Addio a Franco Di Mare, dai reportage nelle zone di guerra al mesotelioma. La fotostoria
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Il giornalista si è spento all’età di 68 anni. Una vita in Rai, ha seguito la guerra dei Balcani e coperto molti conflitti degli ultimi vent’anni. Diversi anche i programmi condotti sulla rete pubblica. Il 28 aprile aveva rivelato a "Che tempo che fa" la sua malattia: "Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo". Nei suoi ultimi giorni gli erano accanto Stella, la figlia adottata in Bosnia mentre era inviato, e la compagna Giulia Berdini
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- Addio al giornalista Franco di Mare, morto il 17 maggio all'età di 68 anni. Lo ha annunciato la famiglia con una nota: "Abbracciato dall'amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall'affetto degli amici più cari oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare". I funerali si terranno lunedì 20 maggio alle ore 14 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto (chiesa degli Artisti) in piazza del Popolo a Roma
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- "Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo". Nell’intervista dello scorso 28 aprile a Che tempo che fa, Di Mare aveva svelato la sua malattia spiegando come sia "legata alla presenza di amianto nell'aria e si contrae tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto”. Nell’intervista Di Mare aveva sottolineato la distanza presa negli ultimi tempi dai vertici Rai: “Ho chiesto loro lo stato di servizio, l'elenco dei posti dove sono stato per sapere cosa si potrebbe fare, ma sono spariti tutti”
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- Napoletano classe 1955, laureato in Scienze politiche, era giornalista professionista dal 1983. ha lavorato per l'Unità, l'agenzia di servizi AGA (Agenzia di Giornali Associati) e per Radiocor (Agenzia di Stampa Economica e Finanziaria), prima di entrare in Rai
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- Nel 1991 fa il suo ingresso in Rai: il primo incarico è inviato speciale nella redazione esteri del Tg2 dove dal 1995 si occupa della Guerra dei Balcani e copre le principali zone dell'Africa e dell'America centrale. Perché un giornalista rischia la vita andando nei luoghi di guerra? "Si incontra bella gente - diceva Di Mare citando Henimgway - al di là delle bombe, del rischio che corri, c'è anche solidarietà tra i colleghi e tra le persone che incontri appunto per caso"
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- Nel 2002 passa al Tg1, seguendo buona parte dei conflitti degli ultimi venti anni: Bosnia, Kosovo, Somalia, Mozambico, Algeria, Albania, Etiopia, Eritrea, Ruanda, prima e seconda guerra del Golfo, Afghanistan, Timor Est, Medio Oriente e America Latina. Inoltre, sempre come inviato ha coperto i falliti colpi di stato in America Latina, e le campagne elettorali presidenziali di Stati Uniti, Francia, Bulgaria e Algeria
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- Nel corso della sua carriera giornalistica Franco di Mare è stato autore di servizi e documentari sulla criminalità organizzata nazionale (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) e internazionale (Germania, Russia e Bulgaria). Ha realizzato inchieste e servizi a seguito di attentati terroristici in Giappone, Russia, Kenya, Egitto, Stati Uniti e Medio Oriente, nonché reportage da aree colpite da calamità naturali come l'Honduras, il Guatemala, il Nicaragua, l'Alabama, l'India, l'Anatolia e la Louisiana
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- Nel 2003 Franco Di Mare diventa conduttore di Rai 1 per Unomattina Estate, Uno Mattina week end e poi dal 2004 per Uno Mattina. Dal 2005 al 2009 passa al timone di Sabato e domenica, sempre su Rai 1, e dal 2005 è autore delle finestre del Tg1 all'interno di Uno Mattina. Nel 2013-2014 conduce anche La vita in diretta. Nel luglio 2019 diventa nuovo vicedirettore di Rai 1 e nel 2020 direttore generale dei programmi del giorno della Rai. Il 15 maggio 2020 assume la direzione di Rai 3
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- A 35 anni, quando è inviato a Sarajevo per documentare la guerra in Bosnia, adotta una bambina di dieci mesi che incontra in un orfanotrofio della città. "Tra tanti bambini biondi ne notai una con i capelli scuri, era anche l’unica che sorrideva. La presi in braccio, lei mi si aggrappò al collo e quello fu l’inizio di una grande storia", ha raccontato nel 2019
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- Di Mare ha scritto anche diversi libri: il più recente è Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi (SEM 2024). Ci sono poi Il cecchino e la bambina (2009), pubblicato per Rizzoli, il romanzo Non chiedere perché (2011) dove ha raccontato la storia di Stella e che ha vinto il Premio Roma, il Premio Fregene e si è classificato secondo al Bancarella. Altri libri pubblicati sono Roléx, Cairo Editore, 2012; Il paradiso dei diavoli, Rizzoli, 2012; Il caffè dei miracoli, Rizzoli, 2015; Il teorema del babà, Rizzoli, 2017; Barnaba il mago, Rizzoli, 2018
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- Non chiedere perché è diventato anche un film tv per Rai1 dal titolo L'angelo di Sarajevo (2015) con Beppe Fiorello. È stato l'attore all'epoca a chiedere con un sms a Di Mare se poteva interpretare questo ruolo: "Dietro ogni uomo si nasconde una storia che vale la pena raccontare", ha dichiarato Fiorello