Morti sul lavoro, in Italia 559 fino a luglio 2023. Maglia nera per la Lombardia
Oggi, 8 ottobre, è la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Nei primi sette mesi dell'anno, secondo dati INAIL, le vittime di eventi fatali sul posto di lavoro sono state 430. A queste si aggiungono quelle che hanno perso la vita durante il tragitto casa-lavoro: 129 persone
- Cade oggi, 8 ottobre, la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. La ricorrenza - che si celebra la seconda domenica di ogni ottobre - è nata nel 1998, quando fu istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, su richiesta dell’ANMIL (’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro). Si celebrava anche prima (questa è la 73esima edizione) ma non era "istituzionalizzata"
- Ogni due giorni, cinque persone escono per andare al lavoro e non tornano più: perdono la vita proprio sul luogo di lavoro
- Da gennaio a luglio 2023, secondo dati INAIL, sono in tutto 430 le persone morte sul lavoro. C’è anche chi ha perso la vita durante il tragitto casa-lavoro: 129 persone. La cifra totale di fatalità sale così a 559. Stando ai numeri, è il mercoledì il giorno della settimana in cui si verificano più infortuni mortali (20,5% del totale)
- Maglia nera per il numero di eventi fatali sul lavoro – sempre guardando ai dati diffusi dall’INAIL - è la Lombardia (74 morti). Poi ci sono il Veneto (40), il Lazio (36), la Campania e il Piemonte (33), l’Emilia-Romagna (31), la Puglia (29), la Sicilia (26) e la Toscana (21)
- Sotto le 20 morti ci sono l’Abruzzo (16), le Marche (14), Umbria e Calabria (13), il Friuli-Venezia Giulia (12), il Trentino Alto-Adige e la Liguria (11), la Sardegna (10), la Basilicata (5), la Valle d’Aosta e il Molise (1)
- I dati elaborati da gennaio a luglio evidenziano come le denunce per infortuni sul lavoro siano scese del 21,9% in 12 mesi: 344.897, contro le 441.451 registrate fino a luglio 2022. I numeri sono influenzati dal venir meno degli infortuni legati al coronavirus. Basta pensare che solo in ambito sanitario il calo è stato del 63%
- Le vittime sono soprattutto lavoratori impiegati nel settore di trasporti e magazzinaggio (61 vittime), in quello delle costruzioni (58 vittime), delle attività manifatturiere (51 vittime) e del commercio (32 vittime). Anche se si tratta spesso di persone tra i 55 e i 64 anni, in termini di incidenza di infortuni mortali la fascia dei lavoratori con più di 65 anni è la più colpita. Per i lavoratori stranieri il rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto a quello per gli italiani
- Per l’Unione europea proteggere i quasi 170 milioni di lavoratori sul suolo europeo da incidenti e malattie professionali è fondamentale. Diversi i modi per farlo: anticipare e gestire le transizioni (verde, digitale e demografica), migliorare la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, rafforzare la preparazione per eventuali future crisi sanitarie