"Vite - l'arte del possibile", l'intervista a Francis Ford Coppola

Cronaca

Il regista si racconta al direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis per parlare di Megalopolis, il suo prossimo progetto cinematografico, e per ripercorrere le tappe di una carriera sensazionale che lo ha elevato nell’olimpo del cinema, tra ricordi, aneddoti e pensieri sul futuro

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È Francis Ford Coppola, il protagonista del nuovo ciclo di “Vite - L’arte del possibile”, in onda su Sky TG24 giovedì 29 febbraio alle 20:30 e su Sky Arte domenica 3 marzo alle 12.00. Il regista si racconta al direttore del canale all news Giuseppe De Bellis per parlare di Megalopolis, il suo prossimo progetto cinematografico, e per ripercorrere le tappe di una carriera sensazionale che lo ha elevato nell’olimpo del cinema, tra ricordi, aneddoti e pensieri sul futuro (LE ALTRE PUNTATE: BRUNELLO CUCINELLI - DIEGO DELLA VALLE - ALESSANDRO BARICCO - FEDERICO MARCHETTI - FABIOLA GIANOTTI - AMALIA ERCOLI-FINZI - MICHELE DE LUCCHI - RENZO ROSSO - ANDREA ILLY - BEATRICE VENEZI - LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO - REMO RUFFINI - ROBERTO BAGGIO - JOVANOTTI).

Dagli esordi al progetto Megalopolis

Gli inizi come regista quando “la mia barba era scura” e quando, sebbene acerbo, era già capace di imprimere uno stile inconfondibile alle sue pellicole: “Mi sono sempre chiesto quale fosse il tema, in modo che lo stile del film a cui avevo pensato fosse sempre appropriato”. Anche se le cose non andavano sempre bene come sperato, tanto che “molti dei miei film che ora vengono considerati dei buoni film furono odiati dal pubblico che li vide per la prima volta. Spesso mi piace dire che le cose per cui si viene licenziati da giovani sono le stesse per cui si riceve un premio alla carriera quando si è vecchi”. Una carriera che lo ha visto protagonista tra i registi fondatori della New Hollywood e che ancora oggi lo incorona tra i più grandi cineasti della storia, anche grazie a una scuola, quella italiana, da cui ha imparato moltissimo: “I grandi registi italiani sono moltissimi, non bastano tutte le dita delle mani per contarli. Ne potrei nominare almeno 50”. Fondamentale l’influenza di suo padre, che gli ha sempre ricordato le sue origini: “Mio padre mi diceva ‘Non dimenticare che sei anche italiano e l’Italia ha prodotto alcuni tra i migliori capolavori artistici in tutti i campi: nella musica, nella pittura, in tutto’ e io pensavo ‘Wow, è meraviglioso, sono italiano e americano, sono entrambi, ho il meglio di entrambe le cose’”.

 

Non è un caso che il suo prossimo progetto, Megalopolis, sia ispirato all’epoca romana, infatti “pian piano mi sono interessato al concetto dell’epica romana perché sin da bambino ho sempre amato le storie epiche dell’antica Roma”. Il suo obiettivo è portare questa storia a confrontarsi con l’America attuale, dato che “io iniziai ad interessarmi alla congiura di Catilina perché me la immaginavo ambientata a New York con Cicerone nel ruolo del sindaco di New York, e Catilina nei panni di Robert Moses, un uomo che in certi ambiti ebbe molto potere sulla città”. Gli Stati Uniti hanno infatti, secondo Coppola, molto in comune con quella Roma, anche perché “l’America è stata fondata su un’idea romana perché non voleva un re, quindi, ha un senato e un congresso, ha dei senatori e una repubblica”. Per Megalopolis Coppola si affiderà ad un cast di altissimo livello: “Ho attori meravigliosi come Adam Driver, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight. Devo dire che Adam Driver mi ha davvero stupito, è un attore geniale, intelligente, audace, si è buttato in un ruolo molto difficile con immenso talento, ma anche gli altri attori del cast sono stati eccezionali”. Un film ambizioso, in cui il regista ha messo tutto sé stesso, a partire dai finanziamenti, perché “per produrre un film come questo, che è un film personale, lo si dovrebbe presentare come arte. Lo produco perché voglio produrlo, non per dare slancio alla mia carriera, la mia carriera è finita, non ne ho più una. Quindi sono disposto a prendere il denaro in prestito da solo per produrre il film che voglio, così non devo sorbirmi gli stupidi commenti dei finanziatori”.

 

Secondo Coppola, infatti, “oggi non puoi fare qualunque film tu voglia, interessano solo i film come quelli in stile Marvel, tipo The Avengers capitolo 6”. Il che non gli impedisce di sperare, considerando che “diversi miei film vengono visti ancora oggi. Sicuramente la saga de ‘Il Padrino’, ‘Apocalypse Now’, anche ‘Dracula di Bram Stoker’, quindi potrebbe succedere la stessa cosa anche con Megalopolis, indipendentemente dall’opinione che la gente ha all’inizio perché, secondo me, in quel film c’è abbastanza da volerlo vedere per molti anni e da voler vedere cosa c’è realmente dentro, perché ci ho messo un sacco di cose che si comprendono solo col tempo”. Tempo che – aggiunge Coppola – “renderà il cinema che vedranno i miei nipoti totalmente diverso, e adesso non riesco nemmeno ad immaginarlo. Le persone collaboreranno da parti del mondo lontane, forse ci sarà il cinema in diretta, non lo so. E non possiamo neanche immaginarcelo adesso. L’arte funziona così”. Soprattutto perché il regista è molto ottimista su ciò che gli esseri umani sono in grado di fare: “È straordinario, è oltre mille volte ciò che qualsiasi creatura intelligente possa fare. Noi abbiamo una mente geniale in grado di risolvere qualsiasi problema ci venga posto. Io credo in noi e sono pieno di speranza”.

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Curato e realizzato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis“Vite– L’arte del possibile” è un ciclo di interviste dedicate al successo e alla capacità di raggiungerlo. Un ritratto professionale e personale di grandi talenti che si sono distinti nel proprio campo: dall’industria al cinema, dalla scienza allo stile fino all’arte e alla letteratura, divenendo noti in tutto il mondo.  Le interviste entreranno anche a far parte della syndication dell’area news del Gruppo Comcast e potranno essere trasmesse anche da NBC.

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