Francoforte continua a seguire la scia di Washington, con l’obiettivo comune di combattere l’inflazione. Se è vero che la spinta inflazionistica si è calmata negli ultimi mesi, precisa l'Istituto europeo, è anche vero che "le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti". Lagarde: "Tutti concordi che un altro aumento era necessario"
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Se ne parlava da giorni, adesso è arrivata la conferma: la Bce ha deciso di alzare ancora una volta i tassi d'interesse, di un quarto di punto percentuale. La scelta finale è in linea con quanto anticipato dagli analisti, anche se alcuni avevano ipotizzato addirittura un +0,50%. Il tasso sui rifinanziamenti principali sale adesso al 3,75%, quello sui depositi al 3,25% e quello sui prestiti marginali al 4%. Si tratta del settimo aumento consecutivo dei tassi. Francoforte continua quindi a seguire la scia di Washington, con l’obiettivo comune di combattere l’inflazione. Ieri, anche la Fed - per la decima volta consecutiva - ha aumentato i tassi di interesse dello 0,25%, come d’altronde già aveva annunciato. La presidente della Bce, Christine Lagarde, mette in chiaro che "c'è ancora strada da percorrere" per riportare l'inflazione al 2%, fine ultimo della politica degli aumenti. "Non stiamo facendo una pausa" nei rialzi dei tassi, ha detto. E pur evidenziando come nella riunione di oggi ci sia stata una "varietà di visioni", ha sottolineato che "tutti concordavano che un aumento era necessario". Poi, riconoscendo che "il settore bancario si è dimostrato resiliente", ha ricordato che la guerra in Ucraina "potrebbe di nuovo aumentare i costi di energia e cibo". Il rischio è che si creino le condizioni per vedere di nuovo "salire l'inflazione nel medio termine".
Lagarde: "Non possiamo alleviare rincari sui mutui"
Lagarde ha detto che la Bce è consapevole dei problemi che l'aumento dei tassi ha creato su chi ha stipulato un mutuo - "le famiglie stanno soffrendo a causa dei rialzi e dei rimborsi" che diventano più onerosi - ma ha voluto chiarire che "purtroppo non è qualcosa che possiamo alleviare". Il compito dell'Istituto è arrivare alla stabilità dei prezzi e per ridurre l'inflazione lo strumento più efficace che "dobbiamo usare" è proprio quello dei tassi. Alcuni Paesi, ha spiegato, stanno prendono misure particolari come moratorie e rinvii, ma "il meglio che possiamo fare è domare l'inflazione il più rapidamente possibile" affinché non servano più tassi alti.
Bce: “Prospettive di inflazione ancora troppo elevate”
"Le prospettive di inflazione continuano ad essere troppo elevate” e lo sono state “per troppo tempo”, scrive l’Istituto di Francoforte per motivare la decisione presa nella riunione del suo Consiglio direttivo. Pur precisando che “l’inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi”, la Banca sottolinea come “le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti”. E precisa: “I passati aumenti dei tassi vengono trasmessi con forza alle condizioni finanziarie e monetarie dell'area dell'euro, mentre i ritardi e la forza della trasmissione all'economia reale rimangono incerti".
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Obiettivo inflazione al 2%
Come detto da Lagarde, non c’è da sperare che i tassi scendano da un momento all’altro. "Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell'inflazione all'obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario", scrive la Bce. Si continuerà quindi a seguire una linea che dipenderà soltanto “dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della restrizione".
"Garantiremo liquidità al sistema euro se sarà necessario"
La Banca rassicura intanto che gli strumenti a sua disposizione potranno garantire, se necessario, un completo "sostegno di liquidità al sistema finanziario dell'area dell'euro". Si sottolinea come "lo strumento di protezione della trasmissione è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia per la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell'area dell'euro, consentendo così al Consiglio direttivo di adempiere più efficacemente al suo mandato di stabilità dei prezzi".