Garlasco, depositata la perizia. Gli elementi a carico di Sempio secondo la Procura

Cronaca
©Ansa

Dalle analisi condotte dagli esperti nominati dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell'ambito dell'incidente probatorio sull'omicidio di Chiara Poggi, è emerso che il profilo genetico trovato sulle unghie della ragazza è compatibile con la linea genetica maschile della famiglia Sempio, ma non è stato possibile "addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto". Poi ci sono l’impronta 33 e lo scontrino del parcheggio di Vigevano

ascolta articolo

Con il deposito della perizia che contiene gli esiti delle analisi condotte dalla genetista Denise Albani e dai dattiloscopisti Domenico Marchigiani e Giovanni Di Censo, nominati dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell'ambito dell'incidente probatorio disposto per far luce sull'omicidio di Chiara Poggi, si profila l'ennesimo scontro. In aula, dal prossimo 18 dicembre, gli esperti nominati dalle parti si daranno battaglia, in particolare sugli esiti delle analisi sul Dna repertato sulle unghie di Chiara. Ecco quali sono, secondo la Procura, gli elementi a carico di Andrea Sempio.

Dna compatibile con Sempio ma il risultato non è affidabile

Il Dna sarà il punto di maggior scontro fra le parti. Dai calcoli biostatistici, si legge nella perizia, "con supporto moderatamente forte/forte e moderato" il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea genetica maschile della famiglia Sempio ma non è stato possibile "addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto". Secondo la genetista Denise Albani, che parta di aplotipo "misti parziali", per la quantità e le condizioni del materiale biologico su cui si è lavorato non è stato possibile giungere a un risultato che fosse "certamente affidabile". Nella perizia si legge che la riconducibilità del dna ad Andrea Sempio, e a "tutti i soggetti a lui imparentati in via patrilineare", "va da moderatamente forte a forte sulla base della popolazione di riferimento" in relazione al materiale genetico analizzato su un'unghia della mano destra, ed è "moderata" in relazione all'unghia della mano sinistra di Chiara Poggi. Il dna sulle unghie della vittima può essere attribuito per l'analisi biostastistica ad Andrea Sempio, ma per la perita Denise Albani non è possibile stabilire con "rigore scientifico" se gli aplotipi "provengano da fonti del DNA depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell'ambito della stessa mano, da quale dito provengano, quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario, perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato), quando sia avvenuta la deposizione del materiale biologico". Sulla base "delle attuali conoscenze sul tema in ambito internazionale non è possibile rispondere con metodi validati, dati solidi e rigore scientifico a domande quali 'come', 'quando' e 'perché' un determinato materiale biologico è stato depositato su una superficie". Indicazioni "di contaminazione ambientale, trasferimento per contatto diretto o trasferimento secondario mediato da un oggetto sono suggestive e tali restano se non inquadrate in un contesto informativo più ampio e senza la disponibilità di dati scientifici granitici".

Su Dna criticità e limitazioni pure su biostatistica

Fa riferimento a "molteplici criticità riscontrate nella disamina degli atti" sul Dna e anche alle "limitazioni in termini di conoscenze e applicativi attualmente disponibili nella comunità scientifica internazionale per le valutazioni biostatistiche (uno fra tutti l'assenza di un database che contempli la popolazione locale d'interesse)", la perita Denise Albani nelle 93 pagine del suo elaborato depositato nell'incidente probatorio. In sostanza, l'esperta da un lato chiarisce che i dati documentali delle tracce genetiche estrapolate dalle unghie di Chiara Poggi dal perito De Stefano nel 2014, nell'appello bis per Alberto Stasi, non sono consolidati né affidabili dal punto di vista scientifico. Dall'altro, con le analisi biostatistiche arriva a individuare una compatibilità del profilo genetico su due dita di Chiara con quello della linea maschile Sempio. Sempre Albani, tuttavia, da contò anche delle "limitazioni" delle attuali analisi biostatistiche, spiegando che "pur attingendo dal database con il maggior numero di aplotipi attualmente disponibili a livello internazionale", si possono ottenere "risultati" che sono, comunque, "sottostimati". "Causa l'indisponibilità di un database di popolazione relativo e circoscritto alla zona in cui è avvenuto il fatto (Garlasco e dintorni) - si legge nella relazione - le popolazioni di riferimento disponibili consultate all'interno del database sono state la popolazione mondiale (worldwide) e la metapopolazione Western European (relativa agli aplotipi dell'Europa Centro - Occidentale di cui fa parte l'Italia)".

Approfondimento

Caso Garlasco, cos'è il Dna Y trovato sulle unghie di Chiara Poggi

Sugli altri reperti solo Dna di Chiara e Alberto

La perizia spiega anche che sugli "acetati" delle impronte rinvenute sulla "scena del crimine", una sessantina in tutto, non è stato trovato sangue, né sono stati estrapolati profili genetici utili per comparazioni. Dagli accertamenti sui reperti della "pattumiera" di casa Poggi, poi, sono venuti a galla solo i Dna di Chiara e di Alberto Stasi e sul "tappetino del bagno" è stato individuato materiale genetico sempre della studentessa e del padre Giuseppe. Così come le analisi sui "tamponi" non hanno fornito elementi utili alle nuove indagini su Andrea Sempio. In particolare, si legge, sul fondo di un "piattino di plastica" è stato "estrapolato un profilo genetico parziale severamente degradato caratterizzato dalla presenza della componente allelica, ancorché parziale" di Chiara. Su una "cannuccia di Estathè" è stato trovato Dna "parziale severamente degradato caratterizzato dalla presenza della componente allelica, ancorché parziale" di Stasi. Dalle "coperture di Fruttolo" sono stati rintracciati "altrettanti profili genetici parziali degradati caratterizzati dalla presenza della componente allelica, ancorché parziale" delle 26enne. E ancora dal "bordo interno" del "sacchetto cereali" è stato estrapolato un "profilo genetico misto parziale leggermente degradato caratterizzato dalla presenza della componente allelica" della studentessa "e di un'ulteriore componente allelica non utile a fini interpretativi". Due, poi, le tracce genetiche riconducibili a Chiara Poggi trovate sul tappetino del bagno e un profilo "ancorché parziale, verosimilmente attribuibile all'aplotipo di Poggi Giuseppe (e di tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare)". Nell'elaborato si dà conto anche degli esiti dei prelievi sulla "garza utilizzata in sede autoptica come tampone orale". Si tratta dell'ormai noto "ignoto 3", che era spuntato a un certo punto come l'ennesima svolta nel caso. Le analisi riportano le contaminazioni nell'autopsia, già venute a galla, con tracce genetiche di un'altra persona morta e del medico legale. 

Leggi anche

Garlasco, pm: "Dna ignoto 3 deriva da contaminazione durante autopsia"

L’impronta 33

Un altro elemento considerato dalla Procura è l’impronta 33 ritrovata sul muro della scala di casa Poggi che conduce al seminterrato. Per il procuratore di Pavia Fabio Napoleone, l'impronta repertata nella villetta di Garlasco è stata lasciata dal palmo destro di Sempio "per la corrispondenza di 15 minuzie  dattiloscopiche". Una prova importante, per l'accusa, nonostante sia rimasta fuori dall'incidente probatorio. Tuttavia sull’impronta non ci sarebbero tracce di sangue ma solo di sudore, e la sua presenza dimostra che Sempio frequentava casa Poggi ma non lo colloca lì il giorno del delitto perché si tratta di una traccia che potrebbe essere stata lasciata anche un mese prima.

Leggi anche

Delitto di Garlasco, difesa Sempio: su impronta 33 sudore, non sangue

Lo scontrino

Per la Procura inoltre ci sono le presunte incongruenze sullo scontrino del parcheggio a Vigevano del 13 agosto 2007, che collocherebbe Sempio in un lungo diverso all'ora dell'omicidio, consegnato  agli inquirenti un anno dopo. "Non è suo", avrebbe sostenuto un testimone che si è presentato spontaneamente negli uffici della caserma dei carabinieri di via Moscova, a Milano. Quello scontrino, per la Procura, non è un alibi valido.

Leggi anche

Delitto di Garlasco, Sempio: "Ho preso io lo scontrino"

L’inchiesta su Venditti

Fra gli elementi con cui i pm punteranno a chiedere il processo per Sempio c’è anche l'inchiesta per corruzione in atti giudiziari a carico dell'allora procuratore pavese Mario Venditti: l'ipotesi è che abbia preso dei soldi per archiviare la posizione di Sempio nel 2017.

Leggi anche

Garlasco, il Riesame di Brescia annulla ancora il sequestro a Venditti

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24

Cronaca: i più letti