Sangue loro, l'attentato a British Airways a Roma nel 1985 in cui morì Raffaella Leopardo
Quel giorno un ordigno esplode nell’ufficio delle linee aeree britanniche uccidendo una dipendente 42enne e ferendo una quindicina di persone. Poco dopo viene arrestato Hassan Itab, giovane palestinese non ancora maggiorenne. È uno degli avvenimenti di cui parla il podcast “Sangue Loro – Il ragazzo mandato a uccidere”, che ricostruisce la stagione degli attacchi di matrice palestinese in Italia
- Il 25 settembre 1985 un attentato scuote Roma: una bomba esplode negli uffici della British Airways di via Bissolati e uccide una donna, Raffaella Leopardo. È questo uno degli avvenimenti di cui parla il podcast “Sangue Loro”, che ricostruisce la stagione degli attacchi di matrice palestinese in Italia
- "Sangue Loro – Il ragazzo mandato a uccidere" è il nuovo podcast originale di Sky Italia e Sky TG24 realizzato da Chora Media, scritto da Pablo Trincia e Luca Lancise, con la voce narrante di Pablo Trincia. Nei sei episodi ripercorre alcuni attentati che hanno insanguinato Roma nel 1985, in particolare nella sala d’attesa dell’aeroporto di Fiumicino e, qualche mese prima, in un ufficio della British Airways
- Proprio in quest’ultimo attentato s’incrociano i destini di due giovani, Hassan e Daria: lui è il ragazzo palestinese autore materiale dell’attacco all’ufficio delle linee aeree britanniche, lei è la figlia di 9 anni dell’unica vittima
- Il 25 settembre 1985 un ordigno esplode in un ufficio della British Airways nel centro di Roma, tra via Bissolati e via San Nicola da Tolentino. La bomba era stata nascosta dentro un borsone, lanciato all’interno del locale. Secondo le cronache del tempo, l’esplosione ha causato un cratere largo un metro e profondo 50 centimetri, distruggendo una parte dell’ufficio. In frantumi i vetri degli edifici vicini, danneggiate diverse auto parcheggiate
- I feriti sono una quindicina, tra passanti e dipendenti. I più gravi sono gli impiegati che erano dietro il bancone dell’ufficio al momento dell’esplosione. Tra di loro c’è Raffaella Leopardo, che sarà l’unica vittima dell’attentato: morirà, a causa delle ustioni riportate, dopo sei giorni di agonia in ospedale. Detta “Lella”, aveva 42 anni ed era nata in provincia di Napoli, prima di trasferirsi giovanissima a Roma con la famiglia. Aveva tre figli
- L’attentatore viene subito catturato dalla polizia, a poche decine di metri dal luogo dell’esplosione. Ad attirare e indirizzare gli agenti sono le urla della folla, che vede un ragazzo allontanarsi di corsa da via Bissolati
- Il giovane arrestato è Hassan Itab, non ancora maggiorenne, che poco dopo confesserà. È un fedayn (“devoto”) di Abu Nidal, capo di una fazione palestinese contraria alla linea più moderata decisa dal leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) Yasser Arafat. Dopo l’arresto, ha scontato la sua pena in carcere, prima in un penitenziario minorile e poi a Rebibbia
- Hassan Itab è nato nel 1969 nel campo profughi di Shatila, dove la sua famiglia si era rifugiata dopo che nel 1948 era stata costretta a lasciare Gerusalemme. Nella strage del 1982, il giovane perde la madre e i fratelli, mentre il padre muore poco dopo. Come racconta "Sangue Loro – Il ragazzo mandato a uccidere", viene rapito dal gruppo terroristico Abu Nidal e diventa un “agente estero”: viene spedito a Roma per compiere l’attentato in via Bissolati. Ha raccontato la sua storia in un libro, La tana della iena
- La storia di Hassan Itab ha cambiato per sempre anche quella di Daria Bove. Lei è la figlia di Raffaella Leopardo, l’unica vittima dell’attentato del 25 settembre 1985. Oggi Daria ha 47 anni e vive in Australia. All’epoca era una bambina: nel podcast ha raccontato di non avere molti ricordi di sua mamma, ma di ricordare bene il dolore e la rabbia per essere cresciuta senza di lei. “Oggi Daria ha deciso di mettersi in ascolto, di conoscere la storia dell’assassino di sua madre e, forse, liberarsi un po’ di quella rabbia che l’ha divorata negli anni”
- Nel podcast si parla anche di un altro attentato, di stessa matrice, avvenuto qualche mese dopo: quello del 27 dicembre 1985 all'Aeroporto di Fiumicino, in cui morirono 13 persone. Fu uno dei tanti attacchi di matrice mediorientale che, tra gli anni Sessanta e Ottanta, scosse l’Europa. Dietro queste azioni ci furono spesso gruppi estremisti palestinesi. Dopo la strage nei campi profughi di Sabra e Shatila, lo scontro si acuì. Anche l’apparato guidato da Abu Nidal rafforzò la strategia del terrore con l'obiettivo di vendicare il massacro