PA, si allarga la forbice tra gli stipendi. Ecco le categorie che guadagnano di meno
EconomiaIntroduzione
L’inflazione e le difficili trattative per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici hanno lasciato indietro alcune categorie della Pubblica Amministrazione, con le inevitabili proteste da parte dei sindacati
Quello che devi sapere
L’analisi dell’Aran
- A tracciare un quadro della situazione è l’Aran nel “Rapporto semestrale sulle retribuzioni nella Pa”, che cerca di guardare oltre ai recenti rinnovi, allargandosi sui fenomeni strutturali che stanno alla base del presente e del futuro prossimo delle buste paga pubbliche. Da sottolineare, in particolare, il livello di tensione che c’è tra le parti in questi anni, proprio mentre sono ai loro massimi le somme da destinare ai nuovi contratti
Per approfondire:
Decreto-legge PA, aumento fondo per welfare personale scolastico e sicurezza scuole
L’inflazione e la ripresa nel settore privato
- Negli scorsi anni lo scenario è stato reso aggravato dall’inflazione gonfiata dall’energia nel 2022/23, che ha alimentato anche la risposta di Cgil e Uil sulla “falsa narrazione” del Governo e le “risorse insufficienti”. Come dimostra però il rapporto Aran, c’è già stato un parziale recupero della botta subita con i prezzi nel settore privato, con un aumento medio del 3,9% messo a segno l’anno scorso dalle retribuzioni contrattuali del personale non dirigente, mentre è assente nel pubblico (+0,1%)
Per approfondire: Stipendi statali, aumenti fino a 500 euro tra il 2019 e il 2027. Il report dell’Aran
Gli aumenti e i prezzi
- Le cifre dicono di tutto: nel triennio 2022/24 sono 10,8 i miliardi di euro stanziati, che si traducono in incrementi medi compresi tra il 6% e il 7,3% nei vari comparti, a fronte di un incremento del 15,4% registrato dall’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca, depurato dai beni energetici importati). Un contesto completamente differente rispetto al periodo 2019/21, quando gli aumenti retributivi oscillavano tra il 5,2% e l’8,1%, mentre l’Ipca si era attestato al 2,2%. Diverso ancora, invece, quanto accaduto nel corso del triennio 2016/18, quando le rivalutazioni salariali (3,5%) risultavano quasi doppie rispetto all’Ipca (1,8%), ma i rinnovi contrattuali erano stati sospesi fin dal 2010, con l’inflazione che intanto registrava un +9,2%. Nel triennio 2025/27, gli andamenti di contratti e prezzi convergono
Chi è in pari
- Il bilancio complessivo è che, tra il 2016 e il 2027, la dinamica contrattuale riesce quasi a tenere il passo con il rincaro generale dei prezzi nei ministeri, nelle agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici, con incrementi medi complessivi pari a 562 euro, e nel settore sanitario, dove si attestano intorno ai 530 euro
Chi resta indietro
- Restano invece in coda i compart dell’istruzione, con un aumento medio di 400 euro, e gli enti locali, fermi a 390 euro, che segnano una crescita del 20,1-20,2%, a fronte di un indice Ipca che raggiunge il 25,4%
Il fondo di comuni e sanità
- Ma perché ci sono settori che restano indietro? Molti settori non hanno avuto a disposizione alcuni fondi, come quello accessorio di 190 milioni, messi a disposizione dall’ultimo decreto Pa per ministeri e sanità, che allo stesso tempo lasciano indietro i dipendenti di istituzioni locali, come ad esempio i comuni. "Le funzioni locali sono in sofferenza, non perché hanno avuto meno soldi nei rinnovi dei contratti, ma perché non hanno disposizione di leggi specifiche e questo è un dato di fatto", ha precisato Antonio Naddeo dell'Aran
Aran: "Per i contratti della Pa risorse certe fino al 2030"
- I costi dei rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici ammontano a 10 miliardi per il triennio 2025-27 e raggiungono gli 11 miliardi per quello successivo, spiega l'Aran in una nota sul nuovo Rapporto semestrale. L'agenzia sottolinea poi che le risorse da destinare ai rinnovi, per la prima volta, sono pianificate per i prossimi sei anni, con un orizzonte temporale fino al 2030. Gli stanziamenti previsti dalla Legge di Bilancio per i settori statali e stimati per gli altri settori - viene ricordato - sono coerenti con il Piano strutturale di bilancio trasmesso dal Governo alla Commissione europea. Sulle risorse, un altro aspetto di novità segnalato "è il fatto che la cadenza temporale presenta un profilo regolare, mentre in precedenza, per i primi due anni dei singoli trienni, gli stanziamenti erano appena sufficienti a coprire l'indennità di vacanza contrattuale". Il Rapporto evidenzia, inoltre, una crescita del rilievo assunto da risorse finanziarie ulteriori, rispetto a quelle destinate alla contrattazione, dedicate a singoli settori o comparti da provvedimenti normativi
Per approfondire: Contratto Scuola, previsti aumenti medi di 130 euro per gli Ata, 150 euro per i docenti