Attacco Houthi nel Mar Rosso, le possibili conseguenze sull'economia

Economia
epa11012877 A Houthi soldier walks through the beach with the Galaxy Leader cargo ship in the background, seized by the Houthis offshore of the Al-Salif port on the Red Sea in the province of Hodeidah, Yemen, 05 December 2023. The Galaxy Leader ship, reportedly linked to an Israeli businessman, was seized and re-routed to offshore of the Yemeni port of Al-Salif by the Houthis on 19 November 2023 in retaliation for Israel's airstrikes on the Gaza Strip, according to statements by the Houthis. The ship, carrying around 25 crew members belonging to various nations, was seized as it was on its way to India. The Houthis, who control most of Yemen 's Red Sea coast, have fired missiles and drones at Israel and attacked more vessels transiting the area. Thousands of Israelis and Palestinians have died since the militant group Hamas launched an unprecedented attack on Israel from the Gaza Strip on 07 October, and the Israeli strikes on the Palestinian enclave which followed it.  EPA/YAHYA ARHAB

Secondo gli analisti gli attacchi alle postazioni Houthi da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna spingono al rialzo il prezzo del petrolio

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Gli attacchi dei ribelli Houthi yemeniti nel Mar Rosso (GLI AGGIORNAMENTI LIVE) hanno provocato lo spostamento delle rotte di trasporto, creando un ritardo nelle catene di approvvigionamento delle componenti. Lo ha annunciato oggi anche Tesla che, secondo l'agenzia di stampa tedesca Dpa, è stata costretta a sospendere gran parte della produzione a Grünheide, vicino a Berlino, a causa della situazione nel Mar Rosso. Lo stop si protrarrà per circa due settimane. 

Le conseguenze sui mercati

Secondo gli analisti, la crisi in Yemen e, in particolare, gli attacchi alle postazioni Houthi da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna, spingono al rialzo il prezzo del petrolio. Il Wti oggi guadagna il 3,4% a 74,5 dollari al barile. Il Brent sale del 3,2% a 80 dollari al barile, portandosi ai livelli di fine gennaio scorso.

Le conseguenze sul commercio

Dallo stretto di Bab al-Mandab, che congiunge il mar Rosso con l'oceano Indiano, "transita il 10%/12% del commercio globale, di cui un 10% circa del petrolio, l'8% del gas naturale liquefatto e il 20/30% delle navi container", spiega a Fanpage Giuseppe Dentice, analista del Cesi. "Per noi europei il transito da Suez e Bab al-Mandab è fondamentale per i commerci tra il nostro continente e l'Asia", sottolinea.

I rischi per il Made in Italy

Le difficoltà alla navigazione nel Mar Rosso incidono in particolare sulle esportazioni agroalimentari Made in Italy, con il cambiamento delle rotte, l'aumento dei costi ed il ritardo nelle spedizioni. Lo sottolinea un'analisi della Coldiretti. "L'allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez a causa dei ripetuti attacchi terroristici hanno portato - sottolinea la Coldiretti - ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi che arrivano fino a raddoppiare ma aumentano di circa due settimane anche i tempi di percorrenza." Le destinazioni interessate sono quelle asiatiche, verso le quali l'Italia "ha esportato oltre 217 milioni di chili di frutta, di cui oltre 182 milioni di chili mele, con principali destinazioni l'Arabia Saudita (oltre 66 milioni di chili di mele), l'India (oltre 51 milioni di chili di mele) e gli Emirati Arabi (oltre 15 milioni di chili di mele)", secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat nel 2022. "Preoccupazione - continua la Coldiretti - anche per vino con le esportazioni Made in Italy che valgono 112 milioni di euro in Cina." Il blocco del Mar Rosso, conclude la confederazione, "mette dunque a rischio le esportazioni Made in Italy in Cina, che per il solo settore agroalimentare valgono oltre 570 milioni di euro all'anno, di cui oltre il 90% viaggia proprio su nave".

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