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Nord Stream 1, Gazprom chiude i rubinetti ma il gas cala a 240 euro

Economia
©Ansa

Iniziata la tre giorni di chiusura del gasdotto Nord Stream 1 per "manutenzione" come specificato dalle autorità russe. Intanto ad Amsterdam il prezzo del metano in Ue è salito prima a 276 euro al megawattora, per poi riscendere a quota 240. Intanto, però, gli Stati Uniti cercheranno di “aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia”

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Sale e scende il prezzo del gas dopo che proprio oggi, 31 agosto, Gazprom ha ufficialmente chiuso il gasdotto Nord Stream 1, per tre giorni di manutenzione, come specificato dalle autorità russe. Così alla Borsa di Amsterdam Ttf il metano è salito fino a quota 276 euro al megawattora per poi tornare, nel pomeriggio, a 240 euro, anche in vista delle prossime decisioni dell’Unione Europea sul tetto al prezzo e sullo sgancio del costo dell'elettricità dal gas (“decoupling”). Intanto, però, gli Stati Uniti hanno riferito che cercheranno il modo di “aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia”. Queste le parole del portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, che ha accusato la Russia dell'ennesimo tentativo di “usare l'energia come arma”, proprio attraverso la chiusura del gasdotto. (GUERRA RUSSIA-UCRAINA: TUTTE LE NEWS IN DIRETTA)

La situazione legata al Nord Stream 1

La chiusura del Nord Stream 1 era stata, comunque, già annunciata da qualche tempo. Ufficialmente sarà prevista fino al 2 settembre con l’obiettivo di riparare una turbina. Ma nessuno, al momento, in Europa dubita che si tratti di un pretesto per Mosca per rallentare gli stoccaggi e far aumentare i prezzi. E non ci sono nemmeno certezze che i rubinetti verranno riaperti fra tre giorni. L’ultima parola sarà quella di Vladimir Putin, sulla base delle esigenze belliche attuali. Il prezzo del metano arrivato a 276 euro al megawattora ha rappresentato una criticità significativa per le economie europee nemiche della Russia e, allo stesso tempo, un introito per le casse del Cremlino.

Le scorte italiane all’81,93%

Gli operatori di mercato stanno comunque ragionando sul fatto che la Commissione europea sia intenzionata a porre un tetto al prezzo del gas e a sganciare il prezzo dell'elettricità da rinnovabili dal prezzo del metano, facendo così abbassare le tariffe dell'energia pulita. Proprio per questo motivo, dopo lo shock legato alla chiusura del Nord Stream 1, nel corso della giornata ad Amsterdam la quotazione del gas si è assestata a 240 euro al megawattora. Per quanto riguarda l’Italia, Eni ha subito informato che il flusso dalla Russia al Paese è sceso a 20 milioni di metri cubi, contro i 27 dei giorni scorsi. Ma le scorte italiane, comunque, sono arrivate ad un rassicurante 81,93%, sebbene l'Istat abbia segnalato che in un anno i prezzi alla produzione sono aumentati del 36,9% e l'inflazione dell'8,4%. In generale, le riserve di metano nella Ue sono giunte all'80,17% di riempimento. Considerando altri Paesi, la Germania ad esempio, sono arrivate all'83,65%.

L’ad di Gazprom spaventa l’Europa

L'inverno, dunque, non dovrebbe rappresentare una minaccia. Ma proprio l'ad di Gazprom, Alexey Miller, ha cercato di spaventare l’Europa, affermando che i prezzi del gas potrebbero anche superare i “4.000 dollari per 1.000 metri cubi nei periodi di picco invernale”. Segnalando poi che “le esportazioni verso la Cina nei primi otto mesi dell'anno sono aumentate del 60%”, quasi come a dire che se gli europei non comprano più il gas, lo faranno altri Paesi.

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