Inps, gender pay gap: nel privato stipendi donne fino a 8mila euro in meno degli uomini
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Nel mondo del lavoro dipendente restano differenze di retribuzione legate al genere: per gli uomini lo stipendio medio annuo lo scorso anno è stato di 26.227 euro, per le donne di 18.305 euro. Sbilanciata la proporzione di genere nel part time: nel 2022 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro parziale 3.584.665 lavoratrici, contro 2.066.260 lavoratori. In generale, i dipendenti sono cresciuti del 4,3% (in aumento anche somministrati e intermittenti)
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- In Italia ci sono più lavoratori che lavoratrici: i primi rappresentano il 57,2% del totale. E rimangono differenze di stipendio. La differenza di salario tra lavoratori e lavoratrici nel settore privato nel 2022 ha raggiunto uno scarto di circa 8mila euro (7.922 euro), come certifica l’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell'Inps
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- In media, la retribuzione annua complessiva per i lavoratori è arrivata a 26.227 euro. Quella delle loro colleghe si è fermata a 18.305 euro. In totale, senza guardare quindi alle distinzioni di genere, si parla di 22.839 euro annui
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- Inps sottolinea come il differenziale retributivo per genere “risulta significativamente correlato alla maggiore presenza di lavoro part time tra le femmine”. Il numero di lavoratrici che nel 2022 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro part time è pari a 3.584.665, per i lavoratori si scende a 2.066.260
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- L’Osservatorio evidenzia come lo scorso anno “il 21% dei dipendenti maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale, mentre tra le femmine la quota di lavoratrici con almeno un part time nell’anno è pari a circa il 49%”
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- In generale, comunque, emerge come “la presenza di lavoro part time nell’anno” sia stato “un fenomeno rilevante”. Nel 2022 “nel complesso oltre un terzo dei lavoratori (33,3%) ha avuto nel corso dell’anno almeno un rapporto di lavoro part time; il livello massimo era stato raggiunto nel 2019 (34,5%) mentre nel 2008 tale quota era ben inferiore (pari al 23,3%)”
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- Lo scorso anno i dipendenti privati – escludendo i settori domestici e agricoli - sono cresciuti del 4,3%. Complessivamente, i lavoratori dipendenti con almeno una giornata retribuita nell'anno sono stati quasi 17 milioni (16.978.425), con una media di 244 giornate retribuite. La maggior parte sono operai (9.359.163 lavoratori): sono il 55% del totale. Poi ci sono gli impiegati (37%), apprendisti (4%), quadri (3%) e dirigenti (0,8%)
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- Le differenze di retribuzione non sono soltanto dovute al genere. Anche l'età influisce: gli stipendi aumentano con l'avanzare degli anni, almeno fino alla classe 55-59 anni
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- Il 31,6% del totale dei dipendenti in forza nel 2022 – quasi un terzo – ha lavorato nelle regioni del Nord-ovest. Seguono l’Italia nordorientale, con il 23,5%, il Centro con il 20,7%, il Sud con il 16,9% e le Isole con il 7,3%. Solo lo 0,1% lavora all'estero
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- La suddivisione geografica dei lavoratori segue i diversi valori di retribuzione. Gli stipendi più alti sono stati percepiti nelle zone del Nord-ovest (26.933 euro) e del Nord-est (23.974) nel Nord-est. In media, al Centro si è arrivati a 22.115 euro, al Sud a 16.959 euro e nelle Isole a 16.641 euro
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- Nel 2022 il numero di imprese attive è arrivato a quota 1.669.941, in salita dell'1,26% sul 2021. A livello territoriale, il maggior incremento è quello del Molise (1,74%), dell'Abruzzo (1,74%), e della Sardegna (1,73%). Le regioni che hanno registrato il minor incremento invece sono Friuli-Venezia Giulia (0,43%), Marche (0,54%) e Piemonte (0,70%). La maggior concentrazione di imprese è però in Lombardia, che presenta nel proprio territorio il 17,03% del totale. La più bassa è in Valle d'Aosta (0,26%)
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- Una crescita ancora superiore rispetto ai dipendenti è quella dei lavoratori intermittenti (+18%) che sono 694.852 e somministrati (+7,8%), che sono 974.511. La retribuzione media annua per i primi è stata di 2.463 euro annui. Tra questi lavoratori prevalgono leggermente le donne. Per i secondi la retribuzione media annua è pari a 9.709 euro