Caso ultras Milan e Inter, dagli arresti al processo. Le tappe dell'inchiesta
CronacaIntroduzione
L'inchiesta Doppia Curva della Procura di Milano ha portato all'arresto dei capi delle curve di Inter e Milan, con l'accusa di associazione a delinquere al fine di estorsioni e aggressioni. Per la curva nerazzura c'è l'aggravante dell'agevolazione mafiosa, visto l'ingresso nell'ex direttivo di elementi legati alla 'ndrangheta (Antonio Bellocco). Il percorso giudiziario è diviso in due tronconi: giudizio immediato per tre ultras del Milan (tra cui Christian Rosiello e Francesco Lucci, fratello di Luca) e rito abbreviato per altri 16, tra cui i capi assoluti (Andrea Beretta, diventato collaboratore di giustizia e Marco Ferdico, sponda Inter; Luca Lucci, sponda Milan).
Quello che devi sapere
30 settembre 2024: gli arresti
- L'inchiesta sulle attività delle curve di Inter e Milan diventa di dominio pubblico il 30 settembre 2024, quando la maxi indagine di Polizia e Guardia di finanza, coordinata dai pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra, porta all'arresto dei vertici del tifo nerazzurro e rossonero. Diciannove le misure cautelari (16 in carcere, 3 ai domiciliari) firmate dal gip Domenico Santoro, con perquisizioni a carico di più di 50 ultras (non indagati). Secondo la procura, l'inchiesta ha portato alla luce i business illeciti degli ultras, con estorsioni su parcheggi e "paninari", rivendita di biglietti, pestaggi e infiltrazioni della 'ndrangheta. A imprimere una rapida evoluzione dell'indagine è stato l'omicidio di Antonio Bellocco, 39 anni, legato all'omonima famiglia 'ndranghetista, avvenuto il 4 settembre 2024 per mano di Andrea Beretta, 49 anni, allora leader della curva nerazzurra. Un litigio finito male, in auto, al di fuori di una palestra di Cernusco sul Naviglio (Milano), frequentata dagli ultras interisti. Secondo la ricostruzione, tra i due i rapporti erano tesi da tempo per questioni legate al merchandising: nel corso del battibecco, Beretta colpisce Bellocco con 7-8 coltellate alla gola e al cuore. Si sentono anche degli spari: un proiettile colpisce l'ultras nerazzurro alla gamba. Lo stesso, arrestato, spiega agli inquirenti di aver agito per legittima difesa: sapeva che Bellocco voleva ucciderlo, e per questo girava armato. Un omicidio che fa capire alla Procura che è arrivato il tempo di agire per evitare ulteriori e più gravi "guerre"
Per approfondire: Così la mafia si infiltra nel tifo, parla lo Sco della polizia
I soggetti coinvolti e le accuse
- Gli arrestati sono tutti soggetti apicali delle due curve di Milano. Tra i nomi della Curva Nord spiccano quelli di Antonio Bellocco (morto fuori dalla palestra di Cernusco sul Naviglio poche settimane prima), Andrea Beretta (leader del tifo organizzato interista, killer di Bellocco e per questo già in carcere), Marco Ferdico ("frontman" della Curva e vice di Beretta) e Renato Bosetti (altro storico esponente della Curva Nord). Con loro Cristian Ferrario, che secondo gli inquirenti aveva nelle sue disponibilità un locale a Cambiago (Milano) dove è stato ritrovato un arsenale. Per quanto riguarda la Curva Sud, compaiono i nomi di Luca Lucci (capo della curva milanista) e del fratello Francesco Lucci, nonché di Islam Hagag (detto Alex Cologno) e Christian Rosiello, bodyguard del rapper Fedez (che non è coinvolto nell'inchiesta). L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata a una serie di estorsioni e aggressioni. Per gli ultras interisti, c'è oltretutto l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.
Per appronfondire: La Squadra mobile: "Ultras assimiliabili alla criminalità organizzata"
I contatti con società e giocatori
- In seguito all'inchiesta e agli arresti dei capi ultras, la Procura di Milano ha attivato un "procedimento di prevenzione" a tutela delle società di Inter e Milan. Secondo gli inquirenti, lo stadio di San Siro e le attività ad esso connesso erano "fuori da ogni controllo di legalità" anche a causa di "alcune carenze organizzative" nella "gestione dei rapporti con la tifoseria": carenza nei controlli per l'accesso allo stadio, cui accedevano anche persone prive di tagliando dopo intimidazioni agli steward; biglietti forniti a soggetti che hanno poi effettuato rincari sulle rivendite; incontri tra capi ultras e giocatori (come tra Ferdico e l'allora capitano nerazzurro Milan Skriniar, o come tra Luca Lucci e l'allora capitano rossonero Davide Calabria) o contatti telefonici con allenatori (Ferdico e Simone Inzaghi). Nel frattempo si è anche attivata la giustizia sportiva, con il procuratore federale Giuseppe Chiné che ha chiesto gli atti alla Procura di Milano con l'intento di verificare eventuali condotte "rilevanti" per l'ordinamento sportivo per Milan e Inter. L'11 novembre 2024, con l'arrivo degli atti, viene aperta l'indagine sportiva. In merito ai rapporti coi tifosi, viene sentito dai pm anche Javier Zanetti, vicepresidente nerazzurro e storica bandiera del club.
Per approfondire: L'arresto all'alba e le perquisizioni: cosa è succeso il 30 settembre
3 ottobre 2024: i Daspo
- Il 3 ottobre 2024 sono arrivati i primi 24 Daspo (ossia i provvedimenti interdittivi alle manifestazioni sportive) del questore Bruno Megale in relazione all'inchiesta delle due curve. I provvedimenti variano dai 3 ai 10 anni a seconda dei soggetti interessati. Per Luca Lucci e Beretta, i due capi curva, lo stadio resterà proibito fino al 2034 (al netto, ovviamente, delle eventuali condanne in sede penale): entrambi, infatti, sono stati colpiti da un Daspo di dieci anni, con obbligo di firma per i primi cinque anni. Stesso provvedimento anche per Francesco Lucci, che secondo gli inquirenti avrebbe assunto il ruolo di leader in assenza del fratello. I provvedimenti di interdizione hanno seguito una procedura parallela a quella delle ordinanze cautelari che hanno colpito i 19 personaggi protagonisti dell'inchiesta Doppia Curva. I Daspo del 3 ottobre 2024 non si sommano a quelli precedenti che alcuni ultras già avevano: facendo partire i nuovi termini da quella data, ne estendono nel tempo i divieti e le prescrizioni. Daspato anche il rapper Emis Killa, vicino ai vertici della curva milanista e anche lui indagato per associazione a delinquere dopo le perquisizioni nella sua abitazione
5 ottobre 2024: la Curva Nord fa "mea culpa" e cambia gestione
- Il 5 ottobre 2024 la Curva Nord prende le distanze dalla vecchia gestione e in un comunicato ammette i propri errori. "È giusto riconoscere come la deriva che ci ha travolto sia stata anche conseguenza della nostra leggerezza nel monitorare la gestione organizzativa ed economia della Nord", si legge nella nota. "La nostra realtà è cambiata dal momento in cui tutta la gestione di biglietti, materiale e contributi alla curva è stata concentrata su poche persone che dirigevano e controllavano tutti i conti. Questo nuovo sistema gestionale, iniziato dopo il periodo pandemico, ha permesso a poche persone di gestire progressivamente volumi di denaro sempre maggiori grazie anche all'unificazione della curva dietro un unico striscione che identificasse tutto il movimento ultras nerazzurro", spiegano gli ultras. "La tempesta mediatica e giudiziaria che si è abbattuta sulla Nord questa volta ha rischiato veramente di cancellare 55 anni di storia ultras nerazzurra. Il cuore della Nord però si sta dimostrando più forte di tutto e ne stiamo uscendo ancora una volta più forti e consapevoli degli errori commessi", spiegano nel comunicato. Di lì a pochi giorni, anche la Curva Sud emette un comunicato, dove non fa passi indietro e anzi nega ogni addebito: gli ultras rossoneri spiegano di non aver "mai gestito parcheggi, baracchini, bar" e di non aver "mai ricevuto, e soprattutto preteso, biglietti dalla società". La curva rossonera sottolinea inoltre di non aver "mai gestito cose al di fuori del mondo ultrà" e nemmeno "compiuto atti d'intimidazione o violenza" al fine di accaparrarsi "profitti da attività tangenziali all'ambiente stadio"
17 ottobre 2024: si fa luce sul tentato omicidio nella Curva Sud
- L'inchiesta Doppia Curva arriva anche a individuare i presunti responsabili di un tentato omicidio del 2019, avvenuto in pieno centro a Milano. Secondo gli inquirenti, nella volontà di "supremazia" conquistata dal 2016 da Luca Lucci sarebbe maturato l'agguato di via Cadore, zona Porta Romana, del 12 aprile di sei anni fa. Enzo Anghinelli, 51 anni, ultras della Sud e coinvolto in procedimenti di droga, venne avvicinato da uno scooter quando era fermo in auto al semaforo. A bordo due persone, che gli spararono contro più colpi: almeno due lo presero in faccia. Si salvò per miracolo, dopo essere finito in coma e dopo più interventi chirurgici. Uno dei due che avrebbero avuto l'incarico di ammazzare Anghinelli sarebbe stato Daniele Cataldo, 52 anni, ossia il vice di Lucci "con cui decide", scrivono gli inquirenti, "la strategia delittuosa". Cataldo finisce in carcere. Indagato per concorso e sospettato di essere il mandante è proprio Lucci. Il movente sarebbe nei contrasti con un altro gruppo di ultras milanisti, i Black Devil, capeggiati da Domenico Vottari, a cui era legato Anghinelli. Secondo i pm, il "progetto finale" a cui reagì il capo della Sud, chiedendo anche l'aiuto della 'ndrangheta dei Barbaro-Papalia, "poteva essere quello di spodestare Lucci" e "proporre in Curva nuovi gruppi egemoni", come i Black Devil e i Commandos Tigre. Da qui la decisione di agire tentando di far fuori Anghinelli
14 novembre 2024: Beretta comincia a collaborare
- Il 14 novembre 2024 è un giorno chiave. Si apprende, infatti, che Beretta avrebbe cominciato a collaborare con gli inquirenti (forse da alcune settimane prima) e sarebbe stato trasferito dal carcere di San Vittore a un altro in Centro Italia. Secondo quanto riportato dalla stampa, Beretta avrebbe anche fornito informazioni importanti su un altro omicidio eccellente, sempre inserito all'interno delle dinamiche di curve e criminalità organizzata: si tratta dell'agguato mortale a Vittorio Boiocchi, allora capo indiscusso della Curva Nord, ucciso nel 2022 sotto casa sua nel quartiere Figino. Un omicidio di cui, almeno fino alle deposizioni di Beretta, non erano chiari né eventuali mandanti né gli autori materali. Per gli inquirenti si tratta di un avvenimento cruciale nelle dinamiche della curva interista: dopo la morte di Boiocchi, infatti, è cominciato il "regno" di Beretta con la promozione di Ferdico e il successivo ricorso alla figura di Bellocco, legato all'omonima famiglia 'ndranghetista, come "protezione" da eventuali appetititi sugli affari ultras da parte di altri clan mafiosi. Beretta riferisce anche dettagli del presunto piano per ucciderlo elaborato da Bellocco, di cui sarebbe venuto a conoscenza da una terza persona che doveva partecipare all'azione ma che poi, pentitasi, avrebbe rivelato tutto.
Per approfondire: Inchiesta ultras, il pm Paolo Storari finisce sotto scorta
23 novembre 2024: l'arsenale
- Un deposito di armi, che si reputa possa essere l'arsenale della Curva Nord, viene scoperto il 23 novembre 2024 dalla polizia a Cambiago (Milano). Indagando su Ferrario, arrestato come detto nell'inchiesta, gli investigatori sono giunti a un capannone dove sono sono stati trovati e sequestrati pistole, kalashnikov, bombe a mano e molti proiettili. Un numero non enorme, ma sono "pezzi" che stupiscono per le perfette condizioni e per il potenziale di fuoco che va certamente oltre la copertura di possibili azioni violente tra frange di tifosi. Sorge quindi l'interrogativo di quali traffici dovessero garantire, e di come metterle in relazione con le indagini già svolte che hanno evidenziato filoni diversi. Ferrario, che aveva quel locale nelle sue disponibilità, ha riferito al gip che di quelle armi non sapeva nulla e che lui faceva "un po' il tuttofare di Beretta". Stando sempre agli inquirenti, l'uomo si era messo a disposizione non solo come "custode" delle armi, ma anche come prestanome del duo formato da Beretta e Bellocco.
Per approfondire: Chi è Andrea Beretta: identikit del capo ultras dell'Inter
20 febbraio 2025: parte il processo
- Il 20 febbraio 2025 è partito il processo immediato, con rito ordinario, per gli ultras rossoneri Rosiello, Riccardo Bonissi e Francesco Lucci, fratello del capo della Sud Luca. Quest'ultimo, invece, ha scelto come Beretta e Ferdico il rito abbreviato, che parte il 4 marzo 2025 con 16 imputati in tutto. Tra loro anche Gherardo Zaccagni, l'imprenditore che, stando alle indagini, gestiva i parcheggi dello stadio di San Siro per conto degli ultras. Il rito abbreviato prevede il processo a porte chiuse senza dibattimento e sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna.
Per approfondire: Chi è Luca Lucci: identikit del capo ultras del Milan
4 marzo 2025: parte processo con rito abbreviato
- Il 4 marzo è iniziato anche il processo con rito abbreviato a carico di 16 persone. Inter, Milan e la Lega Serie A sono state ammesse come parti civili, per il riconoscimento degli eventuali danni subiti, ha deciso la gup Rossana Mongiardo accogliendo le istanze di costituzione. Tra gli imputati figurano Marco Ferdico e Andrea Beretta (quest'ultimo diventato collaboratore di giustizia) per la curva Nord interista e Luca Lucci capo della Sud milanista, oltre ad altri ultras milanisti accusati di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di reati, tra cui aggressioni ed estorsioni. Associazione che per gli ultrà interisti imputati è contestata pure con l'aggravante mafiosa.
Per approfondire: Processo ultras Milan e Inter, al via l’abbreviato. Imputati Ferdico, Beretta e Luca Lucci
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