Esplosione centrale lago Suviana, un superstite: "Una fiammata, lo scoppio e poi il fumo"

Cronaca
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Diverse le testimonianze di chi era vicino alla centrale elettrica sull’Appennino bolognese al momento dello scoppio. "Era fuori con altri due suoi colleghi", ha detto la moglie di un sopravvissuto: "Era un po' sotto choc. È un dipendente dell'Enel. Si conoscono un po' tutti qua"

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Una fiammata, lo scoppio e poi il fumo. È conciso il racconto fatto da un sopravvissuto dell'esplosione avvenuta alla centrale idroelettrica di Bargio sul lago di Suviana, nel Bolognese. "Ho visto la fiammata e poi il fumo, ho sentito lo scoppio. Io tutto bene ma purtroppo è successo questo", ha detto Pierfrancesco Firenze, dipendente dell'Enel, alla moglie, Emilia Ferdighini, accorsa sul luogo della tragedia. Il bilancio al momento parla di tre morti, quattro dispersi e alcuni feriti gravi (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

"Era sotto choc, qui si conoscono tutti"

Pierfrancesco Firenze, spezzino come la famiglia, vive nella casa dell'Enel in cima alla diga di Suviana. "Non capivo cosa fosse successo, l'ho appreso dal telegiornale. Sapendo che lui è qua, che lavora qua ero un po' spaventata", ha raccontato la moglie ai giornalisti. Quando la donna lo ha sentito, le prime parole sono state: "Tutto bene, io tutto bene, però, purtroppo è successo". "Era un po' sotto choc. È un dipendente dell'Enel. Si conoscono un po' tutti qua non sono in tanti", spiega la moglie.

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“La sicurezza è tutto”

Parole che disegnano uno scenario inimmaginabile fino a poche ore fa e che lascia attoniti. "Ho lavorato qui 15 anni - dice Gabriele Cattani, ex dipendente della centrale accorso per avere notizie degli ex colleghi - abbiamo sempre lavorato tenendo conto della sicurezza, sempre. È una centrale a pozzo: la sicurezza è tutto". Negli anni ci sono stati "adeguamenti di routine e di sicurezza - aggiunge - ma non era mai successo niente di simile".

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I feriti

L’esplosione della centrale ha provocato cinque feriti: uno di questi, un 25enne di Gaggio Montano, è stato dimesso dall'Ospedale 'Bufalini' di Cesena con una prognosi di 30 giorni dopo essere stato in osservazione per ustioni alle mani. Stazionarie, invece, le condizioni di altri quattro uomini: tre ricoverati in Emilia-Romagna e uno in Toscana. Sempre all'ospedale cesenate resta ricoverato in prognosi riservata, nel reparto 'Grandi Ustionati', un 42enne che ha riportato ustioni di terzo grado sul 15% del corpo non particolarmente estese ma profonde. In Rianimazione e in prognosi riservata, un lavoratore 54enne ricoverato all'ospedale di Parma ancora a causa delle ustioni e un 35enne al 'Sant'Orsola di Bologna' oltre a un tecnico ospitato nella Rianimazione del centro ustioni a Pisa e anche lui in prognosi riservata con ustioni serie in diversi parti del corpo.

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