Elisa Claps, a Potenza corteo e fiaccolata per ricordare la ragazza uccisa 30 anni fa

Cronaca
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In testa al corteo l'attore Ulderico Pesce e il fratello della giovane, Gildo, che davanti alla Santissima Trinità - dove fu ritrovato nel 2010 il corpo di Elisa - ha ringraziato chi ha partecipato, ribadendo la richiesta di non entrare nella chiesa "come segno di solidarietà alla famiglia". Le bandiere dei palazzi del Comune sono state esposte a mezz'asta e in tutte le messe della giornata si è pregato per la ragazza. La famiglia Claps ha deciso di realizzare in Africa un ambulatorio a lei dedicato

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Potenza si stringe intorno alla famiglia di Elisa Claps per ricordare la ragazza uccisa il 12 settembre 1993 da Danilo Restivo (condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione e attualmente detenuto in Inghilterra per l'omicidio di un'altra donna, Heather Barnett). Il corpo della giovane fu poi ritrovato nella chiesa della Santissima Trinità il 17 marzo 2010. Oggi le bandiere dei palazzi del Comune di Potenza sono state esposte a mezz'asta, e per decisione dell'arcivescovo metropolita di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, in tutte le messe della giornata si è pregato per Elisa. Nel pomeriggio al Polo bibliotecario del capoluogo lucano è stato poi presentato il libro di Mariagrazia Zaccagnino Sono io Elisa Claps, con i diari inediti della ragazza, mentre in serata si è svolta una fiaccolata.

Il corteo

In testa al corteo di stamattina, con una croce, l'attore Ulderico Pesce, e il fratello di Elisa Claps, Gildo, che, evidentemente commosso, davanti alla Santissima Trinità - riaperta lo scorso 24 agosto dopo lunghi lavori di ristrutturazione - ha ringraziato chi ha partecipato, ribadendo la richiesta di non entrare nella chiesa "come segno di solidarietà alla famiglia". Gildo Claps ha anche ricordato "quanto clamore abbia suscitato nelle ultime settimane" il podcast di Sky TG24 Dove nessuno guarda - Il caso Elisa Claps, curato da Pablo Trincia, il cui ottavo e ultimo episodio è stato rilasciato oggi, nel giorno del 30esimo anniversario della scomparsa e dell'omicidio. Davanti al portone del palazzo dove ancora oggi vive la madre di Elisa Claps, Filomena Iemma, sono stati messi dei sandali ad occhi di bue, come quelli che indossava Elisa la mattina della sua scomparsa. E alcuni negozi, al passaggio del corteo, hanno deciso di abbassare le serrande. "Mi ha colpito molto il racconto di Pablo Trincia nel 30/o anniversario della scomparsa di Elisa Claps", ha scritto in un post su X il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. "Il mio abbraccio, il mio pensiero e le mie preghiere vanno alla famiglia di Elisa".

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"Elisa sarebbe voluta diventare un medico e aveva un sogno nel cassetto: andare a lavorare in Africa con Medici senza frontiere". Per questo, la famiglia Claps ha deciso di realizzare proprio in Africa un ambulatorio dedicato alla ragazza. E comincerà a farlo devolvendo tutti i soldi del compenso ricevuto dal fratello Gildo per la consulenza alla fiction che andrà in onda a ottobre sulla Rai. Lo ha annunciato lo stesso Gildo Claps, nel corso della presentazione del libro di Mariagrazia Zaccagnino, Io sono Elisa Claps, contenente alcuni scritti inediti dai diari della studentessa. Gildo Claps ha ricordato che "in questi 30 anni", la sua famiglia "non ha mai ricevuto un centesimo per tutto quello che ha riguardato la drammatica vicenda di Elisa" e ha spiegato che "dopo tanto tempo, questa sera finalmente in un incontro pubblico riesco a non provare rabbia". La madre di Elisa, Filomena Iemma, ha inoltre ringraziato Zaccagnino "perché con questo libro ha ridato dignità Elisa per quello che era davvero". Nel corso della presentazione che si è tenuta nel Polo bibliotecario di Potenza - decine di persone non sono riuscite a entrare nella sala conferenze e sono rimaste all'esterno - la presidente di Libera Basilicata, Marianna Tamburrino, ha poi chiesto che Elisa Claps venga dichiarata vittima innocente di mafia. "Nei suoi diari - è stato ricordato - Elisa aveva più volte messo nero su bianco tutto il suo dispiacere per le stragi mafiose del 1992 di Capaci e di via D'Amelio".

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