Esplosione Suviana, le ipotesi degli esperti: un problema alla turbina o al trasformatore
La tragedia è avvenuta durante la messa in esercizio della turbina, una fase delicata che precede il collaudo vero e proprio. Quanto accaduto sarebbe legato alla manutenzione straordinaria e non a un problema strutturale. Sul tavolo anche la possibilità che la deflagrazione sia venuta dal gruppo dell’alternatore o da un’altra componente elettrica
- L’esplosione avvenuta nella centrale idroelettrica di Suviana è avvenuta in un momento particolarmente delicato, ovvero durante la messa in esercizio della turbina, la fase che precede il collaudo vero e proprio
- Ed è su questo momento delle operazioni di manutenzione straordinaria che al momento si concentrano le ipotesi degli esperti, basate su quanto si sa in generale sulla costruzione e il funzionamento delle centrali idroelettriche. Le operazioni di manutenzione sono al momento l'unico elemento di novità rispetto all'attività ordinaria della più importante centrale idroelettrica dell'Emilia Romagna
- "L'intervento di manutenzione straordinaria sulla turbina potrebbe far pensare che il problema possa riguardare questo tipo di impianto", osserva Aldo Fiori, professore ordinario di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia dell'Università Roma Tre. Alla turbina "potrebbero far pensare anche le venute d'acqua importanti", aggiunge l'esperto riferendosi al fatto che il livello dell'acqua ha continuato a salire a lungo
- "Di sicuro non è stato un problema strutturale: in tutti i casi in cui ci sono stati cedimenti strutturali o tracimazioni sono avvenuti disastri immani, come nel Vajont o nella Val di Stava. In questo caso - ha proseguito Fiori - la situazione è completamente diversa: si tratta di un problema impiantistico, probabilmente legato all'intervento di manutenzione straordinaria". Un intervento non banale né semplice, considerando che cambiare una turbina significa "lavorare su un grande macchinario" e con "pressioni dell'acqua notevoli"
- Si concentra più sull'esplosione Daniele Carnevale, professore associato di Ingegneria dell'automazione all'Università di Roma Tor Vergata: "Se chiaramente il comburente è l'ossigeno, il combustibile potrebbe essere stato prodotto dall'evaporazione degli olii minerali dei trasformatori elettrici", che hanno la funzione di isolante
- In particolare il passaggio dall'energia meccanica a quella elettrica potrebbe avere provocato una variazione di temperatura negli olii minerali che si trovano all'interno dei trasformatori: "In questo modo potrebbe essersi creata una miscela di gas esplosiva", spiega Carnevale
- Ma la combustione, prosegue Carnevale, potrebbe riguardare anche le turbine: "La miscela di gas potrebbe essere stata indotta dagli olii lubrificanti dei cuscinetti nelle turbine sversati sulle parti calde dei macchinari"
- L'esperto osserva però che, poiché "tutti gli impianti di questo tipo hanno sistemi di rilevamento dei gas, è strano che nella centrale di Suviana l'allarme non sia stato lanciato da un sistema Scada", ossia da un sistema di acquisizione e controllo della diagnostica dell'impianto
- "Una turbina di per sé non esplode, perché una turbina idraulica è come una pala eolica, non ha carburante all’interno, viene mossa solo dall’acqua che non è combustibile ed è fredda", ha detto a Sky TG24 Francesco Ballio, docente di Idraulica del Politecnico di Milano
- "È più probabile che l’esplosione sia venuta dal gruppo dell’alternatore o da un’altra componente elettrica. L’alternatore è indagato perché al suo interno scorrono correnti elettriche molto elevate - spiega Ballio - Se avviene un corto circuito con quelle potenze e intensità di corrente l’esplosione può essere davvero molto grave"