Manovra 2024, novità sul regime delle donazioni: cosa cambia e cosa possono fare gli eredi
Con le nuove regole potrebbero essere resi vendibili immobili che con le regole attuali sono difficilmente cedibili senza la stipula di un’assicurazione ad hoc
- Il regime delle donazioni potrebbe cambiare in maniera sostanziale. Lo prevedeva già una norma prevista dal disegno di Legge di Bilancio, poi stralciata dal Senato e infine rimandata a un provvedimento ad hoc. Se il testo verrà riconfermato, la novità consisterà nel fatto che verrebbero resi vendibili immobili che con le regole attuali sono difficilmente cedibili senza la stipula di un’assicurazione ad hoc
- Ma come funziona oggi il regime delle donazioni? Il notaio milanese Filippo Salvo ha spiegato al Corriere della Sera che "con le norme attualmente in vigore chi acquista un immobile ricevuto in donazione può sentirsi chiedere dagli eredi del donante (in caso di lesione della quota legittima) la restituzione dello stesso, purché gli eredi legittimati abbiano iniziato la causa di riduzione entro 10 anni dalla successione e comunque entro i venti anni dalla successione"
- Questo meccanismo può rendere complicata la vendita di immobili donati, soprattutto se l’acquirente terzo chiede un mutuo, dato che gli eredi chiedendo a lui la restituzione possono rendere inefficace l’ipoteca. Il risultato è che le banche non concedono il finanziamento o lo concedono solo a seguito della stipula di un’assicurazione ad hoc
- Se il testo verrà approvato, con la modifica della normativa gli eredi potranno chiedere solo il controvalore della casa donata o di un altro bene e, soprattutto, lo potranno chiedere solo a chi ha ricevuto la donazione e non più al terzo acquirente. Così l’eventuale ipoteca accesa a garanzia del mutuo rimarrebbe efficace, facendo venir meno le riserve degli istituti di credito
- Una questione importante riguarda la "riduzione". Cosa significa questa espressione tecnica? La donazione è a tutti gli effetti un anticipo dell’eredità e quindi, una volta aperta la successione, bisogna verificare che non sia stata lesa la quota legittima di uno degli eredi. L’azione di riduzione è l'azione concessa dalla legge ai legittimari per ottenere la reintegrazione della quota legittima, che sia stata lesa per effetto di donazioni o disposizioni testamentari eccedenti la quota di cui il testatore poteva disporre, cosiddetta disponibile
- Il problema in questo caso è che spesso le donazioni non riguardano beni liquidi di valore certo, con i quali i conti sono presto fatti, ma immobili. Quindi, qualora non ci sia accordo tra le parti, è necessario dare via a un lungo iter di perizie
- Un sistema molto usato negli ultimi anni, in caso di acquisto di immobile proveniente da donazione, è la stipula di una polizza assicurativa che tutela dal rischio di un’azione da parte degli eredi legittimari
- Interpellato dal Corriere, il broker assicurativo Alberto Saiu di Aon ha spiegato che ogni anno "vengono emesse in Italia circa 20mila polizze di questo tipo garantendo la commerciabilità dei beni. La modifica introdotta dalla Legge di Bilancio rischia di comprimere fino a renderli di fatto nulli i diritti degli eredi legittimi"
- Saiu ha fatto l'esempio di un vedovo con figli che effettua una corposa donazione dei suoi beni immobili a una badante, la quale una volta venduti gli immobili e incassato il corrispettivo torna legittimamente nel suo paese. "Con le norme attuali i figli del vedovo potrebbero esperire un’azione di riduzione nei confronti nel terzo compratore, che, se assicurato, non perderebbe la casa né subirebbe un danno monetario"
- Con le nuove norme invece "i figli dovranno chiedere il rimborso del valore di quella casa alla ex badante, che con tutta probabilità risulterebbe irreperibile e, se rintracciata, nullatenente. A quei figli rimarrebbe un mero diritto di credito", ha concluso Saiu