Manovra, novità sulle pensioni: salta Quota 104 e si torna a Quota 103, ma con modifiche
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In attesa che il testo definitivo della Legge di Bilancio arrivi in Parlamento, il governo ha messo mano ad alcune misure. Ad esempio, le pensioni: dopo il pressing della Lega sparisce Quota 104 - che era stata messa nero su bianco anche nei comunicati dopo il Cdm - e si torna a 103, ma con il contributivo e con un tetto all'assegno
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- Il Consiglio dei ministri ha approvato la Manovra lo scorso 16 ottobre, ma ancora si attende il testo definitivo che verrà inviato in Parlamento per l’esame finale. Probabilmente arriverà lunedì o martedì. Ma intanto, dopo le bozze circolate nei giorni scorsi, il governo ha messo mano ad alcune misure. Ad esempio, le pensioni: salta Quota 104 e si torna a 103, ma con il contributivo e con un tetto all'assegno
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- Il capitolo previdenza è il primo a essere sotto i riflettori delle agenzie di rating e il governo, quindi, scommette sulle pensioni per superare l'esame. Ma il fronte previdenziale è anche tra quelli in cui maggiormente si sono sentite le tensioni tra gli alleati, con la Lega che ha detto no a Quota 104, ha spinto per mantenere Quota 103 e ha chiesto “uno sforzo in più”
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- Così, per chiudere il “pacchetto pensioni” che stava bloccando la stesura della Manovra, c’è voluta un’intera notte di lavoro. Alla fine un accordo è stato trovato: la Lega ha ottenuto la cancellazione di Quota 104 e il ripristino di Quota 103, ma con delle modifiche. Il ministero dell’Economia ha trasmesso la versione definitiva della Legge di Bilancio a Palazzo Chigi: ora è al vaglio dei tecnici e sarà inviata in Parlamento probabilmente all’inizio della settimana
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- Quota 104 era spuntata a sorpresa durante la conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. La stretta era stata messa nero su bianco anche nei comunicati di Palazzo Chigi e del Mef. Ma, sotto i colpi del pressing leghista, è sparita nelle ultime versioni della Manovra
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- Per i leghisti, infatti, Quota 104 non doveva comparire nel testo finale della Legge di Bilancio, anche se era già spuntato nei comunicati. Complicato, però, fare una vera retromarcia. Così è arrivata la mediazione: rimane inalterato il nome della misura, Quota 103, ma vengono rivisti paletti e requisiti
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- C’è il ritorno a Quota 103, quindi, ma con delle limitazioni. L'accesso al pensionamento con 62 anni d'età e 41 di contributi resterà in vigore anche nel 2024, ma l'assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, circa 2.250 euro lordi mensili (circa 1.750 euro netti). Questo tetto rimarrà fino ai 67 anni, età del pensionamento di vecchiaia, poi l’assegno diventerà pieno
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- L'uscita, però, varia tra dipendenti privati e pubblici: le finestre sono di 7 e 9 mesi secondo le ultime stesure, 6 e 9 secondo l'intesa che sarebbe stata raggiunta nella maggioranza. L’età effettiva di pensionamento, quindi, si avvicina più ai 63 anni di Quota 104 che ai 62 di Quota 103
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- Per compensare questo intervento viene modificata anche l'indicizzazione delle pensioni, con una retromarcia sugli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.250 e 2.800 euro): l'adeguamento torna all'85%, rispetto al 90% annunciato in un primo tempo
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- Torna anche, dopo essere sparito in alcune versioni, l'anticipo al 2025 dell'adeguamento alla speranza di vita, che sarebbe dovuto scattare dal 2027. Per sanitari, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995 gli adeguamenti della quota retributiva saranno più bassi
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- Quota 104 prevedeva una stretta sul pensionamento anticipato, con penalizzazioni dell'importo. Secondo la bozza della Manovra, si poteva andare in pensione nel 2024 con 63 anni di età e 41 di contributi (sono 62 e 41 nel 2023). Uscendo con 63 anni, 4 anni prima dell'età di vecchiaia, si aveva una riduzione di circa il 4% sull'importo complessivo. Su una pensione da 2.500 lordi al mese si sarebbero persi circa 100 euro