
Mutui, dopo il rialzo Bce cosa conviene scegliere tra tasso fisso e variabile
Il nuovo aumento del costo del denaro deciso dalla Banca Centrale europea di Francoforte ha porta al 3,25% il tasso sui depositi che impatta sul calcolo delle rate variabili. Ecco le possibili conseguenze su chi sta già pagando un mutuo e chi lo sta aprendo adesso

La Bce ha di nuovo alzato i tassi di 25 punti base. Una decisione attesa, che porta il tasso sui depositi al 3,25% impattando sugli indici Euribor che interessano i mutuatari a tasso variabile. In attesa di capire se questa misura avrà un peso nel frenare l’inflazione, in tanti si stanno interrogando sulle conseguenze per i mutui
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Come lasciato intendere dalla numero uno di Francoforte Christine Lagarde, i rialzi nella lotta all’inflazione proseguiranno. Negli Usa invece è probabile una pausa degli aumenti. Chi ha un mutuo a tasso variabile, magari acceso di recente, sta subendo un aumento delle rate. Mentre chi ha il mutuo a tasso fisso (la grande maggioranza di quelli in essere) non ha subito alcun effetto
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Con l'ulteriore aumento di 25 punti della Bce, la rata di un mutuo variabile ventennale di 160mila euro siglato un anno fa passa da 697 a 978 euro (+40%) mentre un trentennale dello stesso importo lievita da 475 a 753 euro (+63%)
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Come spiega Il Sole 24 Ore, per coloro che stanno pagando un mutuo a tasso variabile, il mercato si aspetta che non manchi molto alla fine delle strette monetarie, ma la lenta discesa dei tassi a partire dal 2024 potrebbe anche essere rivista se ci fosse una nuova ondata inflazionistica oppure altri eventi imprevisti (come è stato per la guerra in Ucraina)
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C’è quindi l’opzione della surroga. Chi ha un variabile superiore al 4% oggi può puntare a un risparmio nella rata facendo una surroga a tasso fisso scegliendo tra le offerte al momento presenti sul mercato: alcune banche offrono surroghe a tasso fisso su lunghe durate intorno al 3,3-3,5%
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In questo modo si avrebbe un doppio vantaggio: potrebbe un lato una rata più bassa e in parallelo spostandosi sul fisso ci si mette al riparo da eventuali ulteriori aumenti dei tassi variabili andandosi invece ad ancorarsi a un tasso fisso

C’è poi il caso di chi sta avviando ora un nuovo mutuo e deve quindi decidere se optare per il fisso o il variabile. Secondo l’analisi del quotidiano economico, se “si riesce a spuntare un tasso fisso in partenza inferiore di 50-100 punti base del variabile potrebbe valutare questa opzione”

Mentre è diverso lo scenario in cui il fisso costasse più di un variabile che pare avviato ai suoi picchi di rialzo. In questo caso c’è chi potrebbe farsi coraggio e valutare di iniziare con il mutuo variabile indicizzato all’Euribor
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