Davos 2024, Milei: “Occidente in pericolo a causa del socialismo”. Macron invoca eurobond

Economia
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Il presidente argentino si lancia in una difesa del capitalismo e del libero mercato. Il leader francese chiede all'Ue “maggiori investimenti”, “osando gli eurobond” su alcune “grandi priorità” strategiche comuni. Oggi anche gli interventi dei premier olandese e spagnolo Rutte e Sánchez. Il ministro Giorgetti, impegnato in colloqui riservati, sui tassi ha detto: "Prima arriva il taglio, meglio è". Messaggio del Papa: "Affrontare ingiustizie del mondo". Guterres: "Ho telefonato a Netanyahu, non mi ha richiamato"

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Si è conclusa la seconda giornata del World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Oggi, 17 gennaio, ci sono stati gli interventi del presidente francese Emmanuel Macron, del premier olandese Mark Rutte, del premier spagnolo Pedro Sánchez, del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e del neoeletto presidente dell'Argentina Javier Milei (TEMI E PROGRAMMA DEL FORUM). Intanto, il governo della Svizzera ha denunciato di essere stato vittima di hacker filorussi dopo la visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al World Economic Forum. L'attacco, che Berna dice essere stato rivendicato dal gruppo di hacker "NoName" legato a Mosca, ha mandato temporaneamente in tilt gli accessi ad alcuni siti web governativi elvetici.

Milei: “Occidente è in pericolo per colpa del socialismo”

Javier Milei è al suo primo viaggio all’estero da presidente argentino. Ha parlato a una conferenza su "sicurezza e cooperazione" e si è lanciato in una difesa del capitalismo e del libero mercato. “Sono qui oggi per dirvi che l'Occidente è in pericolo a causa del socialismo”, ha detto. “Purtroppo negli ultimi decenni, spinti da un’idea benpensante di voler aiutare il prossimo o per il desiderio di appartenere a una casta privilegiata, i principali leader del mondo occidentale hanno abbandonato il modello della libertà per abbracciare diverse versioni del collettivismo", ha aggiunto il leader della destra ultraliberista argentina. Milei, prima di arrivare a Davos, aveva annunciato che avrebbe partecipato con l'obiettivo di "proporre le idee della libertà in un foro contaminato dall'agenda socialista 2030". Nel suo intervento in Svizzera, ha affermato che l'agenda ambientale e quella di genere sono invenzioni dei socialisti a fronte del fallimento del loro modello collettivista. "A fronte del loro innegabile fallimento i socialisti hanno messo da parte la lotta di classe e l'hanno rimpiazzata con altri presunti conflitti sociali ugualmente nocivi per la società e la crescita economica", ha detto Milei. Per il leader argentino la prima di queste "battaglie ridicole" è stata quella instaurata tra l'uomo e la donna. "L'unico risultato di quest'agenda femminista radicale è un maggior intervento dello Stato e la creazione di una burocrazia nazionale e internazionale dedicata a promuovere quest'agenda", ha detto. "L'altra battaglia instaurata dal socialismo è quella dell'uomo contro la natura e che afferma che l'uomo danneggia il pianeta, che dev'essere protetto a tutti i costi, anche arrivando a promuovere il controllo della natalità e la tragedia dell'aborto", ha aggiunto. Per Milei, i neo-marxisti hanno saputo cooptare il buonsenso comune e queste idee hanno pervaso tutte le istituzioni, dalle università fino alle organizzazioni internazionali, e quest'ultima è "la conseguenza più grave". Il presidente argentino ha concluso il suo discorso affermando che "per fortuna siamo sempre di più quelli che si oppongono a questa forme di collettivismo e invitiamo tutti a riprendere il cammino della prosperità e della libertà".

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Sanchez: "Aiutateci a dare alla gente una vita migliore"

Subito dopo Milei ha parlato il premier socialista Pedro Sanchez. "Vi chiedo di impegnarvi. Aiutateci a elevare il potere d'acquisto dei lavoratori, a frenare l'emergenza climatica, a rivendicare le norme internazionali e a difendere la democrazia e a lottare contro l'involuzione rappresentata dall'ondata reazionaria che percorre il mondo. In sintesi, aiutateci a dare alla gente una vita migliore", ha detto. Il premier spagnolo ha anche fatto appello a porre fine alle guerre in Ucraina e Gaza, "dove si sta decidendo la futura stabilità del mondo, mentre parliamo". "Non possiamo sbagliarci come ci siamo sbagliati altrove", ha detto Sanchez. "Dobbiamo essere coerenti e difendere gli stessi principi e valori dove e quando vengono infranti. Dobbiamo dare impulso al dialogo, allo stato di diritto, alla pace", ha aggiunto. La seconda sfida globale segnalata da Sanchez è "la governance dell'intelligenza artificiale". Da fermo "difensore" del progresso scientifico, ha esortato a "prestare più attenzione alle preoccupazioni dei nostri lavoratori, dei nostri giovani e degli anziani e meno alle promesse vacue di alcuni guru di Silicon Valley, più interessati a conquistare adepti o salire nella lista dei milionari di Forbes che al reale progresso dell'umanità". "È nostro dovere - ha aggiunto il premier spagnolo - comprendere che non vanno ignorate le preoccupazioni della gente. Che si tratta di un pericolo vero, cui dobbiamo dare una risposta efficace e coordinata".

Macron, appello all'Ue: "Più investimenti, osi eurobond"

A Davos ha parlato anche il presidente francese Emmanuel Macron. Intervenendo al World Economic Forum, ha lanciato un appello agli europei affinché emettano nuove forme di debito comune, come durante la pandemia con il piano NextGenerationEu, per investire nelle “grandi priorità d'avvenire” della nostra Unione. “Penso che dobbiamo fare molto di più. Servono maggiori investimenti pubblici europei", ha dichiarato, “forse osando di nuovo degli eurobond” su alcune grandi priorità, come la difesa comune. Malgrado l'attuale situazione internazionale, Macron si è detto “ottimista” sulle molteplici “sfide” che attendono l'Europa al varco e ha detto che il 2024 - anno delle elezioni Ue - sarà un anno “chiave” per l'Unione.

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Kuleba: "Chi controlla i cieli dell'Ucraina vincerà la guerra"

A Davos è presente anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba: la priorità di Kiev per il 2024, ha affermato, è quella di ottenere il controllo dei suoi cieli, mentre l'assalto su vasta scala della Russia sta per entrare ormai nel suo terzo anno. "Chi controlla i cieli definirà quando e come finirà la guerra", ha sentenziato Kuleba.

Blinken: "Non vedo condizioni per cessate il fuoco"

Invece il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, parlando al World economic forum, ha detto: "Non vedo allo stato attuale le condizioni per negoziare un cessate il fuoco stabile" in Ucraina. Per Blinken alla base dell'eventuale negoziato deve esserci la volontà della Russia "di impegnarsi in buona fede sui principi che ha sfidato con la sua aggressione, ovvero l'indipendenza dell'Ucraina".

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Messaggio del Papa: "Affrontare le ingiustizie del mondo"

Le guerre sono frutto delle ingiustizie che devono essere affrontate: è l'appello che il Papa lancia al World Economic Forum. Porre fine ai conflitti "richiede qualcosa di più che semplicemente mettere da parte gli strumenti di guerra; richiede di affrontare le ingiustizie che sono le cause profonde dei conflitti", si legge nel messaggio inviato dal pontefice. Tra le ingiustizie "più significative c'è la fame, che continua ad affliggere intere regioni del mondo, anche se altre sono segnate da eccessivi sprechi alimentari. Lo sfruttamento delle risorse naturali continua ad arricchire" alcuni Paesi lasciando invece "intere popolazioni, che sono i naturali beneficiari di queste risorse, in uno stato di indigenza e povertà. Né possiamo trascurare il diffuso sfruttamento forzato di uomini, donne e bambini che lavorano per salari bassi e sono privati di reali prospettive di sviluppo personale e di crescita professionale. Com'è possibile - si chiede ancora Papa Francesco - che nel mondo di oggi le persone continuino a morire di fame, a essere sfruttate, condannato all'analfabetismo, privo di cure mediche di base e lasciato senza tetto?".

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L'agenda di Giorgetti

A Davos c'è anche il ministro italiano dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Per lui un dialogo a porte chiuse sul futuro dell'Europa con, tra gli altri, il premier belga Alexander De Croo, quello croato Alexander Plenkovic, la direttrice generale del Fmi Kristalina Georgieva e il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Oltre all'agenda ufficiale c'è quella informale, con numerosi incontri riservati a margine delle sessioni principali. "Abbiamo incontrato i nostri partner, in particolare quei soggetti internazionali che investono nel nostro Paese. Hanno espresso soddisfazione e magari investiranno anche di più. Quindi il motivo della presenza qui è aggiornare e dare un'indicazione anche diretta in prima persona di quanto sta accadendo in Italia e anche ai loro investimenti", ha detto Giorgetti. Ha aggiunto che gli investitori internazionali si sono dimostrati "molto interessati" anche al piano di privatizzazioni del governo. E ha spiegato che "ci sono molti interessati a produrre a Taranto (all'ex Ilva, ndr), il più grande insediamento produttivo di acciaio europeo". Sulla crescita - il governo prevede per il 2023 +0,8% e nel 2024 +1,2% - Giorgetti ha osservato: "Se scoppia una guerra al mese sarà difficile" raddoppiare la stima di crescita dell'anno scorso. Sull'eventuale taglio dei tassi entro l'estate, ha spiegato: "È una buona notizia per tutti, non solo per il debito italiano, anche per tutte le famiglie che hanno un mutuo, per le imprese che devono investire, quindi prima arriva il taglio e meglio è". Il ministro dell'Economia lascerà Davos giovedì in tarda mattinata.

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Lagarde (Bce): "Inflazione al 2%, il percorso è giusto"

A Davos, in un'intervista a Bloomberg Tv, ha parlato anche la presidente della Bce Christine Lagarde. "Siamo sul percorso giusto" verso il ritorno dell'inflazione al 2%, ha affermato, "ma finché non siamo convinti che è stabilmente proiettata verso il 2%, e questo è supportato dai dati, non cantiamo vittoria". E poi ha aggiunto: "Senza un altro shock economico abbiamo raggiunto il picco" dei tassi, "ma dobbiamo rimanere restrittivi finché non raggiungiamo la certezza".

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Guterres (Onu): "Ho chiamato più volte Netanyahu ma..."

A Davos, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha rivelato che da quando è scoppiata la guerra non è ancora riuscito a parlare con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. A rivelarlo è stato lo stesso segretario parlando con Al Jazeera: "L'ho chiamato diverse volte ma non mi ha mai richiamato", ha affermato. Il portavoce Stephane Dujarric ha definito la relazione Onu-Israele "complessa e impegnativa", ma ha assicurato che l'organizzazione internazionale continua a dialogare con i funzionari israeliani per facilitare le operazioni di aiuto umanitario a Gaza.

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Il chiarimento di Teheran sui raid

A Davos è presente anche il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian: il suo Paese è al centro dell'attenzione della comunità internazionale dopo gli attacchi in Iraq contro una presunta sede del Mossad, in Siria contro una base dell'Isis e in Pakistan. Proprio su quest'ultimo raid, ha precisato che a essere preso di mira è stato "un gruppo terroristico iraniano" e "nessun civile del Pakistan, Paese amico e fratello, è stato colpito dai missili e dai droni iraniani. È stato bersagliato il sedicente gruppo Jaish al-Adi, che è un gruppo terrorista iraniano", il quale "ha trovato rifugio in certi luoghi della provincia (pachistana) del Balucistan". Il ministro iraniano ha assicurato che il dossier del gruppo terrorista "è stato discusso molte volte con i responsabili pachistani", precisando però che "noi non accetteremo che la nostra sicurezza nazionale sia minacciata e non abbiamo alcuna riserva né esitazione quando sono in gioco i nostri interessi nazionali". Sull'attacco a Erbil, in Iraq, ha spiegato che "non è stato un errore", ma "era diretto a un luogo in cui erano dislocati elementi del Mossad", il servizio segreto estero di Israele. "Questi elementi del Mossad avevano condotto operazioni terroristiche in Iran e Israele ha accertato la loro responsabilità. Quindi abbiamo attaccato con precisione i loro posizionamenti usando missili guidati di precisione", ha detto poi il capo della diplomazia di Teheran dal palco svizzero.

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Ieri, 16 gennaio, è stata la prima giornata di lavori dell'edizione numero 54 del Forum: diversi i temi trattati (la crisi climatica, le guerre in Ucraina e Medioriente, le questioni LGBTQI+) e tanti gli interventi (dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al leader ucraino Volodymyr Zelensky, dal premier cinese Li Qiang all'ex segretario di Stato americano John Kerry e a quello attuale Antony Blinken). Nel suo discorso, von der Leyen ha annunciato che l'Ue investirà sull'intelligenza artificiale. Poi, sul conflitto in Ucraina, ha ribadito che "Kiev può vincere questa guerra" ma "ha bisogno di finanziamenti". Zelensky ha quindi ricordato che l'Ucraina deve "ottenere una superiorità aerea come quella ottenuta nel Mar Nero", sottolineando che la pace si potrà avvicinare solo "assicurando che le sanzioni alla Russia funzionino al 100%". Putin "incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti. Lui non cambierà", ha evidenziato. E sulla situazione in Medioriente, gli Stati Uniti "sono impegnati per la de-escalation", ha assicurato il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Jake Sullivan.

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