Mutui, l'ultimo rialzo sarà l’ultimo? Perché il tasso variabile potrebbe tornare di moda
L’ultimo aumento dei tassi e le parole di Christine Lagarde fanno pensare che il picco sia giunto e che a partire dall’autunno la rotta possa invertirsi, anche a causa dell’aumento del prezzo del petrolio. Sul medio periodo anche il vantaggio del tasso fisso sembra essere destinato a diminuire, con il lento calo degli Euribor che potrebbe portare i variabili ad essere più convenienti anche di 40-100 punti base
- Ancora una volta la Bce ha deciso di alzare i tassi: coerentemente con il suo obiettivo di riduzione dell’inflazione, il nuovo rialzo di 0,25% punti segna un nuovo picco. “Il livello raggiunto dai tassi, se mantenuto per un periodo sufficientemente lungo, consente di raggiungere il target di inflazione”, ha dichiarato Christine Lagarde
- Nonostante ci sia stato l’ennesimo rialzo la notizia può essere vista in modo positivo da chi, in questo momento, sta rimborsando un mutuo indicizzato e ha visto negli ultimi 13 mesi gonfiarsi a dismisura le rate, con un aumento medio del 70%, e punte anche oltre il 100%. Il picco, infatti, sembra essere molto vicino, nonostante l’Euribor sia destinato ad avvicinarsi molto a quel 4% fissato dall’istituto di Francoforte
- Non è un caso, infatti, che i contratti future che proiettano i movimenti dell’Euribor a 3 mesi nei prossimi anni abbiano registrato un miglioramento
- Se prima delle parole di Lagarde questi contratti proiettavano l’Euribor al 3% nel 2025, da ieri l’aspettativa è scesa al 2,8%
- Il 4% sembra perciò essere quel plateau oltre il quale per il momento pare impensabile procedere. Infatti, un elemento che non va dimenticato è che il prezzo del petrolio a 90 dollari è tornato a un livello di guardia anche per le istituzioni, visto che le proiezioni di inflazione Bce lo immaginano sensibilmente più basso
- Ovviamente non cambia l’obiettivo della Bce: anche se i tassi in un futuro prossimo (si pensa già all’autunno) non si alzeranno più, non mancano comunque le leve per poter indebolire la domanda aggregata al fine ultimo di frenare le pressioni inflazionistiche. Una notizia che sarebbe un vero sollievo per chi, in questi mesi, ha visto la rata del proprio mutuo alzarsi di 450 punti base
- Oltre agli Euribor negli ultimi mesi sono saliti anche gli Eurirs, cioè gli indici dei mutui a tasso fisso. Di conseguenza i prezzi dei mutui a tasso fisso e tasso variabile potrebbero subire un nuovo incremento nei prossimi mesi. Per questo motivo, nell’immediato, la differenza tra i migliori tassi, che oggi vede paradossalmente in vantaggio i fissi che costano l’1% in meno in partenza dei variabili, potrebbe restare tale
- Tale distorsione, però, è destinata presto a cambiare a partire dalla prima metà del 2024, quando è prevista la diminuzione degli indici Euribor, a parità di spread applicati dalle banche sulle proprie offerte mutuo, che porterà a correggere questa distorsione che vede i mutui a tasso fisso, che incorporano un’assicurazione, più convenienti dei variabili
- Come ha dichiarato Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it, su Il Sole 24 Ore, è possibile che “nei prossimi 12-24 mesi il mercato correggerà questa anomalia e che i variabili tornino in partenza a costare meno dei fissi, in un range di sconto compreso tra 40 e 100 punti base. Questo movimento potrebbe stimolare di nuovo la domanda di mutui a tasso variabile arrivata quasi a scomparire nel corso degli ultimi 4-5 mesi”
- Perché però possa avvenire questo controsorpasso è necessario che passi qualche mese, in modo tale che si possa invertire la rotta
- Un fenomeno che può avvenire ad una condizione: che non ci sia una nuova risalita dell’inflazione, come è avvenuto negli anni ’70, quando ci fu una doppia ondata