Garlasco, cos'è il Dna Y trovato sulle unghie di Chiara Poggi e come si usa nelle indagini

Cronaca

Introduzione

Il materiale genetico isolato nelle prime fasi dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi sotto le unghie della vittima mostra una compatibilità con il Dna Y della linea maschile della famiglia di Andrea Sempio. Lo rileva un rapporto della perita Denise Albani, nominata dal Tribunale di Pavia nell’incidente probatorio di Garlasco, secondo quanto emerge dalle indiscrezioni sui dati della perizia. Il confronto ha restituito 12 marcatori compatibili su 16, secondo il kit biostatistico utilizzato dall’esperta della polizia scientifica. Poiché si tratta di Dna Y, il profilo non può essere attribuito a un singolo individuo, ma solo alla linea paterna della famiglia Sempio. Ma cos’è il trovato sulle unghie di Chiara Poggi e come si usa nelle indagini?

Quello che devi sapere

Cos’è il Dna Y

Il Dna Y è una parte del Dna nucleare, cioè quel Dna che si trova nel nucleo delle cellule. Il materiale genetico dell’essere umano è presente in due luoghi diversi: nel nucleo delle cellule e nei mitocondri. La maggior parte del Dna si trova nel nucleo ed è proprio questo che viene chiamato Dna nucleare. Una piccola parte, invece, è contenuta nei mitocondri ed è definita Dna mitocondriale. Il Dna nucleare è il principale “manuale di istruzioni” dell’organismo: è organizzato nei cromosomi ed è ereditato per metà dalla madre e per metà dal padre. Ogni persona ha un Dna nucleare unico, a eccezione dei gemelli omozigoti. Il Dna mitocondriale, invece, è più piccolo, si trova nei mitocondri ed è sempre ereditato dalla madre. Questo fa sì che tutti i figli di una stessa madre condividano lo stesso Dna mitocondriale. 

L’uso del Dna nelle indagini forensi

La distinzione tra Dna mitocondriale e nucleare è importante anche nelle indagini forensi: il Dna nucleare è quello che permette l’identificazione personale e i test di paternità; il Dna mitocondriale serve per tracciare la linea materna ed è utile soprattutto quando i campioni sono molto danneggiati o ridotti, perché è presente in migliaia di copie per cellula e può essere recuperato anche da strutture prive di nucleo, come i fusti dei capelli senza bulbo. Il Dna Y è una porzione del Dna nucleare che si trova nel cromosoma Y, uno dei due cromosomi sessuali umani insieme al cromosoma X. È presente solo nei maschi e viene trasmesso dal padre ai figli maschi in modo quasi identico, perché il cromosoma Y non si ricombina (se non in misura minima) con il cromosoma X.

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Come viene utilizzato il Dna Y nelle indagini

Nelle indagini forensi il Dna Y è utile per ricostruire un profilo familiare maschile, perché uomini appartenenti alla stessa linea paterna, come padre, figli maschi, fratelli e zii paterni, condividono lo stesso profilo Y. Questo significa che può indicare una famiglia o una linea genealogica, ma non un singolo individuo. Per determinare un individuo specifico serve il Dna autosomico, la parte del Dna nucleare presente nelle altre 22 coppie di cromosomi, ereditata per metà dalla madre e per metà dal padre, che rappresenta la nostra vera carta d’identità genetica.

Microscopio

Caso Garlasco, la nuova analisi genetica

Secondo quanto anticipato da diversi quotidiani, l’aplotipo Y individuato sulle unghie di Chiara Poggi appartiene a un gruppo familiare molto ristretto, riconducibile alla linea maschile del profilo biologico di Sempio. "Abbiamo ricevuto via mail le anticipazioni della perizia. C’è una conferma esplicita sulla concordanza tra il dna sulle unghie di Chiara Poggi e quello di Sempio”, ha confermato all'Agi Ugo Ricci, consulente di Alberto Stasi. “Vengono così confermati i risultati ai quali ero giunto col collega Lutz Rower nella consulenza depositata in Procura nel 2023. Ora però a dirlo è anche la perizia di Albani nominata dal Tribunale di Pavia. A questo punto siamo spettatori di quello che succederà in base alle risultanze investigative". Il risultato della perizia ribalta quanto aveva stabilito il genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d'Appello bis che undici anni fa aveva escluso quel Dna ritenendolo “non consolidato”. Quella valutazione aveva contribuito alla condanna di Stasi e alla prima archiviazione di Andrea Sempio chiesta nel 2017 dall'allora procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi sotto indagine per corruzione in atti giudiziari. Secondo gli accertamenti di Albani, le prove di laboratorio di De Stefano furono condotte con campioni non omogenei. Riesaminando il materiale, la genetista ha rilevato che nella "sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo parziale misto per un totale di dodici" marcatori. Albani spiega che "l'aplotipo non è di per sé identificativo, quindi è un cromosoma Y, viene condiviso da tutti i soggetti imparentati in linea paterna, per cui non si può attribuire univocamente a una sola persona”, piuttosto "è un contesto familiare di appartenenza". La genetista precisa anche che "i profili ottenuti sono dei profili non completi". Nonostante questo, gli elementi disponibili sono stati ritenuti sufficienti per arrivare alla conclusione di una “piena concordanza”. Il 18 dicembre saranno le parti a discutere per quale ragione quella traccia biologica sia finita sulle mani di Chiara Poggi: se attraverso un contatto diretto nei momenti del delitto del 13 agosto 2007 oppure tramite un trasferimento indiretto da un oggetto toccato da Andrea Sempio in altre occasioni in cui frequentò casa Poggi.

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