Delitto Garlasco, nell’ambito dell’incidente probatorio sarà acquisito dna gemelle Cappa

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Continuano le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 e per la cui morte è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi. A Pavia c’è stata l'udienza sull’incidente probatorio e il via a una maxi perizia con al centro le comparazioni genetiche tra il dna di Andrea Sempio e il materiale biologico trovato sulle unghie della vittima e altri reperti raccolti e non analizzati. Conferiti incarichi ai periti. Sarà acquisito il dna di alcuni amici di Stasi e Sempio. Prossima udienza 24 ottobre

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Continuano le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007 e per la cui morte l’allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere (ora è in semilibertà). Oggi si è tornati in aula a Pavia per l'udienza sull'incidente probatorio e il via a una maxi perizia con al centro soprattutto le comparazioni genetiche tra il dna di Andrea Sempio – che nella nuova indagine è accusato di omicidio in concorso – e il materiale biologico trovato sulle unghie della vittima e altri reperti raccolti nella prima indagine e alcuni non analizzati. Anche il dna delle gemelle Stefania e Paola Cappa e di alcuni amici di Stasi e Sempio sarà acquisito nell'ambito dell'incidente probatorio. Conferiti gli incarichi ai consulenti della Procura per stabilire se il il materiale biologico è utile e comparabile. "La prossima udienza per l'incidente probatorio è stata fissata per il 24 ottobre", ha detto l'avvocata Angela Taccia, che insieme a Massimo Lovati difende Sempio nel nuovo filone di indagine, all'uscita della Procura pavese. A partire dal 17 giugno, i periti del Gip Denise Albani e Domenico Marchigiani inizieranno le operazioni peritali. "Vedo che gli inquirenti hanno grande determinazione. Noi ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia", aveva detto l'avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, entrando in Procura. Intanto, si attende anche l’esito delle analisi sul martello - una mazzetta da muratore - trovato mercoledì in un canale durante le ricerche dell'arma con cui è stata uccisa la ragazza quasi 18 anni. E spuntano le chat di una delle gemelle Cappa, cugine della ragazza trovata senza vita in fondo alle scale di casa.

L'udienza di oggi

Al Palazzo di Giustizia di Pavia la gip Daniela Garlaschelli ha conferito l'incarico ai periti per il maxi incidente probatorio su tutte le analisi genetiche. I periti incaricati, entrambi della Polizia scientifica di Milano, sono la commissaria capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico dattiloscopista Domenico Marchigiani. I consulenti dovranno stabilire se il dna trovato sotto le unghie della vittima sia utile e comparabile. Sulla sua utilizzabilità c'è stato un grande contrasto tra le parti. Se decideranno per il sì, si procederà alla comparazione con quello che al momento è l'unico indagato del nuovo filone d'inchiesta, Andrea Sempio, e su alcune altre tracce repertate e riconsiderate nelle nuove indagini affidate ai carabinieri di Milano. Oltre che sul profilo genetico in esame, che permetterebbe solo di definire una linea genetica paterna, non una persona, si procederà su una serie di tracce, una sessantina, ripescate tra i reperti depositati in Tribunale a Pavia e al Ris di Parma. Tra questi ci sarebbero anche tre impronte senza nome su due cartoni di pizza mangiata da Chiara Poggi e Alberto Stasi la sera prima del delitto.

I prelievi

La gip ha deciso anche che, nell'ambito del maxi incidente probatorio, saranno acquisiti anche i dna delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa (amico di Alberto Stasi), di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi (fratello di Chiara) e Andrea Sempio, oltre a quelli del medico legale e di inquirenti e investigatori della prima inchiesta. L'estensione dei prelievi a queste persone, tutte non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno repertate. "La difesa di Stasi ha chiesto e ottenuto di estendere l'acquisizione di dna ad altri soggetti che frequentavano la famiglia o che potrebbero aver contaminato la scena del delitto. Tra questi vi sono le sorelle Cappa, Marco Panzarasa, carabinieri che hanno indagato in casa, soccorritori, e altri anche per contaminazione indiretta. In tutto una decina di persone, alcune estranee alle indagini. L'acquisizione dei dna non prevede infatti automaticamente che i soggetti vengano indagati", hanno spiegato gli avvocati delle varie parti all'uscita dell'udienza per l'incidente probatorio. I quesiti individuati sono stati sette, tutti di contesto genetico.

I reperti

Tra i reperti, alcuni dei quali mai analizzati, su cui si concentrerà la maxi perizia genetica disposta, con la formula dell'incidente probatorio, dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli non c'è solo il materiale biologico trovato sulle unghie di Chiara Poggi, ma anche un frammento del tappetino del bagno, le confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti e altri sacchetti sequestrati quasi 18 anni fa nella villetta di Garlasco, a cui si aggiungono i "para-adesivi" di tutte le impronte, una sessantina. Innanzitutto, come detto, si dovrà verificare se siano o meno utilizzabili i risultati delle analisi genetiche effettuate sulla tracce biologiche rinvenute sulle unghie di Chiara Poggi, per poi eventualmente compararle con il dna di Sempio e di altre persone, in quanto ci sarebbe un presunto "ignoto 2". Su tutti i reperti andranno inoltre estrapolate le tracce genetiche, che poi saranno comparate con i Dna raccolti, anche con quelli delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa e di altri, come deciso dalla giudice. E ciò anche per escludere le tracce irrevanti in quanto riconducibili a persone che nulla hanno a che vedere con il delitto.

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Le indagini

Sull’omicidio i carabinieri stanno ipotizzando uno scenario diverso da quello acclarato da una sentenza passata in giudicato. Mercoledì hanno perquisito le abitazioni di Sempio - unico indagato nella nuova inchiesta -, dei genitori e degli amici Mattia Capra e Roberto Freddi e sequestrato pc, telefoni vecchi e nuovi, appunti, diari, fotografie e tutto quanto può essere utile a una ricostruzione alternativa a quella che ha stabilito la responsabilità di Stasi. Con il supporto dei vigili del fuoco e della protezione civile, i militari, guidati da una vecchia testimonianza e dalle recenti rivelazioni in tv di un superteste su Stefania Cappa, hanno dragato un canale a Tromello, non lontano da Garlasco, nei pressi della casa ora abbandonata di proprietà della nonna della ragazza: lì sono stati rinvenuti alcuni oggetti tra cui, appunto, una mazzetta da carpentiere che dovrà essere analizzata e comparata per capire se possa essere l'arma del delitto. Arma che, come era stato messo nero su bianco negli atti giudiziari, non sarebbe il martello a coda di rondine sparito da casa Poggi ma semmai un martello da carpentiere. Cosa che riporta all'estate del 2007, quando il titolare di un cantiere situato nel cortile della Croce Garlaschese aveva segnalato la scomparsa - alcuni giorni prima del delitto - di una mazzetta da muratore. "Non mi sorprende per niente che le indagini siano arrivate a Tromello, quello che mi sorprende è che queste cose non venissero fatte prima. Ma bene che vengano fatte", ha detto Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, entrando in Procura a Pavia. "Anzi - ha incalzato - Garlasco è piena di canali, anche vicino a casa di Stasi, perché non andare a guardare". "Se a 18 anni di distanza siamo ancora di fronte a questa situazione, evidentemente qualcosa in più poteva essere fatto", ha detto invece Davide Radaelli, consulente della famiglia Poggi, prima di entrare in Tribunale.

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Tra gli atti dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano a cui si è aggiunta la collega Giuliana Rizza, ci sarebbero anche circa 280 messaggi inviati anni addietro da Paola Cappa, la gemella che ora è food blogger, a un amico con cui la giovane in passato avrebbe condiviso serate tra movida e locali. "Mi sa che abbiamo incastrato Stasi", sarebbe uno dei testi che sono a disposizione di inquirenti e investigatori assieme a immagini postate sui social dalle due ragazze - mai indagate - ritornate alla ribalta delle cronache in questi giorni. A far riparlare delle gemelle Cappa ci sono poi le immagini, riproposte in tv, dell'abbraccio tra Stefania e Alberto Stasi ripreso dalle telecamere nascoste nella caserma dei carabinieri del piccolo paese della Lomellina, dove i due ragazzi erano stati convocati quattro giorni dopo il brutale assassinio.

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