Abu Nidal, chi era il terrorista mandante dell'attentato di Fiumicino del 1985
Il militante palestinese, dopo la rottura con Arafat, nel 1974 formò il Consiglio rivoluzionario di al-Fath. Utilizzando vari nomi, tra cui quello di Organizzazione Abu Nidal, il gruppo fu attivo fino alla fine degli anni '80 in decine di attacchi terroristici in tutto il mondo, tra cui le stragi del 27 dicembre 1985 agli scali di Roma e Vienna, tra le vicende raccontate in Sangue loro, il nuovo podcast originale di Sky Italia e Sky TG24, realizzato da Chora Media e scritto da Pablo Trincia e Luca Lancise
- Abu Nidal è stato uno dei nomi chiave del terrorismo di matrice palestinese nella seconda metà del Novecento. Il suo gruppo è stato responsabile, tra gli altri, dell’attentato all’aeroporto di Fiumicino del 27 dicembre 1985. Ecco le tappe principali della sua vita e quali sono gli attacchi che ha organizzato con i suoi uomini
- Abu Nidal (in foto) era il nome di battaglia di Sabri Khalil al-Banna, nato a Giaffa (città oggi nell’area urbana di Tel Aviv) nel 1937. Era stato membro di al-Fath dagli anni Sessanta ma dopo poco iniziarono le divergenze con il fondatore Arafat. Nel 1973 compì la prima operazione, usando il nome Al-Iqab ("la Punizione”) e senza il permesso di al-Fath. Il 5 settembre, cinque uomini armati entrarono nell'ambasciata saudita a Parigi e presero 15 ostaggi. Si spostarono prima in Kuwait e poi a Riad. Gli ostaggi furono rilasciati l'8 settembre
- Da quel momento l’Olp considerò Abu Nidal come sotto il controllo del governo iracheno. Nel novembre 1973 i suoi uomini hanno dirottato il volo KLM 861 e questa operazione portò alla rottura definitiva con Arafat (in foto) che espulse Abu Nidal, poi accusato di complotto contro il leader e condannato a morte in contumacia
- Nell'ottobre 1974 Abu Nidal formò il Consiglio rivoluzionario di al-Fatḥ, un gruppo paramilitare in contrapposizione alla linea considerata moderata di Arafat. Ottenne aiuti dall’Iraq e assoldò centinaia di miliziani (in foto). Utilizzando vari nomi di battaglia, il gruppo iniziò una violenta attività terroristica in tutto il mondo, contro obiettivi israeliani o occidentali (ma anche contro esponenti palestinesi rivali)
- L’Organizzazione Abu Nidal, come ormai era conosciuto il gruppo, il 3 giugno 1982 a Londra sparò e ferì alla testa Shlomo Argov, l'ambasciatore israeliano in Gran Bretagna. Argov sopravvisse, ma trascorse tre mesi in coma e il resto della sua vita disabile, fino alla sua morte nel febbraio 2003
- L'operazione più famigerata di Abu Nidal fu l'attacco del 1985 agli aeroporti di Roma e Vienna. Il 27 dicembre, 4 uomini armati hanno aperto il fuoco sulla biglietteria El Al dello scalo romano uccidendo 13 persone. All’aeroporto austriaco, alla stessa ora, tre uomini hanno attaccato i passeggeri in attesa di effettuare il check-in su un volo per Tel Aviv, uccidendone tre
- In Italia, ad Abu Nidal sono stati attribuiti l'attentato contro il secondo segretario dell'ambasciata degli Emirati Arabi Riuniti del 1984, l'attentato al Café de Paris in via Veneto del 16 settembre 1985 dove 40 persone furono ferite dall'esplosione di due bombe lanciate tra i tavoli. Abu Nidal è ritenuto anche il mandante della strage della Sinagoga di Roma del 9 ottobre del 1982. Nella Capitale è stato condannato all'ergastolo nel 1988 come mandante per la strage di Fiumicino e nel 1994 a sei anni di carcere per gli altri attacchi
- Il 5 settembre 1986, quattro uomini armati del gruppo dirottarono il volo Pan Am 73 all'aeroporto di Karachi, in viaggio da Mumbai a New York, trattenendo 389 passeggeri e l'equipaggio per 16 ore sull'aereo sull'asfalto prima di far esplodere granate all'interno della cabina. Un membro dell’equipaggio riuscì ad aprire una porta di emergenza e la maggior parte dei passeggeri scappò ma ci furono 20 vittime e 120 feriti
- Dal 1974 al 1987 gli attacchi terroristici rivendicati da Abu Nidal o a lui attribuiti sono stati più di 90, in venti Paesi diversi (in foto l'attentato a Francoforte del 1985). Si stima che questi attentati abbiano causato 300 morti e 650 feriti. Personaggio ambiguo, Abu Nidal secondo alcuni aveva una “non conflittualità" strategica con il Mossad. Un leader palestinese da lui ucciso nel 1990, Abu Yiad (Salah Khalaf), lo riteneva senza mezzi termini un agente del Mossad
- Abu Nidal, che nel mentre si era rifugiato in Libia, fu espulso dal Paese nel 1999 e nel 2002 ritornò in Iraq. È morto a Baghdad nell’agosto di quell'anno, a causa di ferite da colpi di arma da fuoco. Secondo gli iracheni si sarebbe suicidato durante un interrogatorio. Fonti palestinesi invece parlarono di un omicidio per ordine di Saddam Hussein, che voleva liberarsi di un personaggio ingombrante