Pensioni, il simulatore Inps adeguato alle novità della manovra. Come fare i calcoli
Lo strumento che permette di conoscere la data presunta del raggiungimento della pensione, di recente è stato aggiornato con le ultime novità normative in materia pensionistica. Incluse tra gli scenari contemplati le pensioni “Anticipata flessibile” e “Opzione donna – legge di bilancio 2023”
- Il simulatore “Pensami – PENSione A MIsura” è lo strumento dell’Inps che permette di conoscere la data presunta del raggiungimento della pensione. Di recente è stato aggiornato con le ultime novità normative in materia pensionistica. Sono state incluse tra gli scenari contemplati le pensioni “Anticipata flessibile” e “Opzione donna – legge di bilancio 2023”
- L’ultima versione del simulatore mantiene la struttura delle precedenti. Inserendo dati anagrafici e quelli relativi alla contribuzione, lo strumento fornisce le informazioni riguardanti le pensioni a cui è possibile accedere sia nelle singole "Gestioni previdenziali" sia cumulando l’intera contribuzione, senza l’indicazione degli importi delle prestazioni
- Oltre alla versione web, è stata implementata anche l’app per dispositivi mobili “INPS Mobile” per Android e iOS. Il servizio è raggiungibile senza necessità di autenticazione, selezionando il tab “Servizi” dalla home page e poi il servizio “Pensami”. Intanto il Messaggero ha fatto il punto sulle ultime novità della legge di Bilancio sul versante pensionistico
- La legge di Bilancio sta andando verso la riduzione al minimo delle possibilità di pensionamento anticipato rispetto all'età di vecchiaia, inserendo penalizzazioni per chi decide lo stesso di uscire dal mondo lavoro. Ma dà la possibilità a chi non raggiunge un importo pensionistico di almeno 1,5 volte l'assegno sociale di andare in pensione a 67 anni senza aspettare i 71 previsti oggi
- Rispetto all'inflazione, con il tasso fissato al 5,4%, significherà nel 2024 aumenti fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, quelli che per cui è previsto il recupero pieno dell'aumento dei prezzi, ovvero quelli fino a 2.272,96 euro lordi. Si arriva a chi ha pensioni fino a 8 volte il minimo (4.545,92 euro al mese) che hanno diritto a un recupero del 47% dell’inflazione, per un aumento del cedolino al massimo di 115,37 euro
- Per il biennio 2024-2025, i lavoratori che hanno cominciato a versare dal 1996, quindi interamente nel regime contributivo, possono riscattare, in tutto o in parte, i periodi di vuoto contributivo fino a un massimo di cinque anni parificandoli a periodi di lavoro. Il versamento si può fare al massimo in 120 rate mensili senza interessi. La rateizzazione non è possibile se questo versamento serve per l'accesso alla pensione
- La manovra cancella la soglia minima per l'importo della pensione maturata di 1,5 volte l'assegno sociale limitandola all'assegno sociale stesso (503 euro). Resta invariato il paletto dei 20 anni di contributi versati. Questo aiuta chi ha avuto carriere discontinue e con stipendi bassi. Viene invece alzata la quota dell'importo dell'assegno maturato per andare in pensione tre anni prima dell'età di vecchiaia (da 2,8 a 3,3 volte l'assegno sociale)
- Nel 2024 si potrà andare in pensione con 63 anni di età e 41 di contributi: c’è una stretta sull’età e un taglio sull'importo. Uscendo con 63 anni, quattro anni prima dell'età di vecchiaia, si avrà una riduzione di circa il 4% sull'importo complessivo. Inoltre si allungano le finestre per l'uscita: da tre a sei mesi per il privato e da sei a nove mesi per il pubblico. Potranno uscire i nati nel 1961 che hanno cominciato a lavorare almeno nel 1983 senza buchi contributivi
- Aumenta fino a 63 anni e 5 mesi l'età per l'accesso all'ammortizzatore per la pensione pensato per disoccupati, caregiver, invalidi con almeno il 74% e impegnati in lavori gravosi. Aumenta di un anno, fino a 61 anni l'età minima per l'accesso a Opzione donna ai quali va aggiunto un anno di finestra mobile (un anno e mezzo per le autonome). Possono usarlo le donne nate fino al 1963 con almeno 35 anni di contributi nel 2023 e quindi che hanno cominciato a lavorare almeno dal 1988 ricalcolando tutto l'importo con il metodo contributivo
- Chi è nato nel 1993 dovrà aspettare di aver compiuto 70 anni per accedere alla pensione di vecchiaia a meno di non aver maturato un assegno pari a 2,8 volte l'assegno sociale. L'importo minimo per lasciare il lavoro in anticipo (a 66 anni e 11 mesi) l'anno prossimo dovrebbe salire a 3,3 volte l'assegno sociale. La manovra fa invece saltare l'importo minimo che ora obbliga a rimandare l'uscita ed eviterà a chi ha percorsi discontinui (purché abbia versato 20 anni di contributi) con pochi contributi di andare in pensione a 74 anni e 5 mesi