Messa di Natale, l'omelia di Papa Francesco: "Gesù rifiutato dalla logica della guerra"
Cronaca"A Betlemme il ruggire delle armi impedisce a Cristo di trovare alloggio nel mondo", ha detto il pontefice, che durante la celebrazione nella Basilica di San Pietro ha anche citato lo scrittore britannico Tolkien, autore de "Il Signore degli Anelli"
"Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo". Lo ha detto Papa Francesco all'omelia della Messa di Natale, in cui ha anche citato lo scrittore britannico Tolkien, l'autore de Il Signore degli Anelli (L'ANGELUS DI OGGI).
Papa Francesco cita Tolkien
"Questa notte, fratelli e sorelle, è il tempo dell'adorazione. L'adorazione è la via per accogliere l'incarnazione perché è nel silenzio che Gesù, Parola del Padre, si fa carne nelle nostre vite", ha detto ancora Papa Francesco. "Riscopriamo l'adorazione perché adorare non è perdere tempo, ma permettere a Dio di abitare il nostro tempo. È far fiorire in noi il seme dell'incarnazione, è collaborare all'opera del Signore, che come lievito cambia il mondo. È intercedere, riparare, consentire a Dio di raddrizzare la storia". Il pontefice ha poi citato lo scrittore e filologo britannico Tolkien, l'autore de Il Signore degli Anelli. "Un grande narratore di imprese epiche scrisse a suo figlio: 'Ti offro l'unica cosa grande da amare sulla terra: il Santissimo Sacramento. Lì troverai fascino, gloria, onore, fedeltà e la vera via di tutti i tuoi amori sulla terra'". Si tratta di un estratto dalla Lettera 43 di Tolkien, datata marzo 1941.
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"Cristo non evita le nostre fragilità, ma le assume"
Evocando "il contesto nel quale Gesù nasce" e l'allora "censimento di tutta la terra", il Papa ha ricordato che "mentre l'imperatore conta gli abitanti del mondo, Dio vi entra quasi di nascosto; mentre chi comanda cerca di assurgere tra i grandi della storia, il Re della storia sceglie la via della piccolezza. Nessuno dei potenti si accorge di Lui, solo alcuni pastori, relegati ai margini della vita sociale". Gesù, spiega il pontefice, "si lascia umilmente conteggiare. Uno fra i tanti. Non vediamo un dio adirato che castiga, ma il Dio misericordioso che si incarna, che entra debole nel mondo, preceduto dall'annuncio: 'Sulla terra pace agli uomini'". Il censimento, secondo Papa Francesco, "manifesta da una parte la trama troppo umana che attraversa la storia: quella di un mondo che cerca il potere e la potenza, la fama e la gloria, dove tutto si misura coi successi e i risultati, con le cifre e con i numeri. È l'ossessione della 'prestazione'". Ma al contempo, ha proseguito il pontefice nell'omelia, "nel censimento risalta la via di Gesù, che viene a cercarci attraverso l''incarnazione'. Non è il dio della prestazione, ma il Dio dell'incarnazione. Non sovverte le ingiustizie dall'alto con forza, ma dal basso con amore; non irrompe con un potere senza limiti, ma si cala nei nostri limiti; non evita le nostre fragilità, ma le assume".
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"C'è il rischio di vivere un Natale pagano"
"C'è il rischio di vivere il Natale avendo in testa un'idea pagana di Dio, come se fosse un padrone potente che sta in cielo; un dio che si sposa con il potere, con il successo mondano e con l'idolatria del consumismo", ha affermato Papa Francesco nell'omelia. "Sempre torna l'immagine falsa di un dio distaccato e permaloso, che si comporta bene coi buoni e si adira coi cattivi; di un dio fatto a nostra immagine, utile solo a risolverci i problemi e a toglierci i mali". Invece, "Lui non usa la bacchetta magica, non è il dio commerciale del 'tutto e subito'; non ci salva premendo un bottone, ma si fa vicino per cambiare la realtà dal di dentro". Eppure, ha avvertito, "quanto è radicata in noi l'idea mondana di un dio distante e controllore, rigido e potente, che aiuta i suoi a prevalere contro altri! Tante volte è radicata in noi questa immagine. Ma non è così: Lui è nato per tutti, durante il censimento di 'tutta la terra'". E infine: "Ecco lo stupore del Natale: non un miscuglio di affetti sdolcinati e di conforti mondani, ma l'inaudita tenerezza di Dio che salva il mondo incarnandosi. Guardiamo il Bambino, guardiamo la sua mangiatoia, guardiamo il presepe, che gli angeli chiamano 'il segno': è infatti il segnale rivelatore del volto di Dio, che è compassione e misericordia, onnipotente sempre e solo nell'amore".
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La celebrazione
Il pontefice è arrivato nella Basilica Vaticana sulla sedia a rotelle. I fedeli presenti alla Messa erano 6.500. Chi non ha trovato posto è rimasto in piazza San Pietro a seguire la liturgia dai maxischermi. A concelebrare la solenne liturgia con il Papa, all'Altare centrale della Confessione, quasi 250 tra cardinali, vescovi e sacerdoti.
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L'appello alla pace durante l'Angelus
Durante l'Angelus di oggi, 24 dicembre, Papa Francesco ha anche lanciato un appello alla pace. "Siamo vicini ai nostri fratelli e sorelle che soffrono per la guerra. Pensiamo alla Palestina, a Israele e Ucraina. Pensiamo anche a chi soffre per la miseria, la fame, la schiavitù. Il Dio che ha preso per sé un cuore umano infonda umanità nel cuore degli uomini", ha detto il pontefice alla presenza di circa 15mila fedeli in Piazza San Pietro.