Morto Vittorio Emanuele di Savoia: dall’esilio ai guai con la giustizia. LA FOTOSTORIA
Nato a Napoli il 12 febbraio 1937, era l’erede di Umberto II e Maria José. Dopo la Seconda guerra mondiale ha vissuto in esilio fino al 2002. Era sposato con Marina Doria, da cui ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto. È stato più volte al centro di controversie e scandali
- Vittorio Emanuele di Savoia è morto a Ginevra. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. Era il figlio di Umberto II, l'ultimo re d'Italia, e di Maria José. I funerali si svolgeranno a Torino sabato 10 febbraio alle ore 15 nella Basilica di Superga
- L'annuncio del decesso è stato dato con una nota della Casa di Savoia: “Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”
- Il suo nome completo era Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria. Era nato a Napoli il 12 febbraio 1937. Alla nascita era stato acclamato come principe dell’Impero. E ottenne il titolo di principe di Napoli, come tradizione dei Savoia
- Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943, lasciò Roma con la madre e le sorelle spostandosi in Piemonte, si pensa anche per tutelarlo da possibili catture da parte dei nazisti. Ricevettero poi l’ordine di andare in Svizzera. Al termine del conflitto tornò a Roma
- Dopo l’abdicazione del nonno nel maggio 1946 diventò principe ereditario. Prima del referendum istituzionale il re ordinò alla famiglia di lasciare l’Italia, cosa che fece anche lui. La nuova Costituzione che ha sancito il passaggio dalla monarchia alla repubblica, stabiliva l’esilio per gli ex-sovrani, i consorti e i discendenti maschi di casa Savoia. Gli fu imposto il divieto di ingresso e di soggiorno nel territorio nazionale
- Si fidanzò con Marina Doria, che sposò con rito civile l'11 gennaio 1970 a Las Vegas e con rito religioso il 7 ottobre 1971 a Teheran. La relazione non era ben vista dal padre che non concesse il “regio assenso” alle nozze. La coppia nel 1972 ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto
- Il 15 dicembre 1969 intanto emanò un "decreto reale" nel quale si autoproclamava re Vittorio Emanuele IV d’Italia. Durante l’esilio ha svolto un'attività di intermediario finanziario (in foto con il padre Umberto II e Marina)
- Vittorio Emanuele ha vissuto in Svizzera, a Ginevra, fino al 2002, quando è stata abolita la norma costituzionale che obbligava gli eredi maschi di casa Savoia a restare in esilio. Quello stesso anno per la prima volta nella storia del casato, ha preso le distanze dalle leggi razziali fasciste e con alcune dichiarazioni ha accettato ufficialmente la fine della monarchia in Italia
- Vittorio Emanuele e il figlio hanno giurato per iscritto e senza condizioni fedeltà alla Costituzione e al presidente della Repubblica, in questo modo rinunciando a ogni pretesa dinastica sullo Stato italiano. Nel 2007 però ha chiesto all’Italia un risarcimento di 260 milioni di euro per l’esilio più la restituzione dei beni privati confiscati dallo Stato nel 1948
- Nel 2022, ha invece deciso insieme alle sorelle e al figlio di chiamare in causa lo Stato italiano per la restituzione dei gioielli di famiglia Savoia custoditi dalla Banca d’Italia. Negli anni Vittorio Emanuele è stato più volte al centro di scandali e vicende giudiziarie. È sempre stato prosciolto dalle accuse più gravi: l’unica condanna è stata per porto abusivo di armi da fuoco
- Negli anni '70 venne indagato per traffico internazionale di armi in Paesi mediorientali che erano sotto embargo. L'indagine finì con un'archiviazione. Il 18 agosto 1978 venne accusato di omicidio per aver sparato a Dirk Hamer, 19 anni, nell'isola di Cavallo in Corsica. L'ipotesi d'accusa di omicidio volontario, sulla base della quale fu in seguito arrestato, cadde nel novembre del 1991 quando fu prosciolto dalla Camera d'accusa parigina e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco, "fuori dalla propria abitazione”
- Tra gli altri guai, il 16 giugno 2006 su ordine del Gip del Tribunale di Potenza, su richiesta del pubblico ministero Henry John Woodcock, venne l'arrestato con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione nell'ambito di un'indagine legata al casinò di Campione d'Italia. Dopo una lunga vicenda giudiziaria è stato assolto da ogni accusa. Ha ottenuto un risarcimento di 40.000 euro per i giorni trascorsi in cella da innocente