"Sono io Elisa Claps", il libro tratto dai diari della giovane uccisa

Cronaca
Claudia Torrisi

Claudia Torrisi

Dal rapporto della giornalista Mariagrazia Zaccagnino con Filomena Iemma, mamma della ragazza scomparsa il 12 settembre del 1993, nasce il volume, basato sui suoi scritti. "Consegnare Elisa alle pagine di un libro e quindi in un certo senso restituirle l’immortalità - afferma l'autrice - Ma anche restituirle la dignità di donna"

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Elisa Claps è morta a 16 anni, nel settembre del 1993. Su di lei si è parlato tanto: la scomparsa, la chiesa nel centro di Potenza, Danilo Restivo, il ritrovamento del corpo 17 anni dopo. Il suo è diventato uno dei casi di cronaca nera più intricati che il nostro Paese abbia mai conosciuto, ma Elisa non era solo questo. Di lei conosciamo il viso sorridente, gli occhiali tondi, il maglione bianco. La giornalista Mariagrazia Zaccagnino va oltre e parla di lei in un libro che vuole restituire a tutti la memoria di Elisa: una giovane donna prima di un caso di cronaca. “L’intento - racconta l’autrice a Sky TG24 - è consegnare Elisa alle pagine di un libro e quindi in un certo senso restituirle l’immortalità. Ma anche restituirle la dignità di donna: in città dopo la sua scomparsa è stato detto di tutto, che fosse incinta, che in famiglia abusassero di lei. Ora si può dare verità e dignità a questa ragazza e ai suoi cari”. 

“Sono io Elisa Claps” è edito da Edigrafema e ora l’autrice e la famiglia vengono anche chiamati nelle scuole per parlare di una storia che ha tanti risvolti anche a livello educativo e sociale: contiene il tema del femminicidio ma anche del bullismo. In memoria di Elisa, del suo sogno di diventare medico, la famiglia Claps ha annunciato la costruzione di un ambulatorio medico in Africa che porterà il suo nome. Il diritto d’autore di Mariagrazia Zaccagnino sarà devoluto per questo progetto.

I rapporti con la famiglia Claps

Elisa Claps è scomparsa a 16 anni e per molto tempo si è parlato di allontanamento volontario. Le indagini non hanno preso da subito la giusta direzione e nessuno credeva alla famiglia Claps, convinta che a Elisa fosse successo qualcosa di brutto e che il responsabile fosse Danilo Restivo. L’Associazione “Libera” fin dall’inizio è stata al fianco dei Claps per la ricerca della verità. “Io sono arrivata a Potenza circa 16 anni fa e ho cominciato subito a collaborare con Libera”, racconta Mariagrazia Zaccagnino. “Nei primi anni la ragazza è stata cercata come persona che si era allontanata volontariamente dalla famiglia ma loro non ci hanno mai creduto. Elisa era serena, risolta, non aveva ragione di allontanarsi. Quindi li ho conosciuti sia per la mia militanza in Libera sia per ragioni lavorative in quanto giornalista”.

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Il diario di Elisa

Elisa, come molte adolescenti, scriveva un diario. L’idea di darle voce rendendo pubblici i suoi scritti non è arrivata subito, ma si è sviluppata un po’ alla volta durante le chiacchierate tra la giornalista e mamma Filomena che ci teneva a far conoscere sua figlia. “Mi raccontava di lei bambina, di lei adolescente, finché a un certo punto mi ha consegnato i suoi diari. Che non sono il classico diario con copertina rigida e lucchetto ma semplici quaderni a righe, Elisa era semplice anche in questo”, sottolinea Zaccagnino. “Io sono rimasta spiazzata, contenevano la parte più intima di questa ragazza: all’inizio non riuscivo ad aprirli perché mi sembrava di entrare troppo nella privacy di una persona che non c’è più. Ma era un desiderio di Filomena che ogni tanto diceva: ‘Dopo di me, chi parlerà di Elisa?’. Tutti in questi 30 anni hanno conosciuto il caso Claps ma nessuno ha davvero conosciuto Elisa. L’idea del libro non c’era ancora ma mentre leggevo annotavo dei pensieri toccanti che non volevo andassero persi. E quando ho restituito i diari a Filomena le ho detto che quel patrimonio non poteva restare solo tra me e lei: ‘Che ne dici se scriviamo qualcosa’, le ho chiesto. ‘Mi faresti un grande regalo’, ha risposto lei”.

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Per Filomena è sempre stato importante portare avanti la memoria di sua figlia, far sì che si parlasse di lei per la ragazza che era, non solo in quanto vittima. “I fratelli invece erano molto titubanti”, afferma l’autrice. “Io ne ho parlato con Gildo che in primis non aveva mai letto i diari e inizialmente non era convinto. Poi però ha deciso di assecondare il desiderio di sua mamma. Alla fine, quando hanno letto la bozza del libro, per Gildo è stato il momento emotivamente più faticoso perché lui stesso, per difesa, aveva accantonato i ricordi e dopo tanti anni questo libro gli ha restituito la sorella”. E anche la data nella quale il libro è stato presentato non è stata casuale. Non era un lavoro per il quale si potesse perdere tempo, bisognava scriverlo subito “in modo da poterlo presentare il 12 settembre, in occasione dei 30 anni dalla scomparsa di Elisa. E’ stato un modo per fare luce, dopo 17 anni di buio in cui Elisa è stata nascosta in un sottotetto è stato come riportarla alla luce”.

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Di cosa scriveva Elisa nelle pagine del suo diario? 

“Quasi ogni sera annotava quello che era accaduto durante la giornata, i suoi pensieri. Dalle pagine viene fuori tutta la sua fede, ha un dialogo costante con Dio. Si sente una persona fortunata, ha un pensiero di gratitudine per la sua vita, la sua famiglia, le sue amiche. Poi viene fuori il suo impegno civico e sociale. Ad esempio quando ci sono le stragi del ‘92, Capaci e via D’Amelio: lei le vive in modo molto forte, era indignata, arrabbiata. Sente la responsabilità dell’essere giovane, di portare avanti ciò che altri hanno iniziato”.

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Quale è stato il tuo approccio alla lettura dei diari?

“E’ stato impegnativo. Leggendo i diari ho empatizzato molto con lei perché siamo coetanee. Ho cercato di tutelare la sua privacy ma anche farla emergere, farla conoscere. Ho cercato di estrapolare le parti più significative che facciano capire chi era Elisa. Questa anima bella”.

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Quali episodi ti hanno particolarmente colpita?

“Sicuramente la reazione che ha avuto alle stragi di mafia. Lei era sempre serena: quello è l’unico momento in cui ho letto Elisa arrabbiata. Ha usato un linguaggio più violento che poi, nel corso dei giorni, si è trasformato da indignazione alla presa di coscienza che per affrontare certi temi occorre l’impegno in prima persona. Un altro episodio che mi ha colpito me l’aveva raccontato Filomena: anni dopo la scomparsa di Elisa, la mamma è stata fermata sotto casa da un ragazzo che le ha confidato di essere riuscito a uscire dai problemi di droga avuti da adolescente proprio grazie a Elisa che lo andava a trovare, gli parlava. E questa storia l’ho ritrovata anche nel diario”.

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E Danilo Restivo?

“Non lo cita mai. Questo mi fa capire che non erano amici e che probabilmente lei non si sentiva neanche minacciata da questo ragazzo, altrimenti in qualche passaggio l’avrebbe fatto emergere. Quando lei l’ha incontrato è stato un atto caritatevole, lei provava pena per questo ragazzo che veniva deriso, emarginato, e all’ennesima richiesta lo aveva accontentato”.

Una immagine di Heather Barnett uccisa il 12 novembre 2002 a Bournemouth nel Dorset.Per l'omicidio  della donna è stato condannato all'ergastolo Danilo Restivo, oggi 30 giugno 2011.

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In poche parole, chi era Elisa?

“Una ragazza di luce, una ragazza solare, che empatizzava molto e che sicuramente avrebbe fatto qualcosa di bello e di importante nella vita. Avrebbe agito in maniera consapevole, partecipata, perché era una ragazza coraggiosa. Credeva nei valori, nell’amicizia, aveva fede. E’ un peccato che lei sia stata privata della vita e che il mondo sia stato privato di lei. Sul caso di cronaca ancora molti aspetti sono nebulosi: almeno abbiamo fatto luce su chi era lei”.

Presentazione del libro "Sono io Elisa Claps"
Presentazione del libro "Sono io Elisa Claps"

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