Pensioni, nuovi importi e calcoli: penalizzati i giovani
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Con l’accesso alle pensioni anticipate maturate presso l’Inps, in prospettiva, a soffrire di più saranno le nuove generazioni a cui la pensione verrà calcolata interamente con il metodo contributivo. L'Ocse intanto avverte: i giovani italiani che si affacciano ora al mondo del lavoro andranno in pensione a 71 anni
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- In tema di pensioni i giovani saranno sempre più penalizzati. Con l’accesso alle pensioni anticipate maturate presso l’Inps, in prospettiva, ne soffriranno le generazioni future a cui la pensione verrà calcolata interamente con il metodo contributivo
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- Il quadro di difficoltà italiano è stato certificato anche dall'Ocse. I giovani italiani che si affacciano ora nel mondo del lavoro, andranno in pensione a 71 anni, ha stimato l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Nel 2023, viene sottolineato, l'età pensionabile legale in Italia è di 67 anni, in aumento dopo le riforme attuate durante la crisi finanziaria globale. "Ma l'Italia garantisce un ampio accesso al pensionamento anticipato, spesso senza una penalità", si evidenzia
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- Per le finestre d’uscita, il sistema è quello adottato quest’anno con Quota 103. Ora si prevede di irrigidire ulteriormente l’approccio. Per il 2023, infatti, la finestra è pari a tre mesi per i dipendenti privati e a sei per quelli pubblici. Ma nel 2024 dovrebbe essere incrementata, rispettivamente, a sette e nove mesi, come spiega Il Sole 24 Ore
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- Per il ricalcolo, invece, si va con il metodo contributivo della prestazione anticipata. L’approccio è da tempo utilizzato per Opzione donna e ora verrà introdotto per la nuova versione di Quota 103
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- C’è poi un meccanismo che coinvolge solo i lavoratori con prima contribuzione all’Inps successiva al 31 dicembre 1995. Consiste in un incremento di uno dei requisiti richiesti per poter accedere alla pensione contributiva anticipata, che i contributivi puri possono raggiungere attualmente a 64 anni di età con almeno venti anni di contribuzione all’Inps
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- Inoltre è necessario aver maturato una pensione almeno pari a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (per il 2023 pari a 503,27 euro). Con la legge di Bilancio 2024 il limite sarà portato a 3,0 volte, con l’obiettivo di ritardare il pensionamento dei lavoratori
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- C’è poi l’ultimo principio: quello di introdurre massimali alle prestazioni anticipate maturate, fino al raggiungimento del requisito anagrafico del pensionamento di vecchiaia. L’approccio è già stato adottato quest’anno e nel 2024 diventerà più stringente
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- Ma la revisione del livello minimo di prestazione richiesta, da 2,8 a 3,0 volte l’assegno sociale, impatta esclusivamente nei confronti dei lavoratori con una carriera moderata e presumibilmente con periodi contributivi discontinui. Il massimale alle prestazioni, invece, riduce temporaneamente le pensioni di coloro che hanno percorso carriere più brillanti
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- Quota 41 prevede l’uscita anticipata dal lavoro con assegno ridotto avendo maturato 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica
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- Bisognerà però fare attenzione, come sottolinea Il Sole 24 Ore, al tema relativo all’importo massimo di pensione. “Perché l’approccio fa venir meno l’equità del sistema che è stato introdotto tramite il metodo contributivo, secondo il quale le prestazioni maturate sono equivalenti ai contributi versati”, sottolinea il quotidiano