Esplosione Suviana, chi erano le vittime dell’incidente nella centrale

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Il bilancio provvisorio della tragedia alla centrale elettrica Enel del lago di Suviana, sull'Appennino bolognese, è di 6 morti, un disperso e cinque feriti gravi. I morti identificati nella strage sono Vincenzo Franchina, Pavel Petronel Tanase e Mario Pisani. Giovedì sono stati trovati anche i corpi di Adriano Scandellari, Paolo Casiraghi e Alessandro D'Andrea

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È di sei morti, un disperso e cinque feriti gravi il bilancio dell'incidente di martedì alla centrale elettrica Enel Green Power del lago di Suviana, sull'Appennino bolognese (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). Una turbina è esplosa al piano -8 dell'impianto. Il crollo ha travolto i tecnici che lavoravano ad adeguamenti della centrale. Sono al momento sei le vittime identificate nella strage: Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina), Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), di 45 anni, e Mario Pisani, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni. Giovedì sono stati trovati anche i corpi di Adriano Scandellari, 57 anni, di Padova, Paolo Casiraghi, 59enne di Milano, e Alessandro D'Andrea, 37enne originario di Forcoli. Proseguono le ricerche, particolarmente complicate, dell'ultimo disperso.

La situazione

I corpi identificati mercoledì sono quelli di Vincenzo Franchina, Mario Pisani e Pavel Petronel Tanase. I tre sono morti sul colpo. Due delle vittime erano operai in appalto e lavoravano per ditte esterne. Uno era un ex dipendente Enel, ora partita Iva, a quanto emerso. Altri tre corpi sono stati recuperati giovedì: Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), Paolo Casiraghi, 59 anni di Milano, e Alessandro D'Andrea, 37 anni originario di Forcoli, un paese della provincia di Pisa. Rimane disperso Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli. Infine ci sono 5 feriti ricoverati in gravi condizioni tra Bologna, Cesena, Parma e Pisa. Altri 3 operai sono rimasti illesi nell’incidente.

Le prime 3 vittime

La vittima più giovane si chiamava Vincenzo Franchina, 36 anni, ed era originario di Sinagra, un piccolo comune del Messinese. Era padre da appena tre mesi e con sua moglie, un'infermiera del Gaslini, viveva a Genova. Da poco avevano celebrato il primo anniversario di nozze. Lo conosceva bene il sindaco di Sinagra, Antonino Musca, che ha sposato Vincenzo ed Enza a gennaio scorso: "Una persona educata, schiva, di poche parole, gentilissimo e soprattutto un grande lavoratore". Era invece nonno Mario Pisani, 73 anni, il più anziano dei tre, originario del Tarantino, di San Marzano di San Giuseppe. Era un ex dipendente Enel e ora, probabilmente, era impegnato come consulente con la sua esperienza di esperto di impiantistica. Lascia la moglie, tre figli e cinque nipoti, da qualche anno risiedeva in un Comune del nord. "Aveva gestito una ditta che realizzava impianti in strutture di una certa rilevanza come inceneritori, svolgendo lavori anche per enti pubblici", dice di lui il sindaco Francesco Leo. Era "inserito nel tessuto sociale del paese ed era molto attivo anche nel settore dello sport". Pavel Petronel Tanase aveva 45 anni, era originario della Romania e dal 2000 risiedeva a Settimo Torinese. Sposato e con due gemelli che frequentano la scuola media. Lavorava per una ditta esterna negli impianti della centrale di Bargi, dove ieri era previsto un collaudo. La sindaca Elena Piastra si è messa a disposizione della moglie "per valutare ogni cosa di cui potrà avere bisogno".

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La quarta vittima è Adriano Scandellari

Giovedì è stata trovata e identificata la quarta vittima della strage di Suviana. La Prefettura di Bologna ha riferito che si tratta di Adriano Scandellari, 57enne del Padovano, lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. 

La quinta vittima è Paolo Casiraghi

Una vita passata nella zona nord di Milano, fra Niguarda e Bicocca, una passione per l'Inter, una vita fatta di viaggi per lavoro. Paolo Casiraghi, tecnico della ABB, era cresciuto con i genitori, ora deceduti, nella stessa strada dove ancora ha casa. Fra i suoi amici d'infanzia il portinaio del suo palazzo, Giuseppe, con cui condivideva la passione calcistica. Tecnico specializzato, a cinquantanove anni con tanta esperienza, spesso, ha spiegato Giuseppe, lo ha visto partire per lavoro. L'ultima volta con la macchina aziendale della ABB, la multinazionale di cui è dipendente nella sede di Sesto San Giovanni, dove sono circa seicento gli impiegati.

La sesta vittima è Alessandro d'Andrea

C'era una vacanza a giugno in Irlanda per la pesca al salmone nei programmi di Alessandro d'Andrea, il 37enne originario del Pisano ma da anni residente in Lombardia deceduto nell'esplosione avvenuta nella centrale idroelettrica di Suviana. Lui stesso lo aveva scritto sui social chiedendo informazioni ad altri appassionati di pesca come lui. Alessandro, dopo aver frequentato l'università a Pisa e aver lavorato per una azienda di Pontedera, si era trasferito nel 2012 a Milano. Oltre alla pesca, tra le sue passioni c'è anche la musica e il softair, praticato in giro per la Lombardia, soprattutto nelle province di Bergamo, Milano e Brescia. Gli amici del poligono, che lo hanno sentito l'ultima volta nel gruppo WhatsApp per gli auguri di Pasqua, lo hanno descritto come un ragazzo solare e sorridente, un "classico toscano" tanto che il soprannome che gli hanno dato è "il tosco". Su LinkedIn raccontava dei suoi lavori, fino all'ultimo iniziato nel 2014 per Presezzi Extrusion Group dove si occupava di sviluppo software e programmazione. Sui social il racconto è quello della sua lunga relazione con la fidanzata di una vita e delle sue passioni, ma anche del rapporto stretto con la famiglia, in particolare con le due sorelle.

Il ricordo di chi li vedeva ogni giorno

Il gruppo dei lavoratori era molto unito, come ha spiegato Simone Cappi, titolare di un ristorante vicino alla centrale, dove ogni giorni vanno a mangiare le persone che lavorano lì. Il ristoratore è stato tra i primi a intervenire per dare una mano nei soccorsi. “Con gli operai diventiamo amici, ci vediamo tutti i giorni. Sono dipendenti Enel o di ditte esterne a cui sono affidati lavori di manutenzione straordinaria”, racconta al Corriere della Sera. “C’erano neo assunti ventenni e persone vicine alla pensione o ancora più grandi”.

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