Mario Draghi incontra il numero uno degli industriali Carlo Bonomi. Al centro dei colloqui gli interventi per arginare l'impatto dell'inflazione: taglio al cuneo fiscale e salario minimo. Molti gli ostacoli da superare per trovare una convergenza coi sindacati. Intanto il governo prepara nuovi aiuti contro gli aumenti di bollette e carburanti
Proseguono i tentativi del governo di stingere un patto sociale con sindacati e industriali per difendere lavoratori e aziende dall’inflazione che mangia gli stipendi e porta alle stelle i costi di produzione. Dopo i sindacati, tocca al numero uno di Confindustria Carlo Bonomi stringere la mano a Mario Draghi. Sul tavolo diversi temi, alcuni con numerosi nodi.
Meno tasse per i lavoratori
Il taglio al cuneo fiscale (in Italia al 46,5%) per rendere più pesante la busta paga dei lavoratori con redditi medio-bassi, per esempio. Non porterebbe benefici diretti alle imprese, perché lo sgravio riguarderebbe solo i dipendenti, con un costo per lo Stato di 4-5 miliardi. Anche l’idea di introdurre un salario minimo, cioè un livello di paga base per tutelare i tanti precari, non mette tutti d’accordo. L’ipotesi del ministro Andrea Orlando di stabilire una soglia per ogni settore, adottando quanto deciso coi rispetti contratti collettivi, trova l’apertura dei sindacati, ma gli industriali hanno avanzato dubbi poiché temono un aumento della spesa per le retribuzioni.
Milioni di italiani col contratto scaduto
C’è poi la questione dei rinnovi degli accordi economici scaduti, che coinvolgono tra sei e otto milioni di italiani e che sono necessari per adeguare le paghe al carovita, ma – anche in questo caso – il timore delle aziende sono i costi. Insomma, questioni urgenti per le quali potrebbero però essere necessarie più delle due settimane entro le quali il governo punta a varare i nuovi aiuti contro i rincari.
Nuovi aiuti entro fine mese
Nel menu, la proroga degli sconti per bollette e carburanti, le agevolazioni alle imprese per le spese energetiche e il bonus per le famiglie più bisognose. Ma il cantiere è ancora aperto, tanto che il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha parlato di azzeramento dell’Iva su alcuni prodotti di largo consumo, da finanziare utilizzando il gettito fiscale aggiuntivo che lo Stato ha incassato coi rialzi delle materie prime.