Pensioni, cosa può cambiare per i giovani con la Manovra: dal Tfr al riscatto laurea
Nella Legge di Bilancio in questo momento al vaglio del Parlamento sono diverse le “misure-ponte” che guardano a una riforma complessiva del sistema previdenziale, soprattutto per i più giovani, come il silenzio-assenso sul Trattamento di fine rapporto e il rilancio della previdenza complementare. L’obiettivo dell’esecutivo resta quello di limitare l’esplosione della spesa pensionistica, destinata ad crescere fino al 17,2% del Pil nel 2035
- A meno di sorprese dell’ultima ora, con l’emendamento che allenta la stretta su medici, infermieri, dipendenti locali, maestri e ufficiali giudiziari, il capitolo dedicato alle pensioni presente in Manovra si può considerare chiuso
- Come si nota dalle misure presenti nella Manovra, tutte quante da considerarsi “misure-ponte” verso una successiva riforma, è evidente che l’esecutivo punti particolarmente al cambiamento del sistema previdenziale, che va a questo punto considerato come una sorta di obiettivo di legislatura
- Tra gli obiettivi dichiarati dal governo c’è sicuramente il rilancio della previdenza integrativa, anche attraverso un’eventuale nuova fase di silenzio-assenso per l’uso del Tfr, che si vanno ad aggiungere al tema della flessibilità in uscita. Un punto sul quale anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la centralità nell’incontro con le parti sociali
- A questo proposito si colloca l’intervento presente in Manovra, che elimina il vincolo di 1,5 volte l’assegno sociale (allineandolo a questo trattamento) e consente ai lavoratori interamente contributivi di accedere alla pensione di vecchiaia con 67 anni
- Nella Legge di Bilancio, però, c’è anche l’aumento della soglia da maturare per il pensionamento anticipato da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale per i lavoratori contributivi. Un intervento che sembra in contraddizione con il precedente ma che in realtà lascia tutto da definire il meccanismo previdenziale per i più giovani, magari con forme pensionistiche di garanzia e a meccanismi iper-agevolati per il riscatto della laurea e periodi di formazione lavorativa
- Queste misure, tuttavia, si scontrano però anche con un’altra esigenza del governo: quella di contenere la corsa della spesa previdenziale destinata, secondo le ultime stime dei tecnici del Mef, a salire fino al 17,2% del Pil nel 2035 anche per effetto dell’andamento demografico
- Per questo nella Manovra sono presenti misure destinate, in ogni caso, a seguire il percorso già tracciato sulla flessibilità in uscita. La Lega spera di riuscire ancora una volta a spuntarla per Quota 41 a cui, in ogni caso, andrà associato il ricalcolo contributivo dell’assegno, un passaggio obbligato verso il pensionamento anticipato
- Per rendere più solida la copertura previdenziale dei lavoratori, il governo punta a rilanciare la previdenza complementare: un’operazione prefigurata dalle indicazioni formulate dall’Osservatorio sulla spesa previdenziale (l’organismo del ministero del Lavoro), al termine degli incontri tecnici con le parti sociali della scorsa estate, ma che il governo ha dovuto rimandare per mancanza di risorse
- Sebbene non ci siano norme all’interno della Manovra su questo tema, non è da escludere che qualche provvedimento possa viaggiare lungo il solco della fase attuativa della delega fiscale
- Su questo tema promette di dare il suo contributo anche il Cnel, con la creazione di un apposito gruppo di lavoro: “Sulle pensioni, dopo anni di 'bricolage' e di manutenzione, oggi è il momento di guardare al futuro”, ha dichiarato il presidente Renato Brunetta, parlando all’assemblea