Bankitalia, con riforma Irpef reddito famiglie salirà dell'1,5% nel 2024

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In audizione davanti alla commissioni Bilancio di Camera e Senato, il vice capo dipartimento Economia Andrea Brandolini quantifica aumenti medi sul reddito familiare in circa 600 euro all’anno con benefici per quasi tre nuclei su quattro. Palazzo Koch conferma il Pil a +0,7% per quest'anno e a +0,8% per il 2024

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La riforma delle aliquote contributive Irpef farà salire il reddito familiare dell'1,5% già dal prossimo anno. Lo sostiene Bankitalia nel corso dell'audizione sulla manovra 2024 davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Il vice capo dipartimento Economia e Statistica Andrea Brandolini stima benefici per "quasi tre famiglie su quattro" quantificando l'incremento medio di 600 euro all'anno. "L'aumento è attribuibile per due terzi all'esonero contributivo, per la restante parte alle modifiche dell'Irpef", ha precisato. "Le famiglie tra il secondo e il sesto decimo della distribuzione del reddito disponibile equivalente beneficerebbero degli aumenti di reddito più cospicui (fino al 2,3%). Gli incrementi sarebbero più contenuti nei decimi di reddito più alti della distribuzione. Gli interventi contribuirebbero a una lieve riduzione della disuguaglianza dei redditi disponibili equivalenti (l'indice di Gini diminuirebbe di 0,3 punti percentuali)". "I provvedimenti in discussione si rifletterebbero sugli incentivi monetari degli individui e potrebbero modificare il comportamento di alcuni di essi. Per il complesso dei contribuenti con redditi da lavoro le aliquote marginali effettive si ridurrebbero in media di quasi 3 punti percentuali. Al tempo stesso, si accentuerebbero le irregolarità nel loro andamento in prossimità di due soglie di reddito. Per effetto della decontribuzione - ha spiegato -, il profilo delle nuove aliquote marginali effettive mostrerebbe un primo picco per i dipendenti con redditi annui intorno a 25.000 euro e un secondo picco, più marcato, intorno a 35.000 euro: in quest'ultimo caso, molti contribuenti sarebbero soggetti ad aliquote marginali superiori al 100 per cento". 

Bankitalia: "Debito crea vulnerabilità"

Sulla riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil l'istituto di Via Nazionale prevede un rallentamento per i prossimi tre anni: "La decisione di attuare una manovra espansiva, associata a un piano di privatizzazioni, implica una discesa marginale nel triennio", così Brandolini in audizione sulla manovra di bilancio.

"Su cuneo serve orientamento, rischio scostamenti"

"Lo sgravio contributivo, la voce che assorbe più risorse nell'attuale manovra, ha natura transitoria, come nello scorso biennio, con un impatto limitato al prossimo anno. Per evitare di dover ricorrere tra un anno a bruschi aumenti delle aliquote contributive o a nuovi scostamenti di bilancio, sembra opportuno definire nei prossimi mesi l'orientamento per il medio termine", ha detto Brandolini.

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Pil 2023 a +0,7% in un contesto di "elevata incertezza"

Nel corso dell'audizione in Parlamento Bankitalia conferma la fase di debolezza dell'economia italiana per cui stima una crescita del Prodotto interno lordo di +0,7% per quest'anno. Secondo Bankitalia il quadro di "elevata incertezza" causato dal conflitto in Medioriente e dall'irrigidimento delle condizioni di finanziamento rischiano di pregiudicare il conseguimento degli obiettivi della Nadef. "Sulla crescita le nostre previsioni sono leggermente inferiori a quelle che dà il governo: per il 2023 0,7% e per 2024 0,8%. Queste sono quelle che abbiamo fatto ad ottobre e che ancora, nonostante le ultime informazioni, non smentiamo", ha quindi detto Brandolini rispondendo ad una domanda. "I nostri moltiplicatori corrispondono alla stima che viene data di questa manovra, è una espansione legata alla possibilità di spesa di una parte dei redditi medio bassi e anche medi. Quindi dall'impatto che potrà avere", ha risposto ancora Brandolini a chi gli chiedeva perché parlasse di manovra "espansiva".

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Bankitalia: spesa sanitaria su Pil calerà sotto media pre-Covid

"Le tendenze illustrate nella Nadef e l'aumento del finanziamento al Servizio sanitario nazionale indicano che la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil nel prossimo triennio diminuirebbe gradualmente, al di sotto del livello medio nel quinquennio precedente la pandemia (6,5%)", dice Bankitalia. "In prospettiva, l'invecchiamento della popolazione italiana, tra i più pronunciati al mondo, e l'associata diffusione di patologie croniche genereranno ulteriori pressioni per un incremento dell'offerta pubblica di prestazioni sanitarie", ha osservato. "Secondo l'evidenza disponibile, il potenziamento della medicina territoriale, ossia l'erogazione di prestazioni al di fuori degli ospedali da parte di medici e pediatri di base, ambulatori e consultori, potrebbe avere un impatto favorevole sulle condizioni di salute della popolazione più fragile e sui costi complessivi della sanità pubblica. Questa evoluzione - ha aggiunto Brandolini - è una delle linee prioritarie di intervento nella missione del Pnrr dedicata alla salute". 

Bankitalia: tagli spesa realizzabili ma selezionare misure

"Rispetto all'ammontare della spesa primaria (oltre 1.000 miliardi nel 2022), l'entità dei tagli disposta dalla manovra appare realizzabile. Se verranno effettuati utilizzando analisi approfondite, che selezionino le misure sulla base dell'efficacia e ne migliorino l'efficienza, non andranno a detrimento della qualità dell'intervento pubblico", spiega il vice capo dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia.

Bankitalia: con risorse Pa +5,8% retribuzioni medie a regime

"Nel complesso, secondo i documenti ufficiali, i fondi" per il pubblico impiego, "inclusi quelli già previsti dalla legislazione vigente, sarebbero coerenti con un incremento a regime delle retribuzioni medie pro capite del 5,8%", ha detto Brandolini in audizione. "Il disegno di legge prevede che sia disposto un analogo aumento anche per il personale non appartenente al settore statale. Come sempre, le rispettive amministrazioni dovranno reperire all'interno dei propri bilanci le risorse necessarie (valutate ufficialmente in 4,5 miliardi a regime)", ha aggiunto.

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