Riscaldamento, scatta l'accensione per i Comuni in zona D: c'è anche Roma
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A partire dal 2022-2023 è stata decisa una diminuzione delle ore e del periodo complessivo di attività dei termosifoni per calmierare e contenere i costi del gas. Come da calendario, sulla base delle fasce climatiche, la prima ad accendere è stata la zona E, il 22 ottobre. Poi la zona D (quella che comprende anche la Capitale), con il via l'8 novembre. Poi ancora la zona C dal 22 e la B e la A dall'8 dicembre. Discorso a parte per la zona F, che non ha limitazioni
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- Per chi abita in un condominio o ha un sistema di riscaldamento centralizzato, l'accensione dei termosifoni dipende dalla normativa in vigore e dalla decisione dell'assemblea condominiale. Dalla stagione 2022-2023, per far fronte ai rincari del costo del gas, è stata imposta una diminuzione delle ore e del periodo complessivo di riscaldamento. Il sito luce-gas.it elenca date e orari per ogni fascia climatica per la stagione invernale 2023/2024
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- Qui rientrano i Comuni più freddi, tra cui le province di Cuneo, Belluno e Trento. In queste città si registrano Gradi Giorno superiori a 3.000 e proprio per questo motivo gli impianti di riscaldamento centralizzati possono essere accesi (e spenti) senza alcuna limitazione
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- In questa area climatica (o fascia climatica) ci sono i Comuni che non sono freddi come i precedenti, ma che comunque hanno temperature che tendono a essere molto basse. Proprio per questo motivo, la legge prevede la possibilità di tenere accesi i riscaldamenti centralizzati dal 22 ottobre al 7 aprile per una durata giornaliera massima di 13 ore
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- All'interno di questa area rientrano alcuni Comuni di Lombardia e Piemonte (Milano, Torino, ecc.), dell'Emilia-Romagna (Bologna) e tutte le città con Gradi Giorno compresi tra 2.101 e 3.000. Ad esclusione delle province già citate, la Zone E include tra le principali: Alessandria, Aosta, Bergamo, Brescia, Como, Bolzano, Modena, Parma, Padova, Reggio Emilia, Rimini, Trieste, Gorizia, Piacenza, Ravenna, Venezia, Udine, Verona, Perugia, Rieti, Frosinone, Campobasso, L’Aquila e Potenza
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- La Zona D include province con Gradi Giorno tra 1.401 e 2.100 per le quali è prevista la possibilità di tenere accesi i riscaldamenti dal 8 novembre al 7 aprile di ogni anno per una durata giornaliera massima di 11 ore
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- In questa fascia climatica rientrano, tra le principali, le province di: Roma, Ancona, Genova, Firenze, Pescara, La Spezia, Livorno, Grosseto, Lucca, Macerata, Pisa, Pesaro, Viterbo, Avellino, Siena, Chieti, Foggia, Matera, Teramo e Vibo Valentia
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- La zona C è contraddistinta da un clima più mite rispetto alle precedenti ed include tutte le province con Gradi Giorno tra 901 e 1.400. Il riscaldamento può essere acceso dal 22 novembre al 23 marzo, con una durata massima giornaliera di nove ore
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- All'interno della zona B rientrano, tra le altre, le province di: Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Agrigento Messina, e Catania
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- La zona A è quella con la minore durata (espressa in giorni/anno e ore max/giorno) prevista per l'accensione dei riscaldamenti. In questa particolare fascia climatica rientrano infatti le province italiane più calde, con Gradi Giorno inferiori a 600. Proprio per questo motivo, la Legge prevede la possibilità di accendere i riscaldamenti solamente dal 8 dicembre al 7 marzo di ogni anno, per cinque ore al giorno
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- In questa zona rientrano solo tre Comuni: Lampedusa, Linosa (in foto), Porto Empedocle