione. Più di 50 nazioni sono state colpite da 27 attacchi al trasporto marittimo commerciale internazionale. Equipaggi provenienti da più di 20 Paesi sono stati minacciati o presi in ostaggio in atti di pirateria. Più di 2.000 navi sono state costrette a deviare per migliaia di miglia per evitare il Mar Rosso, il che può causare settimane di ritardi nei tempi di spedizione dei prodotti. E il 9 gennaio, gli Houthi hanno lanciato il loro più grande attacco fino ad oggi, prendendo di mira direttamente le navi americane". Biden ha aggiunto: "Mi assicurerò di rispondere agli Houthi se continueranno questo comportamento oltraggioso". 

Biden: "Abbiamo lanciato un avvertimento inequivocabile"

"La risposta della comunità internazionale a questi attacchi sconsiderati - ha proseguito il presidente Usa - è stata unita e risoluta. Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno lanciato l'operazione Prosperity Guardian, una coalizione di oltre 20 nazioni impegnate a difendere il trasporto marittimo internazionale e a scoraggiare gli attacchi Houthi nel Mar Rosso. Ci siamo inoltre uniti a più di 40 nazioni nel condannare le minacce degli Houthi. La settimana scorsa, insieme a 13 alleati e partner, abbiamo lanciato un avvertimento inequivocabile che i ribelli Houthi avrebbero subito conseguenze se i loro attacchi non fossero cessati. E ieri, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede agli Houthi di porre fine agli attacchi contro le navi mercantili e commerciali". "L'azione difensiva di oggi fa seguito a questa vasta campagna diplomatica e ai crescenti attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali - ha concluso Biden - Questi attacchi mirati sono un chiaro messaggio che gli Stati Uniti e i nostri partner non tollereranno attacchi al nostro personale né permetteranno ad attori ostili di mettere in pericolo la libertà di navigazione in una delle rotte commerciali più critiche del mondo". Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha detto che gli Stati Uniti "non cercano un conflitto con l'Iran, non cerchiamo un'escalation". Se ci saranno altri attacchi da parte degli Houthi, Biden "non esiterebbe ad ordinare altre operazioni per difendere le nostre truppe e le nostre attività commerciali", ha detto Kirby.

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Sunak: "Attacchi contro Houthi necessari e proporzionati"

Gli attacchi contro obiettivi Houthi in Yemen sono "necessari e proporzionati", ha detto anche il primo ministro britannico Rishi Sunak. "Nonostante i ripetuti avvertimenti della comunità internazionale, gli Houthi hanno continuato a compiere attacchi nel Mar Rosso", ha spiegato Sunak. "Abbiamo quindi intrapreso azioni limitate, necessarie e proporzionate di autodifesa, insieme agli Stati Uniti, per diminuire le capacità militari degli Houthi e proteggere il trasporto marittimo globale".

Houthi: "Non c'è alcuna giustificazione"

Gli Houthi "continueranno a prendere di mira le navi legate a Israele nel Mar Rosso", ha commentato un portavoce dei ribelli. "Affermiamo che non c'è assolutamente alcuna giustificazione per questa aggressione contro lo Yemen, poiché non c'era alcuna minaccia alla navigazione internazionale nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, e gli attacchi hanno colpito e continueranno a colpire le navi israeliane o quelle dirette ai porti della Palestina occupata", ha aggiunto il portavoce Mohammed Abdulsalam su X. In una nota ufficiale il Consiglio politico supremo degli Houthi annuncia: "Tutti gli interessi americani e britannici sono diventati obiettivi legittimi delle forze armate yemenite, in risposta alla loro diretta e dichiarata aggressione contro la Repubblica dello Yemen". 

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L'Iran condanna gli attacchi di Usa e Gb in Yemen

Intanto il portavoce del ministero degli Esteri dell'Iran, Nasser Kanani, ha "fermamente condannato gli attacchi di Usa e Gran Bretagna contro varie città in Yemen, ritenendoli un'azione arbitraria, una chiara violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dello Yemen e una violazione del diritto e dei regolamenti internazionali". Come riferisce il ministero degli Esteri di Teheran su X, Kanani ha affermato che "l'unico risultato degli attacchi sarà creare instabilità nella regione". Collegando i raid al sostegno degli Usa per Israele, il funzionario ha chiesto alla comunità internazionale di "impedire che la guerra si allarghi".

La Russia accusa Usa e Gb: "Escalation distruttiva"

Secondo la portavoce diplomatica della Russia, Maria Zakharova, "gli attacchi statunitensi in Yemen sono l'ennesimo esempio della distorsione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU da parte degli anglosassoni e del totale disprezzo per il diritto internazionale in nome dell'escalation della situazione nella regione per raggiungere i loro obiettivi distruttivi".

Hezbollah: "Attacchi confermano complicità con Israele"

Anche Hezbollah ha condannato "la grave aggressione anglo-americana contro la sovranità dello Yemen e contro il suo popolo: l'aggressione americana conferma ancora una volta che l'America è il partner a pieno titolo nelle tragedie e nei massacri commessi dal nemico sionista a Gaza e nella regione e sta lavorando per sostenerlo e fornirgli i mezzi per alimentare la sua macchina di morte e di distruzione contro tutti coloro che stanno al fianco del popolo palestinese oppresso in tutta la regione".

Hamas: "Una provocazione"

 "Questa aggressione indica la decisione di espandere l'area del conflitto al di fuori della Striscia. Questo avrà delle conseguenze" ha detto anche, citato dai media, l'esponente di Hamas Sami Abu Zhouri: "L'aggressione degli Usa e della Gran Bretagna contro settori dell'esercito yemenita, perché si è schierato con Gaza - ha sottolineato - è una provocazione contro la nazione palestinese".

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Erdogan: "Uso sproporzionato della forza"

"Tutte queste azioni rappresentano un uso sproporzionato della forza", ha detto anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Vogliono un bagno di sangue nel Mar Rosso", ha aggiunto il leader turco in un discorso trasmesso dalla tv di Stato Trt dopo avere partecipato alla preghiera del venerdì in una moschea di Istanbul.

Riad: "Evitare un'escalation"

L'Arabia Saudita ha espresso "grande preoccupazione" in una dichiarazione del ministero degli Esteri, esortando a evitare un'escalation. "Il Regno dell'Arabia Saudita segue con grande preoccupazione le operazioni militari che si svolgono nella regione del Mar Rosso e gli attacchi aerei su una serie di siti nella Repubblica dello Yemen", si legge, e invita "all'autocontrollo e ad evitare un'escalation".

Ue punta a inviare 3 navi nel Mar Rosso 

Il Servizio di Azione Esterna dell'Unione Europea (EEAS) ha presentato, a quanto si apprende, la sua proposta di missione blustellata nel Mar Rosso a difesa del commercio internazionale ai 27 Paesi membri dell'Ue, in cui si propone il dislocamento di "almeno tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione" per almeno "un anno". La proposta, presentata prima degli attacchi di Usa e Regno Unito in Yemen, nota che "le dimensioni esatte e la composizione dell'operazione saranno soggette a ulteriori pianificazioni operative". "Difficile a dirsi", commenta un diplomatico. "La sensazione - prosegue - è che i raid di Londra e Washington non risolvano la situazione del tutto e che quindi un impegno dell'Ue si renderà necessario". La nuova missione, stando a quanto illustrato dall'EEAS agli Stati membri, si baserebbe su Agenor, un'operazione di sorveglianza congiunta a guida francese che copre l'intero Golfo, lo Stretto di Hormuz e parte del Mar Arabico ed è composta da nove Paesi europei (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo). Il prossimo passaggio dovrebbe avvenire al Comitato di Politica e Sicurezza (Cops) di martedì prossimo e poi un secondo avverrà al Consiglio Affari Esteri - o CAE - del 22 gennaio (mentre, per l'ok finale, si dovrà attendere febbraio, sempre al CAE). "Se la regione s'infiamma ulteriormente si potrebbe però accelerare il processo decisionale", sottolinea una fonte diplomatica.

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