
Lavoro, lo studio Cgil: salari italiani bassi, -15mila euro rispetto a tedeschi
Un rapporto della Fondazione Di Vittorio Cgil ha sottolineato che lo stipendio lordo annuale medio nel nostro Paese rimane a un livello inferiore a quello pre-pandemico (-0,6%) e segna una differenza di -10,7 mila euro rispetto alla Francia e -15 mila rispetto alla Germania. Intanto Berlino ha approvato un salario minimo da 12 euro all'ora, a partire dal 1° ottobre

Le retribuzioni italiane restano sotto la media dell'Eurozona e si allarga il divario con altri grandi Paesi. È quanto emerge da un rapporto della Fondazione Di Vittorio Cgil. Intanto in Germania milioni di lavoratori avranno diritto a un salario minimo da 12 euro all'ora a partire dal 1° ottobre. La legge è stata approvata il 10 giugno dal Bundesrat, il Senato federale tedesco. Si tratta di una delle misure cardine del programma di governo, voluta dai socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz
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In Italia il salario lordo annuale medio, pur recuperando da 27,9 mila euro del 2020 a 29,4 mila euro del 2021, rimane a un livello inferiore a quello pre-pandemico (-0,6%), nonostante il balzo del Pil
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Nel 2021, nell'Eurozona si attesta a 37,4 mila euro lordi annui (+2,4%), in Francia supera i 40,1 mila euro, in Germania i 44,5 mila euro. I salari medi italiani segnano così una differenza di -10,7 mila euro rispetto alla Francia e -15 mila rispetto alla Germania
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Sono 5,2 milioni i lavoratori dipendenti (26,7%) che nella dichiarazione dei redditi del 2021 denunciano meno di 10 mila euro annui. Lo sottolinea il presidente della Fondazione Di Vittorio della Cgil, Fulvio Fammoni, commentando il rapporto "Salari e occupazione in Italia nel 2021. Un confronto con le principali economie dell’Eurozona"

"Quando in Europa salari e occupazione diminuiscono, in Italia calano di più, quando invece aumentano in Italia crescono meno", afferma Fammoni sottolineando proprio che sulla media salariale "incidono moltissimo i 5,2 milioni di lavoratori dipendenti (26,7%) che nella dichiarazione dei redditi del 2021 denunciano meno di 10 mila euro annui. Se nessun dipendente ricevesse un salario annuo inferiore a 10 mila euro lordi si otterrebbe immediatamente un recupero significativo rispetto alle medie salariali di altri Paesi”

Per la Fdv, a incidere sulla stagnazione dei salari reali che, sottolinea, affligge l'Italia da decenni, è anche la composizione della forza lavoro occupata che risulta essere meno qualificata e più precaria

La percentuale relativa alle professioni non qualificate è pari al 13%, superiore alla quota registrata in Germania, Francia ed Eurozona

Inoltre, nel 2021 i dipendenti a termine hanno raggiunto il 16,6% (in aumento anche nel 2022) e la percentuale di occupati part-time involontario, ovvero non per scelta, - sottolinea ancora la Fondazione della Cgil - si è attestata al 62,8% degli occupati a tempo parziale, un livello superiore rispetto agli altri Paesi europei e alla media dell’Eurozona

"La piaga dei bassi salari può essere sconfitta solo attraverso il lavoro di qualità che vuol dire innanzitutto combattere il lavoro precario, purtroppo da anni in costante crescita con il record dei contratti a tempo determinato. Significa inoltre contrastare il part-time involontario, che fra l'altro in alcuni settori prevede un numero bassissimo di ore", commenta la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David

"Occorre poi - prosegue - rinnovare i contratti collettivi nazionali e recepire la direttiva europea sul salario minimo da definire attraverso il trattamento economico complessivo dei Ccnl firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative". Infine, conclude Re David rimarcando la posizione del sindacato, "è fondamentale una legislazione che sostenga la contrattazione"